I sogni di Girardini
Montegrotto Terme, 15 giugno 2006. È quasi l'una e i corridori stanno per partire. In cielo neppure una nuvola, il termometro indica 31 gradi. La Carovana Rosa sale dal Meridione ma nelle tappe precedenti ha trovato temperature invernali, a volte attorno ai quattro gradi: i ciclisti non sono abituati a questa calura. Concentrati, si preparano per i 114 km pianeggianti che li condurranno a Vittorio Veneto, ai piedi delle montagne che invadono i loro sogni (a volte anche gli incubi) e che affronteranno fra un paio di giorni.
Diverse atleti sostano all'ombra dei tavolini del villaggio di partenza, ma della Zalf non c'è traccia. Cerchiamo Girardini, qui attorno non si vede. Arriva un suo compagno di squadra: gli domandiamo se può chiamare Maurizio. Eccolo finalmente, ma mancano pochi minuti al via di questa tappa veloce. È sereno, accetta di farsi intervistare.
«La sesta tappa è risultata impegnativa - racconta il portacolori della Zalf Desirée Fior - Al km 40 ha preso il largo una fuga di cinque atleti fra cui il mio compagno Bazzana. Con lui davanti eravamo ben coperti, in più ha guadagnato qualche punto nei traguardi volanti. Si era deciso che se la fuga fosse stata annullata io sarei partito nel finale, e così è accaduto. Ai meno dieci dal traguardo gli attaccanti sono stati riassorbiti poi, ai meno cinque, Borgato ha fatto il buco e io mi sono riportato su di lui. All'ultimo km mi sono girato e ho visto il gruppo troppo vicino, così me ne sono andato da solo. Ho dato tutto», prosegue, «ma ai meno cinquecento mi hanno ripreso. Per me c'è un po' di rammarico ma la squadra si è comportata molto bene, tanto che un altro mio compagno, Conati, si è piazzato terzo allo sprint».
«Le conseguenze di una caduta in allenamento (lacero-contusioni) mi hanno costretto a dieci giorni di ospedale e a dieci chiuso in casa, senza alzarmi mai dal letto. Ho ricominciato gli allenamenti a fine marzo-primi di aprile e la prima gara l'ho disputata il 23 aprile».
«Voglio vincere una tappa di questo Giro, che mi piace molto e che vanta un'ottima organizzazione da parte di Castellano e della Egidio Event. Per il futuro, naturalmente io vorrei passare al professionismo».
«Io sono un corridore adatto ai percorsi misti».
«Vedo molto bene Francesco Gavazzi: scommetterei su di lui».
Il viale si riempie di biciclette, anche le ammiraglie si accodano. Le autorità sono già ai bordi della striscia della partenza, la bandierina in mano. I motori delle auto al seguito si accendono. Clack, le tacchette degli scarpini si incastrano nei pedali, rendendo i girini un tutt'uno con le loro bici. Un fischietto e uno scroscio di applausi inaugurano in Veneto la settima tappa del Giro d'Italia Baby.
Enula Bassanelli