Giro di Romandia 2016: Froome ricorda a tutti chi è... Froome - Chris attacca da lontano, demolisce Van Garderen e vince in solitaria. Quintana sempre leader
Versione stampabileDopo la sua uscita di classifica, c'era da chiedersi quale ruolo avrebbe ricoperto Chris Froome al Tour de Romandie: ci si aspettava certo un po' di impegno in salita, vista la salute dimostrata a cronometro, ma era difficile immaginare che il britannico avrebbe testato le sue condizioni partendo con successo a poco meno di 40 km dall'arrivo, e conseguendo in maniera spettacolare la 32esima vittoria della sua onesta carriera.
Froome e l'attacco a lunga gittata
Un successo maturato nella tappa regina, la Conthey-Villers sur Ollon, resa ancor più aspra da 3 Gpm di prima categoria, oltre che dalla pioggia battente nel finale. Gli atleti hanno affrontato il Col de Planches, dopodiché si è saliti due volte a Villars, col primo scollinamento a 35 km dal traguardo. Questi 173 km non sono affrontati da Louis Meintjes (Lampre), che era 23esimo in classifica, e Michal Kwiatkowski, fiaccato da problemi intestinali. Altri 10 si ritireranno nel corso della tappa, tra cui Diego Rosa (Astana) e Ryder Hesjedal (Trek), anche a causa della battagliata partenza: solo al km 60, e dopo un Gpm di terza categoria, riesce ad andar via una fuga di 11 uomini, promossa da Bob Jungels e col compagno Marcel Kittel (Etixx) a caccia di traguardi volanti: con loro Pavel Kochetkov (Katusha), Ivan Rovny (Tinkoff), Sander Armée (Lotto Soudal), Matteo Bono (Lampre), Jarlison Pantano (IAM), Cameron Meyer (Dimension Data), Tobias Ludvigsson (Giant), Martin Köhler (Roth) e Marco Marcato (Wanty). La fuga prende un vantaggio limitato, 3'35" massimo, ed è destinata a sfaldarsi sul Col de Planches, dove i soli Kochetkov, Jungels e Armée restano al comando.
Tra Planches e il primo passaggio a Villars il vantaggio del trio si dilata a quasi 5', con Kochetkov brevemente leader virtuale della corsa, mentre Rovny e Ludvigsson, raggiunti da Joe Dombrowski, cercano invano di riportarsi in testa. Sulle rampe di Villars, una salita di 9 km con pendenze intorno all'8%, la corsa si anima decisamente: davanti Armée perde contatto (compromettendo la possibilità di diventare leader della classifica Gpm), dietro più squadre tentano di mettere in difficoltà Quintana, con la Cannondale che tira riducendo il plotone e Simon Spilak (Katusha), a podio in ben 4 edizioni del Romandia, che attacca senza riuscire a fare la differenza. Ci riesce invece Chris Froome, che parte a 3 km dallo scollinamento portando con sé Tejay Van Garderen, vicino in classifica (nono a 1'22"), e riuscendo a colmare il gap con Kotchetkov e Jungels all'inizio della discesa.
Pinot, Zakarin e Urán, è lotta in gruppo
La situazione si stabilizza dopo la discesa, che vede ancora Pinot soffrire dei suoi consueti problemi con la velocità, tanto da rimanere staccato. Il gruppo Quintana, forte di una quarantina di unità, tiene nel mirino i quattro, non permettendo loro di guadagnare più di un minuto. A inizio salita, mentre Jungels e Kochetkov cedono il passo, uno dopo l'altro, è ancora Spilak a tentare l'attacco, venendo poi ripreso dal gruppo a metà salita. Dietro, è un susseguirsi di scatti e controscatti, tutti però senza continuità, ai quali Ion Izagirre e Quintana devono alternarsi a rispondere. Thibaut Pinot, Ilnur Zakarin e Rigoberto Urán i maggiori protagonisti di questi attacchi, e tutti e tre restano in testa col duo Movistar assieme a Bauke Mollema e Rui Costa.
Froome stacca Van Garderen e si invola
A 6 km dall'arrivo è game over per Tejay Van Garderen: non riesce a reggere il passo di Chris Froome, che si invola controllando il rientro del gruppo maglia gialla. Nei chilometri finali non succede alcunché, visto che la salita praticamente finiva a 3 km dal traguardo: Froome alza meritatamente le braccia al cielo, mentre Ion Izagirre a 4" sprinta davanti a Pinot, Zakarin, Quintana, Mollema, Rui Costa e Urán: uno sprint che vale a Izagirre il podio provvisorio in classifica, ai danni di Zakarin. Per il resto, la generale non cambia di molto: abbastanza limitati i distacchi nel finale, con Dumoulin che riesce ad arrivare a 11" assieme a Damiano Caruso tra gli altri. L'unico in top ten a subire è Rafal Majka, staccato di 1'49" da Froome.
La nuova classifica vede Quintana con 19" di vantaggio su Pinot, 23" su Izagirre e 26" su Zakarin. Tom Dumoulin conserva la quinta piazza a 57", mentre Rui Costa fa un bel balzo in sesta a 1'12", superando Simon Spilak e Mathias Fränk, entrambi a 1'16". Mollema entra in top ten a 1'24", superando anche Tejay Van Garderen a 1'27". Caruso è il miglior italiano anche in classifica, 14esimo a 2'33".
La tappa di domani, da Ollon a Ginevra di 172 km, è sulla carta la più facile del lotto: diverse sono le difficoltà altimetriche nella parte centrale, ma gli ultimi 60 km tranquilli dovrebbero risolversi con una conclusione allo sprint, per la quale Marcel Kittel si presenta come il favorito.