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Giro di Romandia 2016: Chiudi Nairo allo sprint? Zak, e la giuria ti declassa! - Zakarin batte Quintana ma viene retrocesso per volata irregolare. Il colombiano è leader, disastro Froome

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Ilnur Zakarin taglia per primo il traguardo ma viene declassato; vince Nairo Quintana @ Bettiniphoto

Non è comune assistere ad un declassamento in una volata a due, per giunta in un traguardo posto al termine di una salita; se poi si considera che la scorrettezza in esame è lieve se non del tutto inesistente, ecco che quantomeno la squalifica può apparire inopportuna. Questo, in estrema sintesi, lo sviluppo degli ultimi 100 metri della tappa odierna del Giro di Romandia, che ha visto alcune sorprendenti delusioni e diverse conferme, in primis quella di Nairo Quintana, giunto a quota ventitré successi da professionista.

 

Tre non partenze, c'è anche Richie Porte
La Moudon-Morgins di 173 km torna a scenari più tradizionali nella corsa elvetica: dopo il mercoledì consacrato ai velocisti sono tre ed impegnative le salite da affrontare, le ultime due delle quali in rapida successione nel finale. I 7.8 km dell'ascesa verso Choëx con una pendenza costante anticipano la più lunga ed insidiosa scalata verso i 1304 metri slm del traguardo di giornata.

Sono tre i non partenti di giornata, tutti nomi di buon livello: a pagare il prezzo più importante è la Orica GreenEDGE che si vede privata di Simon Gerrans e Jens Keukeleire, rispettivamente appiedati per un malanno di troppo e per un infortunio. Non ha preso il via neppure uno dei favoriti della vigilia, ma che già nel prologo di La Chaux-de-Fonds non aveva impressionato: si tratta di Richie Porte, messo ko da problemi intestinali (che, a quanto pare, hanno colpito anche altri in gruppo come Michal Kwiatkowski).

Il primo tentativo prende vita al km grazie ad Egor Silin, ma il russo del Team Katusha viene presto ripreso; non contento, l'ex speranza del ciclismo moscovita riprova al km 7 e, questa volta, riesce a portare via un gruppetto. Con lui sono all'attacco il belga Thomas De Gendt (Lotto Soudal), il sudafricano Daryl Impey (Orica GreenEDGE), il sudafricano Jaco Venter (Dimension Data), lo svizzero Marcel Wyss (IAM Cycling) e il giapponese Fumiyuki Beppu (Trek-Segafredo), che nel 2007 era in fuga in un'altra tappa partita come oggi da Moudon e vinta da Matteo Bono, con il simpatico corridore asiatico giunto secondo.

 

Sei in fuga, il vantaggio arriva a 5'
All'inizio non riescono ad accumulare un grosso margine, perché dietro alcune delle squadre non riuscite a mettere un proprio elemento tentano l'inseguimento: dopo 18 km il gap è di soli 24", che però aumenta rapidamente al km 26, quando arriva a 2'52". Gli uomini del Movistar Team si limitano a controllare, terminando la prima ora di corsa (nella quale il sestetto ha percorso 40.8 km) distante 2'38".

Il vantaggio inizia a dilatarsi nella fase centrale di tappa: dai 3'23" del km 52 si sale ai 3'55" del km 68 fino a toccare l'apice al km 75, proprio ai piedi del primo gpm di giornata, quando è di 4'26". Allo scollinamento di Sorens (km 80) Wyss precede Impey, Silin, Venter, Beppu e De Gendt, mentre il gap del gruppo si riduce a poco più di 4'. In questa fase si segnalano molti ritiri: gettano la spugna Julian Arredondo (Trek-Segafredo), Adam Blythe (Tinkoff), Martin McNally (Wanty-Groupe Gobert) e Louis Vervaeke (Lotto Soudal), protagonista di una caduta.

Dopo la discesa torna a crescere il gap fra testa della corsa e plotone: al traguardo volante di Semsales (km 102), vinto da Impey su De Gendt e Beppu, raggiunge quota 5'. Come qualche volta capita alla Parigi-Roubaix, anche in Svizzera i treni si frappongono parzialmente al regolare svolgimento della gara: a Blonay, quando mancano 56 km alla conclusione, un passaggio a livello chiuso fa perdere ai battistrada una decina di secondi, ininfluenti a fini del risultato.

 

Froome fora e rientra, ma poi si stacca
Reagisce il gruppo, portandosi a 3'50" ai meno 50 km, guadagnando un'ulteriore decina di secondi nei 10 km seguenti. Davanti i sei continuano a pedalare di comune accordo ma, nonostante ciò, ai meno 30 km il loro scarto è sceso fino a 3'10" sotto l'incedere dietro degli uomini del BMC Racing Team, del Movistar Team e del Team Sky. Allo sprint di Monthey (km 150) il margine è letteralmente crollato: dopo il passaggio nell'ordine di Impey, Venter, Beppu, Wyss, De Gendt e Silin si deve attendere solamente 1'40" per quello del plotone, pronto ormai a darsi battaglia nell'imminente salita.

Davanti perde subito contatto De Gendt, imitato poco dopo da Beppu e Venter. Dietro è la FDJ ad imboccare l'ascesa nelle prime posizioni, provocando la prevedibile selezione da dietro effetto per il quale perdono contatto i velocisti (compreso un sorridente Marcel Kittel) e tanti gregari. Un colpo di scena avviene quando mancano 21 km al termine: fora uno dei grandi favoriti, ossia Chris Froome, che riceve la ruota anteriore da Mikel Nieve per poi lanciarsi all'inseguimento in mezzo alle ammiraglie. Il britannico continua con la sua consueta pedalata ma non riesce a prendere terreno sul gruppo composto da almeno un'ottantina di colleghi e tirato da Kenny Elissonde (FDJ).

Il solitario ricongiungimento del keniano bianco giunge a compimento ai meno 18 km, poco dopo l'attacco combinato dei Cannondale Joe Dombrowski e Pierre Rolland, con lo statunitense incaricato di fare il ritmo per il francese. I due corridori della Ride Argyle si riportano in testa ai meno 17 km; dietro il forcing della Trek-Segafredo provoca la sorprendente perdita di contatto di Froome, che era ancora posizionato nella coda del plotoncino e, complice un buco davanti a lui, si trova ad inseguire assieme a Maxime Bouet (Etixx-Quick Step).

 

Quintana allunga, Zakarin risponde
Allo scollinamento Impey accelera con Rolland alla sua ruota, mentre Dombrowski, Silin e Wyss vengono ripresi dal gruppo che transita ad una manciata di secondi; Froome scollina invece a 50" dai due battistrada. Nelle prime battute della non semplice discesa Rolland in un primo momento distanzia Impey, ma poi il sudafricano riesce a riprenderlo. Dal plotone si riportano su di loro ai meno 11 km Andrey Amador (Movistar Team) e Brent Bookwalter (BMC Racing Team), particolarmente abili nel disegnare le curve; ma questo nuovo quartetto viene definitivamente riassorbito dall'incedere del gruppo tirato da Steve Morabito (FDJ) ai meno 9.5 km.

La salita finale viene imboccata in prima posizione da Rein Taaramäe (Team Katusha) che lavora per i due capitani Simon Spilak e Ilnur Zakarin. Perde, sorprendentemente, contatto Romain Bardet (AG2R La Mondiale), che poteva essere un interessante nome per la classifica dopo le buone prestazioni fra Giro del Trentino e Liegi-Bastogne-Liegi. Ai meno 6.5 km attacca, con un colpo secco come lui sa fare, Nairo Quintana: il colombiano non viene inseguito da nessuno, con i diciotto ancora presenti in gruppo che preferiscono far continuare l'azione di Taaramäe.

Ai meno 6 km, capito che l'estone non ne ha più, attacca Ilnur Zakarin che riesce a riprende Quintana ai meno 5.4 km, nonostante una nuova accelerata del sudamericano; al loro inseguimento provano a darsi da fare Mathias Fränk (FDJ), Rafal Majka (Tinkoff), Thibaut Pinot (FDJ) e Tejay van Garderen (BMC Racing Team), su cui si riportano prima Alberto Rui Costa (Lampre-Merida) e poi una decina scarsa di protagonisti, compresa la maglia gialla Ion Izagirre (Movistar Team). Ci prova, ma senza esito, Rigoberto Urán (Cannondale).

 

Volata col dubbio: la giuria premia il colombiano
Riescono a distanziarsi ai meno 4.5 km Rui Costa e Pinot, che ai meno 4 km inseguono i due battistrada, che si danno cambi regolari, a 12". Non va a buon fine neppure l'azione franco-portoghese a causa del rientro da dietro di Fränk, Izagirre, Majka, Rolland, Spilak, Urán e Sébastien Reichenbach (FDJ), che si posiziona in testa per far perdere meno tempo possibile a Pinot. Al gpm posto ai meno 2 km Quintana e Zakarin, transitati in quest'orgine, hanno 25" di vantaggio, margine che si mantiene nel successivo tratto di falsopiano nel quale rientra Bauke Mollema (Trek-Segafredo).

L'ultimo km viene imboccato in testa da Zakarin, mentre è il colombiano che imposta in testa l'improvvisata volata prendendo in prima posizione anche la curva conclusiva ai meno 180 metri. Zakarin supera il rivale attorno ai meno 70 metri e pare destinato ad aumentare la distanza; tuttavia il russo continua lo sprint deviando la traiettoria in direzione di Quintana; nulla di eclatante però un po' di malizia nell'azione del detentore della corsa è stata ravvisata dai commissari i quali, dopo un breve consulto nel dopotappa, assegnano la vittoria a Quintana, nonostante sia stato Zakarin a varcare per primo la linea a braccia alzate.

Secondo successo stagionale per Quintana dopo la generale della Vuelta a Catalunya; Zakarin, nonostante un controreclamo presentato dal ds Konyshev, si deve accontentare della seconda posizione. I più immediati inseguitori terminano distanti 26": nell'ordine concludono Rui Costa (Lampre-Merida), Rigoberto Urán (Cannondale), Thibaut Pinot (FDJ), Ion Izagirre (Movistar Team), Rafal Majka (Tinkoff), Mathias Fränk (IAM Cycling), Pierre Rolland (Cannondale), Simon Spilak (Team Katusha) e Bauke Mollema (Trek-Segafredo). Tredicesimo a 34" il miglior azzurro, il veronese Davide Formolo (Cannondale), che indossa anche la maglia di miglior giovane.

 

Non bene Thomas e van Garderen. Quintana leader
Tra i delusi di giornata da segnalare Geraint Thomas (Team Sky) e gli olandesi Tom Dumoulin (Team Giant-Alpecin) e Wilco Kelderman (Team LottoNl-Jumbo), giunti a 57"; a 1'01" ha terminato Tejay van Garderen (BMC Racing Team), mentre 4'27" è il ritardo di giornata di Ryder Hesjedal (Trek-Segafredo). Non bene neppure Diego Rosa (Astana Pro Team), 60° a 7'22", così come da dimenticare è la prova di Romain Bardet (AG2R La Mondiale), solamene 75° a 11'20". 99° a 17'30" Chris Froome (Team Sky), che nelle poche uscite stagionali sinora ha oltremodo deluso.

Per Nairo Quintana arriva anche la ricompensa della maglia gialla di capoclassifica (e anche quella viola dei gpm): il colombiano vanta ora 18" di margine su Zakarin, 20" sul compagno di squadra Izagirre, 32" su Pinot, 36" su Rui Costa, 37" su Fränk, 42" su Spilak, 43" su Rolland, 44" su Mollema, 46" su Urán e 47" sulla coppia Formolo e Majka. Domani tappa chiave per le sorti della classifica: la cronometro di Sion prevede 15 km con la salita di Savièse a metà percorso: Izagirre e Zakarin potrebbero guadagnare su Quintana, il quale ha comunque mostrato le sue capacità in prove dall'altimetria e dalla lunghezza simile alla Vuelta al País Vasco, quando il solo Contador fu più rapido.

Alberto Vigonesi

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