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Liegi-Bastogne-Liegi 2016: La Decana quanto sarà dura stavolta? - Liegi-Bastogne-Liegi a rischio neve. Il favorito è Valverde, Gasparotto è in forma

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L'altimetria 2016 della Liegi-Bastogne-Liegi

 

È la doyenne, la decana, perché è la più antica corsa arrivata ai giorni nostri, dal lontano 1892. Lo rispecchia la sua conformazione da corsa in linea basilare, lineare, senza tanti fronzoli: partire, arrivare in un punto, tornare indietro. Questo è ciò che fa ancora oggi la Liegi-Bastogne-Liegi, la grande classica delle Ardenne: un immersione tra le dure côtes del Belgio francofono, partendo a valle (Liegi), per arrivare nel cuore (Bastogne è praticamente al confine col Lussemburgo), che negli anni ha sorriso ai vincitori delle corse a tappe e più recentemente a quei corridori da classiche abili sulle brevi salite.

 

Freddo pioggia e rischio neve: il ricordo del 1980
L'edizione 2016 potrebbe avere qualcosa a che fare col ciclismo di una volta, complice la giornata da lupi prevista, con temperature poco sopra lo zero, vento laterale e pioggia battente che potrebbe trasformarsi in neve nella parte centrale del percorso, costantemente sopra i 350 metri d'altitudine sul livello del mare. Una variabile che potrebbe scompigliare le carte sul tavolo e far emergere valori inattesi, o affossare alcuni favoriti. Non sarebbe una situazione inedita: nel 1980 Bernard Hinault dominò un'edizione irripetibile e drammatica. pur vincendo con 9'24" sul secondo, soffrì il congelamento di due dita, dal quale non recuperò mai del tutto.

 

Inasprito il finale con Rue Naniot
Il percorso della Doyenne vive una recente tendenza all'indurimento nel finale, che vedrà comporsi un'ulteriore tassello quest'anno: nel 2008 fu inserita la Côte de la Roche-Aux-Faucons, che ci permise di assistere a dei bei attacchi come la cavalcata di Andy Schleck nel 2009, o la beffa di Vincenzo Nibali nel 2012, ripreso poi nel finale da Iglinskiy. Gli arrivi a ranghi compatti, seppur ristretti, degli ultimi 3 anni sono stati interpretati come la necessità di un ulterior periglio, ed ecco spuntare la Côte de la Rue Naniot a 2,5 km dal traguardo, tra la côte de Saint-Nicolas e Ans. Una salita che avrebbe a che fare più col Fiandre che con la Liegi, visto che stiamo parlando di un muro in pavè di 600 metri al 10%: quale sarà la risposta tattica a tale inserimento, lo scopriremo solo domenica. Il resto del percorso della Liegi cambia poco: la distanza è la stessa, 253 km, e anche il numero di côtes, poiché sparisce la Côte de Stockeu, collocata in passato a 80 km dal traguardo, tanto cara a Eddy Merckx, il plurivincitore della Liegi (5 edizioni sono state sue), tant'è che una stele in cima onora il campione fiammingo.

 

Roche-aux-Faucons e Saint-Nicolas i nodi cardine
Saranno quindi 10 gli impegni in salita per gli atleti, con la parte calda della gara che comincia ad 85 km dal traguardo, con la Côte de Wanne. La prima selezione seria si vedrà sulla Redoute, storico trampolino di lancio quando il ciclismo era meno attendista: 2 km all'8,9%, con un lungo tratto al 13%. Mancano 47 km dal traguardo, non si scende subito ma si passa prima da Sprimont. Una volta scesi, il secondo ostacolo serio è la Roche-aux-Faucons, breve ma durissima: 1,3 km all'11%. Si scende ancora da Seraing per l'ottovolante finale, con la più agevole Côte de Saint-Nicolas (stiamo parlando comunque di 1,2 km all'8,6%) a 6,5 km dalla fine ed il dentello di Rue Naniot che scollina a soli 2,5 km. E non è finita, perché l'ultimo km e mezzo è praticamente tutto in salita, con pendenze non esasperanti (si parla del 4-5%), ma costringe gli atleti, già con le gambe in croce, ad uno sprint lunghissimo e difficilissimo da gestire.

 

L'unico rivale di Valverde è Valverde
Lui è il favorito, è l'uomo da battere, non a caso detto da giovanissimo "embatido": Alejandro Valverde. Ha 3 Liegi vinte alle spalle e una quarta Freccia Vallone fresca ad attestare il suo stato di forma encomiabile alla vigilia del suo 36esimo compleanno. Il nemico principale di Valverde, in questa Liegi, è Valverde stesso, ed il suo desiderio di affrontare in perfette condizioni la sfida del Giro d'Italia, che potrebbe spingerlo a non dare proprio tutto tutto o a stare al caldo se domenica sarà davvero una giornata da lupi. Godrà tra l'altro di una delle migliori squadre, impreziosita dall'inatteso ritorno a livelli accettabili di Carlos Betancur: assieme a Giovanni Visconti, e soprattutto a Daniel Moreno, potrebbe risultare un prezioso gregario per controllare il più possibile la corsa.

 

Etixx e Lotto-Soudal con più punte a disposizione
Nessuno al giorno d'oggi è al livello di Valverde: i suoi coetanei che potevano esserlo quest'anno han ceduto il passo (Philippe Gilbert) o sono lontani dai bei tempi (Joaquim Rodriguez; in casa Katusha tenete d'occhio Ilnur Zakarin) ma tutti quelli un gradino sotto possiamo considerarli come i rivali più accreditati. A cominciare dal duo Etixx Daniel Martin - Julian Alaphilippe, che alla Freccia è apparso un po' troppo in sovrapposizione di ruoli: uno dei due dovrà osare di più, se vogliono realmente portare a casa un risultato. La Orica non osa Michael Matthews, ma ha con sé il vincitore 2013 Simon Gerrans e quella peste di Michel Albasini che possono dire la loro. C'è pluralismo di punte in 4 squadre che hanno i mezzi per sorprendere: la Ag2r, con un ormai affermato Romain Bardet, Domenico Pozzovivo che nel 2014 sfiorò il colpaccio e Jan Bakelants; la Lotto Soudal, che tra Tim Wellens e Tony Gallopin ha due alternative per tentare la sortita da lontano in una giornata da lupi (entrambi a riguardo sono sufficientemente skillati); la Lampre, con Diego Ulissi che sembra aver fatto il salto di qualità, il finora mediocre Rui Costa ed il giovane sudafricano Louis Meintjes, in crescita dopo un inizio di stagione così così; infine la Tinkoff, con Michael Valgren Andersen che potrebbe aver acquistato definitiva confidenza nei propri mezzi e Roman Kreuziger che ci ha già provato all'Amstel.

 

Froome al via, in appoggio a Kwiatkowski
La Liegi attira spesso la presenza di campioni da GT, e quest'anno avrà ai nastri di partenza alcuni dei protagonisti principali degli ultimi anni. Da Chris Froome è lecito non aspettarsi nulla (e sperare che riesca a non cadere come gli capitò alla Freccia l'anno scorso): il suo ruolo dovrebbe essere di supporto a Michal Kwiatkowski, il quale non parte con larghi favori del pronostico viste le sue recenti controprestazioni e più in generale una scarsa confidenza con la durezza della Doyenne, dove è sempre andato fuori giri con l'eccezione del 2014, quando fu podio. La mina vagante in casa Sky potrebbe essere dunque Wout Poels, reduce da un buon quarto posto alla Freccia.

 

L'Astana: se Nibali non brilla...
Riguardo al Vincenzino nazionale, non è uno che ama tirarsi indietro quando si tratta di lottare: anche perché il Giro l'ha vinto già, la Liegi no e la sconfitta 2012 è la più bruciante della sua carriera: certo il suo correre al Trentino ci ha lasciati un po' perplessi e una controprestazione è da mettere in conto. L'Astana ha comunque tante altre carte da giocare, a cominciare da Tanel Kangert, reduce dal successo sfiorato al Giro del Trentino, e Jakob Fuglsang, in top ten l'anno scorso. La carta segreta potrebbe essere Diego Rosa: se incontra una buona giornata come al Lombardia l'anno scorso è capace di fare il vuoto o andarci molto vicino. Un altro uomo con ambizioni da GT presente è Richie Porte: alla Liegi non ha mai terminato la prova, vedremo quale sarà il suo comportamento al terzo tentativo. In casa BMC di certo confidano più in un colpo di coda della carriera di Samuel Sánchez, tornato brillante come non lo era dai tempi della Euskaltel e recentemente vincente in una tappa dei Paesi Baschi.

 

Gasparotto non è più sottovalutato
E infine no, non lo abbiamo dimenticato, ma ce lo teniamo per ultimo. Sottovalutato come sempre nella sua carriera, Enrico Gasparotto sta attraversando un ottimo momento di forma, ed ha un occasione irripetibile per portarsi a casa una monumento. Stavolta sarà più controllato del solito, e dalla sua ha una squadra più che modesta (il solo Björn Thurau sembra in grado di reggere a questi livelli): non può che confidare nell'uno contro uno e cercare di trovare la migliore lettura tattica come già fatto all'Amstel. Non vi è dubbio che la corsa gli si addice: negli ultimi 4 anni si è sempre piazzato nei primi 20, arrivando sul podio nel 2012.

 

A questo link la STARTLIST UFFICIALE by Procyclingstats.com

Nicola Stufano

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