Freccia Vallone 2016: Più che embatido, questo è proprio embatibile - Ancora Valverde, e sono 4! Alaphilippe battuto come un anno fa, bravi Gasparotto e Ulissi in top ten
Versione stampabileLo si può odiare, lo si può accusare di eccessi di attendismo, lo si può vedere come il fumo negli occhi quando la sua sola presenza basta a congelare le tattiche della Movistar al Tour de France; ma una cosa non si può proprio fare, quando si parla di Alejandro Valverde: non riconoscere il suo status di grandissimo del ciclismo degli anni 2000.
"Grandissimo del ciclismo tutto", urlerà di rimbalzo qualcuno dalla platea, agitando gli indiscutibili risultati che fanno guinness: tipo, la quarta vittoria alla Freccia Vallone, maturata questo pomeriggio e utile a fare di lui il primo nella storia ad essere riuscito nella quaterna (2006-2014-2015-2016); un poker che potrebbe essere affiancato dal medesimo punteggio domenica alla Liegi (già ne ha tre in carniere, con la quarta partirebbero altre ovazioni).
A noi però piace sottolineare più la straordinaria longevità del murciano, che vince in giro per l'Europa da 14-15 stagioni, che soprattutto si mette in gioco di continuo, e sui terreni più vari: dalle classiche ai grandi giri, passando per tante brevi gare a tappe (che spesso conquista), il che ne fa uno dei più duttili corridori in attività; ancor più che la sua longevità, ci piace di Valverde il fatto che non si risparmi, che si attacchi alla schiena il numero di gara da febbraio a ottobre, quasi ininterrottamente, con uno sberleffo ai maghi del picco di forma, e con un'attitudine che rassicura i puristi del ciclismo. Non è poco, nell'anno di grazia 2016. Non è assolutamente poco.
Matteo Bono mago della fuga
La notizia con cui si è partiti da Marche-en-Fammene non è stata delle migliori: Sergio Luis Henao fermato dalla Sky a scopo precauzionale, nell'attesa di alcuni necessari approfondimenti sui dati del Passaporto Biologico. Era uno dei favoriti, gli salta la parte più intrigante - per lui - della stagione. Con Philippe Gilbert al minimo e Joaquim Rodríguez in calo vertiginoso, il campo degli avversari credibili per Valverde si faceva ancora più rado.
Prima ora in stile Tour de France, attacchi tanti, fughe zero, col risultato che il ritmo è stato parecchio sostenuto (45 orari), poi al km 50 Stephen Cummings (Dimension Data) ha dato il la all'azione che avrebbe caratterizzato gran parte della corsa. Gli si sono accodati Koen Bouwman (LottoNL), Silvan Dillier (BMC), Vegard Stake Laengen (IAM), Kiel Reijnen (Trek), Tosh Van der Sande (Lotto Soudal), Sander Helven (TopSport), Quentin Pacher (Delko) e il superaficionado di queste azioni Matteo Bono: per il lamprigiano, terza fuga di assoluto spessore in un mese, dopo Sanremo e Amstel. Ai 9 uomini si è infine accodato pure Mads Pedersen (Stölting), e il drappello ha guadagnato fino a 3'30", limite toccato al primo passaggio da Huy, al km 101 sui 196 totali.
Molto poche le note di cronaca da qui in avanti, bisogna giusto dire che Movistar (per quel che è Valverde) e Katusha (per quel che fu JRO) hanno lavorato per tenere vicino i fuggitivi, dopodiché possiamo saltare al secondo passaggio dalla Côte de Bohissau, ai -55, per segnalare l'improvviso disgregarsi del plotoncino, con Cummings, Van der Sande, Dillier e Bono rimasti soli al comando, col gruppo in totale controllo a un paio di minuti da loro.
La Movistar ipotizza un finale alternativo
Sulla Côte de Solières, secondo passaggio ai -46, una caduta ha decimato la Trek (giù Haimar Zubeldia e Fränk Schleck, che ci ha rimesso l'ennesima clavicola della carriera), sul secondo Mur d'Huy (ai -29) il quartetto di testa si è dimezzato sotto i colpi di Dillier, a cui ha saputo reagire il solo Cummings. Intanto dal gruppo emergeva Björn Thurau (Wanty) con Rubén Fernández (Movistar) in marcatura, e questa coppia si è presto portata su Bono e Van der Sande; ai -27 Cummings ha staccato Dillier (che aveva evidentemente esaurito le cartucce a Huy), e ai -22 il plotone, sempre tirato dalla Movistar (con qualche inserto Katusha) ha raggiunto tutti gli intercalati. A quel punto a Cummings restavano solo 40" di margine, e il secondo passaggio sulla Côte d'Ereffe, terz'ultima salita di giornata ai -18, è risultato definitivamente indigesto per il britannico, che è stato raggiunto.
Ai -14, sulla rampetta di Marchin, Tomasz Marczynski (Lotto Soudal) ha tentato un'azione, ma la sua evasione è durata poche centinaia di metri; più efficace è stato l'immediato contropiede di Bob Jungels (Etixx), che si è portato dietro Georg Preidler (Giant) e Ion Izagirre (altro Movistar attivato in marcatura). A questo punto la corsa ha vissuto la sua fase più incerta, visto che in discesa, ai -11, 7 uomini hanno preso un po' di margine sul gruppo: Giovanni Visconti (Movistar), Laurens De Plus (Etixx), Mickaël Chérel (AG2R), Wouter Poels (Sky), Michael Albasini (Orica) e una coppia di Katusha, Alberto Losada e Ángel Vicioso.
Se i 7 si fossero portati sui 3 battistrada, la situazione sarebbe stata tutta da vivere, con tre coppie (Movistar, Etixx e Katusha) e un paio di capitani (Poels e Albasini), tutti evidentemente interessati a pedalare per andare all'arrivo, tantopiù che la squadra di Valverde aveva a questo punto dato il via libera alle sue mezzepunte Izagirre e Visconti. Ma la Tinkoff di Roman Kreuziger ha dimostrato di non gradire tali sviluppi, e ha lavorato a fondo per annullare l'azione, andando a riprendere i 7 a 7 km dalla fine, ai piedi della Côte de Cherave.
Wellens torna sul luogo del delitto
Sulla penultima salita del percorso Jungels ha attuato un forcing che ha fatto fuori Preidler, ma si è esposto al contropiede (tentato per un attimo) di Izagirre; i due hanno scollinato con poco più di 10" di margine, ma intanto in gruppo erano successe delle cosette: si erano staccati uomini come Petr Vakoc (Etixx) e Philippe Gilbert (BMC), ma soprattutto c'era stato l'attacco di Tim Wellens (Lotto Soudal), proprio nel punto in cui lo stesso belga aveva attaccato nella Freccia Vallone 2015.
L'azione di Wellens è stata da applausi (se non altro per il tentativo di giocare una carta diversa rispetto allo sprint in salita di Huy), e gli ha permesso di portarsi sui due battistrada a 3.2 km dalla conclusione; purtroppo per lui, i due che erano in testa non hanno più collaborato al tentativo, sicché è stato fatale anche da parte sua rialzarsi a poco più di 2 km dalla fine, e di lì a poche decine di metri il gruppo (formato da circa 70 unità) ha rifagocitato tutti e tre.
Inesorabile Alejandro, Alaphilippe di nuovo secondo
Visconti ha dato una penultima trenata al gruppo ai 2 km, poi il comando delle operazioni è passato ai LottoNL e quindi agli Etixx, infine all'ultimo km è tornato a tirare GioVisco, e a quel punto eravamo già in piena rampa, e grande era la lotta per prendere la ruota di Valverde, ovviamente osservato speciale; a giovarsi di quella posizione è stato per un po' proprio il grande rivale Joaquim Rodríguez, il quale ha tentato di giocare d'anticipo, partendo ai 400 metri. Ma le gambe di Purito non sono quelle di qualche tempo fa, e la sua azione è stata poco incisiva e ben controllata dal murciano.
Molto meglio ha fatto Daniel Martin, che è scattato a destra di JRO, e Valverde, capendo che l'irlandese ne aveva più del catalano, è saltato immediatamente alla sua ruota, tirandosi dietro Julian Alaphilippe che lo marcava strettissimo. Alejandro in mezzo a due Etixx, ce l'avrebbe mai fatta a divincolarsi dalla morsa? Certo che sì. Quando lo spagnolo è partito, sull'ultima semicurva, Alaphilippe ha provato a reagire, ma non ha potuto far altro che gustarsi, per il secondo anno consecutivo, le terga dell'avversario.
Alejandro-Julian-Daniel, questo è stato il podio. Ai cui piedi si è accomodato Wouter Poels in rimonta, davanti a uno stratosferico Enrico Gasparotto, alla miglior prestazione in carriera alla Freccia: il friulano della Wanty ha dato pure per un attimo l'impressione di poter rinvenire sul terzetto di vertice, superando Albasini e tentando un rush stile Amstel 2012, ma le rampe di Huy non sono le più adatte a lui, e diciamo che il quinto posto è già una buona soddisfazione.
A seguire alle spalle di Gasparotto, Samu Sánchez ha dato seguito alle belle prove del recente Giro dei Paesi Baschi, Albasini si è accontentato della settima piazza, e in ottava posizione Diego Ulissi (Lampre) ha pure lui centrato il miglior piazzamento all time alla Freccia, migliorando il nono posto del 2012. A chiudere la top ten, Warren Barguil (Giant) e Rui Costa (Lampre). 11esimo Kreuziger, 20esimo Diego Rosa (Astana), solo 28esimo Joaquim Rodríguez, decisamente piantato negli ultimi 300 metri.
Ora, in vista della Liegi di domenica, non tutto sarà da azzerare: per un'edizione della Doyenne che si annuncia sferzata dal freddo e dal maltempo, Valverde partirà ancora una volta da favorito. E intorno a lui si agiteranno molti degli avversari che abbiamo visto oggi in prima linea. Inutile dire, però, che battere l'"Embatibile" di questo periodo non sarà facile per nessuno.