Parigi-Roubaix 2016: Roubaix: non solo un grande sasso - Domani l'inferno del nord. Cancellara a caccia del poker, Sagan e Kristoff permettendo
La Parigi-Roubaix è uno dei parti più efferati della mente umana a livello sportivo. Doveva essere solo una delle tante corse che nascevano ala fine del diciannovesimo secolo con tutta l'avventura che quel ciclismo eroico portava con sé, per promuovere l'appena nato velodromo di Roubaix che stava velocemente diventando un punto di riferimento per i ciclisti della zona. Ma quando il giornalista Victor Breyer, incaricato di effettuare una ricognizione del percorso, partì da Amiens e arrivò esausto a Roubaix in una giornata di pioggia, affrontando una serie di stradine ciottolate, fu il primo a rendersi conto che quella corsa non sarebbe stata come le altre. Nasce così la leggenda dell'inferno del nord, che si replica per la 114esima volta.
27 muri, i 3 pentastellati saranno decisivi
La corsa ormai da molto tempo parte non più da Parigi ma da Compiègne, attrraversa la Picardie dal dipartimento de l'Aisne ed entra nel dipartimento denominato "Nord" (da qui la denominazione enfer du nord). Rispetto all'anno scorso la corsa sarà lunga 4 km in più (257,5), e ciò è dovuto alla sostituzione di uno dei primi tratti di pavé, da Verchain-Maugré a Quérénaing, con il tratto da Capelle a Ruesnes: significherà anche 100 metri di pavé in più. Poca cosa negli equilibri della corsa, arricchita da ben 27 di questi tratti, che entra nel vivo a 95 km dal termine col passaggio dalla Foresta di Arenberg, uno degli scenari più spettacolari del ciclismo tutto. Una lieve discesa porterà un folto gruppo ad entrare in questo budello circondato da alberi e tifosi, dove la corsa certo non si può vincere, ma si può tranquillamente perdere: il gruppo si allunga talmente tanto che una caduta, una foratura o semplicemente arrivare indietro lì dentro può significare 2'-3' di ritardo cumulati in pochi chilometri. Nella foresta negli ultimi anni non ci sono stati attacchi, ma da lì il gruppo uscirà comunque spezzato in più punti. Un'altro punto cruciale saranno i 3 km di Mons-en-Pévèle, a 48 km dal termine: è uno dei tratti più lunghi, ed è spesso la chiave tattica della gara dove si sviluppa l'azione decisiva. Vedremo anche se i lavori eseguiti su tale tratto nell'ultimo anno modificheranno la sua durezza. La resa dei conti avviene al Carrefour de l'Arbre, 2 km di pavé che finiscono a 17 km dal termine: qui ad esempio vinse rocambolescamente Boonen nel 2009, dopo il buco generato dal contatto di Hushovd con una bandierina di un tifoso.
Section number |
Name | Distance from start (km) |
Length (m) |
Category |
---|---|---|---|---|
27 | Troisvilles to Inchy | 98.5 | 2200 | |
26 | Viesly to Quiévy | 105 | 1800 | |
25 | Quiévy to Saint-Python | 107.5 | 3700 | |
24 | Saint-Python | 112.5 | 1500 | |
23 | Vertain to Saint-Martin-sur-Écaillon | 120.5 | 2300 | |
22 | Capelle to Ruesnes (Hameau du Buat) | 127 | 1700 | |
21 | Quérénaing to Maing | 137.5 | 2500 | |
20 | Maing to Monchaux-sur-Écaillon | 141 | 1600 | |
19 | Haveluy to Wallers | 154 | 2500 | |
18 | Trouée d’Arenberg | 162 | 2400 | |
17 | Wallers to Hélesmes | 168 | 1600 | |
16 | Hornaing to Wandignies | 175 | 3700 | |
15 | Warlaing to Brillon | 182.5 | 2400 | |
14 | Tilloy to Sars-et-Rosières | 186 | 2400 | |
13 | Beuvry-la-Forêt to Orchies | 192.5 | 1400 | |
12 | Orchies | 197.5 | 1700 | |
11 | Auchy-lez-Orchies to Bersée | 203.5 | 2700 | |
10 | Mons-en-Pévèle | 209 | 3000 | |
9 | Mérignies to Avelin | 215 | 700 | |
8 | Pont-Thibaut to Ennevelin | 218 | 1400 | |
7 | Templeuve (Moulin-de-Vertain) | 224.5 | 500 | |
6 | Cysoing to Bourghelles | 231 | 1300 | |
Bourghelles to Wannehain | 233.5 | 1100 | ||
5 | Camphin-en-Pévèle | 238 | 1800 | |
4 | Carrefour de l'Arbre | 240.5 | 2100 | |
3 | Gruson | 243 | 1100 | |
2 | Willems to Hem | 249.5 | 1400 | |
1 | Roubaix (Espace Crupelandt) | 256.5 | 300 | |
Total cobbled sections | 52800 |
I settori di pavè della Roubaix 2016 (fonte: www.wikipedia.org)
Il detentore è out, corsa meno facile?
Lo sfortunato John Degenkolb non potrà difendere il suo titolo e portarsi a casa un'altra pietra, l'ambito premio per il vincitore (curioso notare che metà della top ten dell'anno scorso sia fuori per infortunio: non ci sono anche Van Avermaet, Lampaert, Elmiger e Debusschere). Si prospetta (e si spera) una corsa più combattuta rispetto all'anno scorso, quando l'attendismo l'ha fatta da padrone e la bella giornata primaverile ha reso tutto più facile. Quest'anno i corridori troveranno sì sole, ma un po' di freddo e di fango in più (visto che oggi sulla Francia piove). E all'orizzonte si prospetta un duello tra il vecchio e il nuovo, ossia Fabian Cancellara e Peter Sagan.
Cancellara e l'ostacolo Sagan per il poker
È l'ultimo appuntamento con le pietre per il buon Fabian, così come per Tom Boonen, che detiene con Roger De Vlaeminck il record di successi (4 in tutto). Tre spettano alla locomotiva di Berna, che ha tutte le carte in regola per riprenderli: la Roubaix è la sua corsa, e quando in forma e sprigiona tutti i suoi cavalli non ce n'è per nessuno. I dubbi sono però due: uno riguarda la tenuta, visto che Fabian è a tutta da gennaio ed ha dato tutto nelle classiche belghe (e questo è un problema di molti: il Fiandre è esigente e neanche i grandi campioni recuperano del tutto), l'altro come affronterà il confronto con quella peste di Peter Sagan, campione del mondo e sua nemesi, che alla Roubaix è riuscito meno che in altre corse a essere protagonista, ma che ormai è un uomo nuovo ed ha nelle corde una splendida doppietta.
Kristoff a caccia di uno storico triplete
Salgono molto le quotazioni di Alexander Kristoff. Il norvegese è in crescendo di forma e lo ha dimostrato al Fiandre, chiudendo quarto. Se dovesse arrivare un plotoncino di 6 o 7, nel velodromo, lui potrebbe essere tranquillamente tra quei sei o sette, oltre che il più veloce, ed entrare nel ristretto olimpo degli atleti che hanno vinto Fiandre, Sanremo e Roubaix: un'impresa riuscita solo a Fabian Cancellara, tra i corridori in attività.
Etixx, serve un cambiamento tattico
Come sempre per queste corse, la Etixx merita un capitolo a parte. Si presenta con una squadra identica a quella del Fiandre (però Vandenbergh, con problemi al soprasella, verrà sostituito da Van Keirsbulck), ma ciò che si esige di diverso è l'approccio tattico: uomini come Niki Terpstra (che han vinto la Roubaix) o come Zdenek Stybar (che potrebbe tranquillamente vincerla) meritano di poter fare corsa a sé, indipendentemente da un Tom Boonen all'ultima partecipazione, che però non dà garanzie. Incognita la risposta alla gara di Tony Martin, possibile sorpresa domani.
Vanmarcke outsider, Lotto Soudal ago della bilancia
Sep Vanmarcke è l'outsider per eccellenza. Il capitano della Lotto NL è reduce dal terzo posto al Fiandre e ha una squadra preparata attorno a sé. Il colpaccio, a livello di squadra, lo potrebbe fare la Lotto Soudal: con Tiesj Benoot adeguatamente ripresosi dalle botte al Fiandre, Jurgen Roelandts a suo agio in questi percorsi e un André Greipel in giornata di grazia, potrebbe condizionare pesantemente il gioco tattico; aggiungiamoci anche un cagnaccio mandato avanti in fuga (sarebbe il ruolo ideale per Lars Bak, o per un Jelle Wallays quest'anno non troppo convincente) e una squadra senza grandi punte rientra fortemente nel gioco.
Rowe, Boom e gli altri possibili outsider
Nella Sky il ruolo di capitano sembra preso da Luke Rowe, a scapito di Ian Stannard, che però potrebbe essere tornato in buona condizione e dire la sua. Curiosità anche per la presenza di Danny Van Poppel, che ha appena recuperato da problemi al ginocchio di inizio stagione. Svariati i possibili outsider, da Taylor Phinney che potrebbe ritrovare l'amore per il ciclismo nella corsa su misura per lui. Devono ritrovare la forma del passato atleti come Sebastian Langeveld (Cannondale), o Sébastien Turgot (Ag2r), per non parlare del sottovalutato Lars Boom (Astana), che zitto zitto l'anno scorso finì ai piedi del podio e potrebbe trovare una mano nel connazionale Lieuwe Westra e in Laurens De Vreese. A proposito di crossisti, sarà la prima partecipazione per il campione europeo Lars Van Der Haar, in maglia Giant-Alpecin.
Italiani: curiosità per l'esordio di Viviani
La Roubaix è soprattutto negli ultimi anni la monumento più ostile ai colori italiani: è quella nella quale siamo a digiuno più a lungo, per l'esattezza dal 1999, a seguito dei successi di Tafi e Ballerini. E saranno solo 14 gli azzurri al via domani, complice il mancato invito alla Southeast (dunque, assente anche Pozzato, l'ultimo azzurro a piazzarsi secondo), e per lo più candidati a un ruolo marginale. Il più quotato a far bene potrebbe essere Daniel Oss, visto il vuoto di potere in casa BMC e data la buona prestazione al Fiandre, anche se qui in terra francese non è mai riuscito a brillare: con lui in squadra Manuel Quinziato, nono nel 2009. C'è Matteo Trentin, alla mercé dei giochi tattici della Etixx come sempre, nonché Oscar Gatto (Tinkoff) e Jacopo Guarnieri (Katusha), rispettivamente nel ruolo di fedelissimi di Sagan e Kristoff, e non dimentichiamo il padovano Marco Marcato (Wanty), una presenza costante tra i primi 30 degli ordini d'arrivo di queste corse (difatti l'anno scorso come 22° fu il migliore dei nostri). Le "pattuglie" più nutrite sono quelle della Lampre, con Cimolai, Ferrari e Zurlo (quest'ultimo speranza per il futuro), e quella Sky, con Puccio, Moscon ed Elia Viviani: la presenza del velocista veronese è una delle più curiose al via, in gara scopriremo come se la caverà in questa gara dove è all'esordio assoluto. Infine, visto che ne abbiamo citati 12, citiamo anche gli ultimi due: sono i passisti Marco Coledan (Trek) e Alan Marangoni (Cannondale), possibili candidati ad una fuga.
A questo link la STARTLIST UFFICIALE (by Procyclingstats.com)