Milano - Sanremo 2016: Ritorno al sabato, restaurazione completa - Classicissima sempre più nel segno della tradizione. La preview e le dichiarazioni dei favoriti
Versione stampabileLa 107esima edizione della Milano-Sanremo, la Classicissima, si correrà domani, inaugurando così le grandi classiche di primavera che terranno per un mese buono gli appassionati incollati ai teleschermi ogni weekend. Facile e maledetta, tesissima e a tratti noiosa, la Sanremo è assieme al Tour de France la corsa più difficile da vincere se la testa non collabora con le gambe: l'attesa dei 30 chilometri finali consuma i nervi dei protagonisti, favorendo i corridori che sanno stare più agevolmente nella pancia del gruppo. Non è un caso che in epoche recenti due grandi limatori come Erik Zabel e Oscar Freire abbiano vinto assieme 7 edizioni, battendo contemporanei di solito più forti sulla volata secca.
Si torna al sabato, confermato il percorso
L'unica novità di quest'anno è il ritorno della corsa al sabato, a segno di completa restaurazione. Poco da dire di nuovo sul percorso, pressochè confermato rispetto alla precedente edizione che ha visto il definitivo e duraturo (?) ritorno sull'arrivo di Via Roma. Ci saranno due chilometri in meno, frutto di risibili tagli del percorso alla partenza e nel tratto tra Turchino e Cipressa: ma sostanzialmente gli ultimi 30 km, quelli più importanti, saranno gli stessi. Ed è opportuno ricordare cosa c'è da San Lorenzo a Mare in poi, ossia: innanzitutto la Cipressa. Sono 6 km al 3.9% di pendenza media. Qualcuno potrebbe osare già, ma è ormai da 20 anni (la vittoria di Colombo) che la Sanremo non si vince sulla Cipressa, al limite si perde. Dalla Cipressa mancano 21.5 km a Sanremo, con la discesa impegnativa ed il ritorno sull'Aurelia. Lì quel tratto di pianura spesso fatale agli attaccanti, con 9 km tra fine della discesa e bivio per il Poggio. Dall'inizio dell'arcinota salita sanremese a Via Roma mancheranno 9.2 km: ed è una salita facile, sono 4 km al 3.7% di pendenza media: si può attaccare, si può distanziare il gruppo, ma il plotone si sfalda, certo non esplode. Dal Poggio a Via Roma ci sono 5.5 km: 3.2 km di discesa tecnica, veloce e senza possibilità di tirare i freni, se davanti si vuol restare. Dall'ultimo innesto sull'Aurelia a Via Roma ci sono 2300 metri, e lì, magicamente il rosario di biciclette che si snoda in discesa diventa un gruppo compatto, sebbene decisamente sfoltito. Quegli ultimi 2 km sono un ottimo teatro per colpi di mano (chiedere a Cancellara, sebbene quando c'è riuscito lui si arrivava al lungomare Italo Calvino) per quei pochi che non avranno le gambe in croce, altrimenti sarà una volata dagli esiti mai scontati, complice la distanza e la durezza dei chilometri finali.
Vento contrario e condizioni ideali: facile la volata
Ogni Sanremo ha una storia a sè, e spesso questa storia è dipendente dalle condizioni meteo. L'edizione 2013 ad esempio fu caso unico ed estremo di come una corsa apparentemente facile possa diventare col freddo una gara a eliminazione per corridori dotati di sufficiente massa grassa. Quest'anno invece si scriverà un'altra storia; temperature miti intorno ai 14°C, leggero vento contrario da Ponente, tutte condizioni che portano a una corsa poco combattuta e dallo svolgimento regolare, come fu la Sanremo vinta da Cavendish nel 2009: l'unica edizione noiosa della breve stagione Manie-Lungomare Italo Calvino. La brevissima distanza tra fine della discesa e arrivo di Via Roma dovrebbe impedire una volata affollata come allora, ma la situazione ad oggi più prevedibile è una volata finale di 30-40 corridori. Anche perchè con la chiusura verso Manie, Pompeiana e ulteriori indurimenti sul tracciato, gli atleti più combattivi hanno anche un po' perso la speranza di poter sconfiggere tutti nella Classicissima; saremmo più che contenti se questa preview venisse completamente smentita.
Le dichiarazioni di Colbrelli, Sagan e Swift
Fiducioso e concentrato Sonny Colbrelli: «Alla Tirreno c'è stato il confronto coi migliori, con Zanatta abbiamo analizzato giorno dopo giorno la prestazione, l'atteggiamento in corsa. Raramente ho trovato una corsa che si sposasse così bene con le mie caratteristiche. L’esperienza acquisita è un bagaglio prezioso, la fame di fare bene deve però essere quella di un neoprofessionista. Lungi da me l’idea di essere inserito nel gruppo dei favoriti per sabato, sia chiaro, questo però non mi fa partire già battuto. Non è nel nostro stile fare proclami, ma la promessa di dare oltre il cento per cento per provarci, quella sì, la facciamo».
Sintetico Peter Sagan, ancora a caccia della prima classica monumento:« Farò del mio meglio per raggiungere la vittoria. È una corsa imprevedibile, può arrivare la fuga come finire in volata, una caduta può cambiare tutto. È difficile dire quali saranno i principali avversari, dipende da cosa accade sul Poggio. Io darò tutto, come sempre».
Rilfessivo Ben Swift, classificato terzo nel 2014: «È una corsa davvero strana, lunga ma facile, in un certo senso. Si può dividere in 3 parti, la seconda comincia quando si entra in Riviera e finisce all'inizio della Cipressa. Lì la gente comincia a essere nervosa se c'è vento. Penso che bisogna correre in 3 modi differenti per ciascuna sezione. Finora ho corso in edizioni fredde (2014-2015), spero che quest'anno vada un po' meglio. Nel 2014 ho ottenuto uno dei miei migiori risultati, mentre l'anno scorso son rimasto chiuso. È una corsa singola, basta un piccolo errore nel finale e non hai possibiità di rivincita fino all'anno successivo».