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Tirreno-Adriatico 2016: Il secondo piace a Van Avermaet, non a Sagan - GVA la spunta col margine minimo sull'iridato. Nibali miglior italiano, crono conclusiva a Cancellara | Cicloweb

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Tirreno-Adriatico 2016: Il secondo piace a Van Avermaet, non a Sagan - GVA la spunta col margine minimo sull'iridato. Nibali miglior italiano, crono conclusiva a Cancellara

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Greg Van Avermaet con il tridente del vincitore della Tirreno-Adriatico 2016 © Bettiniphoto

A volte si abusa con il modo di dire "sul filo dei secondi", e anche per una questione di eleganza linguistica sarebbe il caso di cercare modi di dire alternativi. Per esempio, per commentare l'epilogo della Tirreno-Adriatico 2016 si potrebbe ricorrere a un "fiuuuu" se volessimo interpretare il pensiero di Greg Van Avermaet, come anche ad un più classico "ale suka lopata!" se azzardassimo a usare Google Translate per rendere in slovacco l'espressione "ma porca paletta!". E sì, perché qualcosa del genere (a voler essere teneri) dev'essere passato per la testa di Peter Sagan poco prima delle 16 di oggi, ovvero nel momento in cui GVA tagliava il traguardo della crono di San Benedetto del Tronto facendo segnare un tempo di 7" superiore al suo.

La differenza tra i due ammontava, in classifica, a 8" in favore del belga, per cui il conticino aritmetico è presto fatto: Van Avermaet ha vinto la Corsa dei Due Mari per la miseria di un secondo sul Campione del Mondo.

In pratica un arrivo in volata tra i due, esattamente come ieri a Cepagatti, e come ieri Sagan a un certo punto sembrava avere la vittoria in pugno, ma l'arcignerrimo fiammingo l'ha relegato al secondo posto al colpo di reni (ed è la terza volta che accade nel 2016, se contiamo pure la Omloop Het Nieuwsblaad).

 

Fabian Cancellara e un 2016 già da incorniciare
Quando è andata in scena la lotta tra gli uomini di classifica, quella per il successo della tappa era bella che archiviata: la prestazione di Fabian Cancellara infatti aveva dissolto qualsiasi dubbio su chi potesse essere il vincitore della crono marchigliana. Il Trekker bernese aveva fatto segnare un tempo di 11'08" sulla distanza di 10 km della prova, a una media prossima ai 53.9 km/h, e e aveva dato più di un secondo al chilometro agli avversari più vicini. Nella fattispecie, 13" a Johan Le Bon (FDJ), 15" a Tony Martin (Etixx) e Alex Dowsett (Movistar), 16" a Tom Leezer (LottoNL), 17" a Maciej Bodnar (Tinkoff), 18" a Alexandre Geniez (FDJ), 19" a Edvald Boasson Hagen (Dimension Data), 20" al Campione del Mondo di specialità Vasili Kiryienka (Sky) e 22" a Damiano Caruso (BMC), decimo e primo degli italiani.

L'incommensurabile Fabian è partito fortissimo quest'anno, in neanche un mese e mezzo di gare ha già messo a segno - con quella di oggi - 4 vittorie: il Trofeo Serra de Tramuntana vinto in solitaria, la crono della Volta ao Algarve, la Strade Bianche interpretata splendidamente, e la crono della Tirreno-Adriatico. Non serviva, a uno come lui, spaventare la concorrenza in vista delle classiche, ma emerge una volta di più la grande voglia che sta accompagnando quest'ultima stagione da pro' dello svizzero. Quali risultati potranno essergli preclusi quest'anno, con simili stimoli?

 

Lotta a quattro per la vittoria finale?
Detto dei gloriosi di giornata, possiamo approfondire la questione relativa alla generale. Il discorso, analizzate le forze in campo, era ridotto a quattro uomini, quelli che ieri occupavano i primi quattro posti della classifica: Greg Van Avermaet aveva 7" su Zdenek Stybar, 8" su Peter Sagan e 21" su quello che era considerato il più forte contro il tempo, Bob Jungels. Proprio il lussemburghese della Etixx non ha dato vita a una prova di cui narrerà i dettagli ai nipotini: solo 26esimo all'arrivo, a 33" da Cancellara, troppo poco per pensare di impensierire gli altri tre, che nel mentre stavano gareggiando letteralmente con la bava alla bocca.

All'intertempo posto dopo 4.4 km, Sagan faceva segnare il miglior tempo tra i tre, con 1" su Van Avermaet e 2" su Stybar: in pratica, tutti sulla stessa linea, e ultimi cinque chilometri e mezzo deputati a stabilire le gerarchie definitive.

Stybar, sulla via del ritorno del lungomare di San Benedetto del Tronto, è completamente annegato nell'acido lattico, crollando alla distanza e chiudendo a 57" dal vincitore, fuori da ogni contesa. Poco prima Sagan aveva fatto invece molto meglio, fissando un tempo di 11'32" (che gli sarebbe valso l'11esimo posto di giornata a 24" da Fabian). A Van Avermaet non rimaneva che contenere il distacco da Peter entro gli 8", e la Tirreno-Adriatico sarebbe stata sua.

 

Sagan-Van Avermaet, pathos fino all'ultimo metro
Più facile a dirsi che a farsi: a un certo punto, tra i -2 e i -1, Greg pareva destinato a scoppiare, visto che il distacco che il GPS segnalava in tempo reale rispetto a Sagan saliva regolarmente, e proprio al triangolo rosso dell'ultimo chilometro i due erano praticamente appaiati. E l'inerzia della gara era tutta contro il belga della BMC.

Ma quei mille metri finali la dicono lunga su quanta grinta abbia Van Avermaet, il quale è andato a pescare le ultime risorse non si sa in quale pozzo della sua anima, e le ha tramutate nella benzina che ha permesso alle sue gambe di mulinare oltre ogni dolore, fino a stoppare il cronometro sul tempo di 11'39": sette-secondi-sette di ritardo da Sagan, in altri termini - come ampiamente anticipato in apertura - Corsa dei Due Mari vinta per appena un secondo sullo slovacco.

Sagan mastica amarissimo per l'ennesimo secondo posto (è il settimo!) centrato da quando ha la maglia iridata: la vittoria da Campione del Mondo non vuole ancora venire. Chissà che non giunga - col botto - sabato a Sanremo. Ma non precorriamo i tempi, visto che abbiamo ancora una classifica generale da aggiornare.

Van Avermaet con Sagan a 1", quindi; al terzo posto si è inserito Jungels a 23"; alle sue spalle la coppia FDJ Sébastien Reichenbach-Thibaut Pinot a 24" (dato che, unito alla piazza d'onore di Le Bon a San Benedetto, e all'ottima cronosquadre di Lido di Camaiore, dice tanto dei progressi del team francese contro il tempo); Vincenzo Nibali, autore di un discreto 17esimo posto di tappa, chiude al sesto della generale a 29" da GVA; top ten chiusa da Stybar a 33", Michal Kwiatkowski (Sky) a 39", Bauke Mollema (Trek) a 45" e Roman Kreuziger (Tinkoff) a 48"; appena fuori dai dieci Damiano Caruso a 49" e Gianluca Brambilla (Etixx) a 52"; citazione in top 20 anche per Salvatore Puccio (Sky), 20esimo a 1'15".

La Tirreno-Adriatico delle polemiche si chiude così con l'ottavo successo belga della storia (l'ultimo fu Roger De Vlaeminck appena nel '77!), ma non con il distacco minimo tra primo e secondo: quello si verificò in tre occasioni in cui vincitore e sconfitto giunsero alla fine con lo stesso tempo: in particolare nel 1966 (Dino Zandegù battè Vito Taccone) e nel 2010 (Stefano Garzelli la spuntò su Michele Scarponi) a dirimere la questione fu la somma dei piazzamenti; nel 2001 invece Davide Rebellin piegò Gabriele Colombo grazie al calcolo dei centesimi nella cronometro (per cui l'ancor oggi attivo vicentino ce la fece per appena 27 centesimi).

Marco Grassi

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