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GP Larciano 2016: Dominio Cannondale, e Clarke finalizza - Simon vince in solitaria anche grazie a un generoso Navardauskas. Fedi e Visconti sul podio

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Il podio del GP di Larciano con Simon Clarke tra Andrea Fedi e Giovanni Visconti © Bettiniphoto

Come lo possiamo definire? Un one team show, probabilmente: lo spettacolo offerto dalla Cannondale al GP Industria & Artigianato di Larciano è stata proprio un'esibizione di superiorità bella e buona, coronata ovviamente dalla vittoria che porta la firma di Simon Clarke, al primo successo con la nuova casacca, in quella che è stata la sua prima azione di grande rilievo dopo il celebre passaggio della ruota a Richie Porte all'ultimo Giro d'Italia, atto di generosità che costò al connazionale (militante in un'altra squadra) 2' di penalizzazione.

Ma torniamo a Larciano: una giornata di pioggia, una fuga da lontano che per poco non andava in porto, animata ovviamente da un uomo del team americano, poi gli sviluppi del finale che hanno portato le maglie verdi del team di Vaughters a occupare tre dei primi sei posti (e 5 dei primi 16) dell'ordine d'arrivo.

 

Navardauskas guida una fuga ben assortita
Michael Schwarzmann (Bora), Pirmin Lang (IAM), Jasha Sütterlin (Movistar) e Ramunas Navardauskas (eccolo, il Cannondale): sono questi i quattro uomini che al km 9 (dei 199 totali) si sono avvantaggiati su un gruppetto già in avanscoperta da qualche minuto, e che hanno preso il largo sulle strade toscane, arrivando a contare 7'13" di vantaggio massimo al km 70. Il gruppo, a lungo tirato dall'Astana di Vincenzo Nibali, ha lasciato forse troppo spago agli attaccanti, i quali si sono dimostrati dei veri ossi duri, difendendo sul secondo circuito di giornata (quello con la salita del San Baronto) quanto avevano messo in cascina nel primo (privo di difficoltà altimetriche).

Al contrario dell'organizzazione dei battistrada, il plotone non ha perso occasione per disgregarsi, in particolare sulla discesa del San Baronto, resa ancor più insidiosa dalla pioggia. Dopo due dei quattro passaggi sulla salita simbolo della corsa, il quartetto era diventato un terzetto a causa del forfait di Schwarzmann; e il gruppo era diventato un tris di tronconi, pronto sì a ricompattarsi appena possibile, ma via via sempre più sfoltito da corridori irrimediabilmente staccati (o direttamente ritirati). A 50 km dalla fine il margine dei fuggitivi ammontava ancora a 4'.

 

Il gruppo si fraziona su e giù dal San Baronto
Nei continui frazionamenti del gruppo sulla discesa del San Baronto, una cosa è emersa chiaramente: non sarebbe stato Diego Ulissi - troppo a disagio in quel tratto - l'uomo del match, né avrebbe recitato un ruolo da protagonista l'ultimo vincitore della corsa, Adam Yates. Entrambi si sono ripetutamente staccati dal drappello buono, nel quale si segnalava invece un certo attivismo della Nippo-Fantini (soprattutto con Pierpaolo De Negri) e una prepotente crescita della Movistar.

Là davanti Sütterlin alzava bandiera bianca prima del terzo passaggio sul San Baronto, e il lavoro dei suoi compagni del team spagnolo permetteva un netto recupero, tanto che in cima, a 33 km dal termine, Navardauskas e Lang conservavano solo 1'30" sul primo troncone del gruppo, formato da meno di 40 unità.

All'inizio dell'ultimo giro il gruppetto dei migliori si è ulteriormente spezzato, e son rimasti al suo interno appena 18 atleti (non Nibali, che era subito dietro), con ampia rappresentanza dell'Androni e con uomini come Esteban Chaves (Orica), Moreno Moser (Cannondale), Giovanni Visconti (Movistar) e Andrea Fedi (Southeast). Il giovane Davide Ballerini (con la maglia azzurra della selezione di Cassani) ha tentato un diversivo, ma è stato ben marcato da Moser. A 25 km dalla fine il drappello Nibali è riuscito quindi a rifarsi sotto, ma rimaneva il problema di chiudere sulla fuga: sul San Baronto (ultimo passaggio) Navardauskas si era disfatto della compagnia di Lang, ma procedendo verso la cima le forze sono cominciate a mancare anche al lituano.

 

L'attacco decisivo di Simon Clarke
Poco male, avranno pensato in casa Cannondale: c'era pur sempre un altro jolly da giocare, un jolly di nome Simon Clarke. L'australiano è scattato sul tratto più duro della salita e si è rapidamente portato sul compagno al comando della corsa, e quando quello, ai -10, ha esaurito le energie e si è staccato dopo aver dato un'ulteriore trenata in favore dell'australiano, il margine sugli inseguitori era già superiore al mezzo minuto. Considerando che dai -8 in avanti c'era quasi solo discesa, Clarke aveva tutte le carte in regola per difendere il suo vantaggio.

Né è servito a rimescolarle, quelle carte, l'attacco di Andrea Fedi ai -4, nel corso della picchiata verso Larciano: il corridore della Southeast si è mosso forse tardi, e non è più riuscito a chiudere sull'ottimo Simon, che è andato a vincere con 33" sullo stesso Fedi che ha preceduto Giovanni Visconti (Movistar) e Rigoberto Urán (altro Cannondale), giunti nella sua scia.

A 43" dal vincitore un altro gruppetto veniva regolato, per il quinto posto, da Francesco Gavazzi (Androni) sull'indefesso Navardauskas e su Cesare Benedetti (Bora), Mauro Finetto (Nazionale Italiana), Sergio Pardilla (Caja Rural) e Simone Petilli (Lampre).

Marco Grassi

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