Tour of Oman 2016: Nel dicastero di Edvald, Van Avermaet resta sottosegretario - Boasson Hagen vince al Ministry of Tourism su GVA e un trio di italiani. Nibali difende agevolmente la leadership
- Adam Phelan
- Bob Jungels
- Daniel Martin
- Daniel Martin
- Daniel Oss
- Domenico Pozzovivo
- Edvald Boasson Hagen
- Gerald Ciolek
- Gianluca Brambilla
- Greg Van Avermaet
- Greg Van Avermaet
- Hugo Houle
- Jacques Janse Van Rensburg
- Jakob Fuglsang
- Marco Canola
- Marco Canola
- Marco Marcato
- Marco Marcato
- Nathan Haas
- Pieter Weening
- Romain Bardet
- Simone Ponzi
- Stijn Steels
- Sven Erik Bystrøm
- Vincenzo Nibali
- Uomini
Dopo la decisione di chiedere una licenza World Tour si erano alzate alcune critiche nei confronti della Dimension Data: riuscirà ad essere competitiva? Non perderà la missione di sviluppare il ciclismo africano? Dopo neppure due mesi di competizione questi dubbi paiono essere fugati con prestazioni in serie di primissimo livello: non solo da parte dei leader Edvald Boasson Hagen e Mark Cavendish, da cui ci si aspettava molto e che hanno iniziato alla grandissima, ma anche con la middleclass formata dai vari Nathan Haas, Cameron Meyer, Serge Pauwels e soprattutto dai corridori africani, con l'eritreo Merhawi Kudus protagonista ora in Oman e prima in Spagna, dove si era ben difeso anche l'algerino Youcef Reguigui. Un progetto vincente, sino ad ora, come testimonia il sesto successo del 2016 conquistato da Edvald Boasson Hagen al Tour of Oman.
Fuga a tre, il gruppo lascia fare
La Yiti-Ministry of Tourism è una tappa breve, di soli 119 km. Breve ma non semplice, con tre ascese ai 355 metri di Bousher al Amerat negli ultimi 45 km di gara. La fuga di giornata parte subito ed ha come protagonisti il canadese Hugo Houle (AG2R La Mondiale), il sudafricano Jacques Janse van Rensburg (Dimension Data) e l'olandese Pieter Weening (Roompot-Oranje Peloton).
Il vantaggio prende rapidamente una gran bella consistenza: al km 20 è di 2'45", al primo gpm di giornata (Al Jissah, km 33) è di 5'10", al secondo gpm (sempre Al Jissah, km 40) tocca il picco a 6'15". In ambedue i casi i passaggi in vetta vedono Janse van Rensburg davanti a Houle e Weening. La fase centrale non presenta alcun dato di cronaca e si inizia ad approcciare la prima ascesa ad Al Amerat con 5'35" di distacco fra testa della corsa e gruppo maglia rossa.
Ci prova Bardet, ma Nibali è attento
Astana e Lampre-Merida si mettono a ricucire e, a metà gara, il ritardo è sceso a 4'38". In questa fase c'è una caduta in gruppo: a farne le spese è il belga Stijn Steels (Topsport Vlaanderen-Baloise), leader della classifica della combattività, che è costretto al ritiro. In vetta al gpm, dove i tre transitano nel medesimo ordine, il margine si mantiene pressoché invariato. Nella seconda salita di Al Amerat Houle non ce la fa e si stacca; poco dopo medesimo destino attente Weening, incapace di tenere il ritmo dello scatenato sudafricano.
Dietro, nel frattempo, attaccano Bob Jungels (Etixx-Quick Step) e Daniel Oss (BMC Racing Team) che rapidamente si riportano su Houle. Nella discesa avviene il ricongiungimento anche in testa, con l'esperto olandese che riprende Janse van Rensburg. Ai meno 20 km la situazione vede i due di testa con 2'30" sui tre inframezzati e 3'05" sul gruppo.
Nell'ultima ascesa ad Al Amerat attacca Romain Bardet, voglioso di ribaltare la situazione in classifica e conscio di avere solo questa frazione a sua disposizione: ma chi lo precede, ossia Vincenzo Nibali, risponde presente e si riporta su di lui senza difficoltà, così come il resto della compagnia. Allo scollinamento i due in testa, che verranno ripresi solo ai meno 2 km dal traguardo, transitano con 38" di vantaggio sul plotone.
Ancora EBH, bene gli italiani
Nulla da fare quindi per i coraggiosi attaccanti del giorno e, come prevedibile ad inizio tappa, è la volata che decide il vincitore: a primeggiare è Edvald Boasson Hagen, al secondo successo in quattro giorni e al terzo negli ultimi undici. Il norvegese della Dimension Data supera l'eterno piazzato Greg Van Avermaet (BMC Racing Team), che nel finale aveva provato anche un infruttuoso allungo con Daniel Martin (Etixx-Quick Step).
Molto bene i corridori italiani: al terzo posto chiude Marco Canola (UnitedHealthcare), al primo podio stagionale. Quarto è invece Simone Ponzi, lui al primo risultato nella top 10 della nuova esperienza polacca con la CCC Sprandi Polkowice. Prosegue il suo ottimo momento Gianluca Brambilla (Etixx-Quick Step), buon quinto. Nono infine Marco Marcato (Wanty-Groupe Gobert), che inizia a carburare in vista degli appuntamenti sulle pietre. I primi dieci vedono poi il tedesco Gerald Ciolek (Stölting Service Group) sesto, il norvegese Sven Erik Bystrøm (Team Katusha) settimo e gli australiani Adam Phelan (Drapac Professional Cycling) e Nathan Haas (Dimension Data) ottavo e decimo.
Nulla cambia in classifica generale: Vincenzo Nibali guida con 15" su Romain Bardet e 24" su Jakob Fuglsang, mentre gli altri azzurri in top 10, ossia Domenico Pozzovivo (AG2R La Mondiale) e il già citato Gianluca Brambilla, sono ottavo a 1'38" e decimo a 1'59". Domani ultima tappa, da The Wave Muscat a Matrah Corniche: 130 km che non presentano difficoltà insormontabili, garantendo con quasi assoluta certezza un finale allo sprint senza pericoli per gli uomini di classifica, per la gioia di Nibali pronto a salire sul primo posto della generale.