Velocisti: Lo famo strano? Ewan e le posizioni particolari - Claudio Cucinotta analizza i minisprinter schiacciati sul manubrio: Caleb, Cavendish, e pure Mareczko
Versione stampabileC'era una volta Cannonball, Mark Cavendish e quel soprannome perfetto per lui, per descrivere certamente la potenza sprigionata sui pedali durante un suo sprint, la velocità con la quale il britannico usciva dalle ruote dei compagni o degli avversari, ma soprattutto la sua posizione perfettamente aerodinamica. Con la schiena parallela all'asfalto e la sua quasi aderenza al telaio della bici, grazie alla braccia ed alle gambe corte rispetto al resto del corpo, il ciclista dell'Isola di Man è effettivamente l'immagine della palla di cannone, dello sparo, anche ora che i suoi successi non sono più numerosi e prestigiosi come nei suoi anni migliori, successi ottenuti dopo stagioni di dominio di sprinter meno puri, dal fisico totalmente diverso.
Si veniva infatti dagli anni di Mario Cipollini e di Alessandro Petacchi, corridori non solo più alti di Cavendish (il quale comunque è di statura media, 1,75 m), ma totalmente differenti nelle proporzioni, e differenti nelle caratteristiche dello sprint. Più puro nella specializzazione l'uomo di Man, con la sua volata esplosiva; inesorabili e insuperabili gli italiani, quando al top della condizione, grazie a sprint in progressione, esibiti su distanze anche relativamente lunghe, che nessuno spazio lasciavano agli avversari, costretti a rimonte molto raramente compiute.
Caleb Ewan, ovvero: meno potenza, più aerodinamica
Non sappiamo se Caleb Ewan riuscirà mai a inaugurare una sua stagione di dominio, né possono essere in tal senso un segnale di particolare importanza le vittorie portate a casa in questo inizio anno, sia perché il ritorno alle corse è sempre un periodo particolare, per le condizioni particolarmente variabili dei corridori, sia perché mancano ancora allo sprinter australiano i confronti con gli attuali dominatori delle volate (anche se quella vittoria alla Vuelta 2015...).
Quello che più interessa però di questo ragazzetto di 21 anni, con un futuro ciclistico ancora tutto da costruire, è la particolarità del gesto atletico della volata, evidenziata nei suoi sprint vincenti. Se Cavendish è una palla di cannone, Ewan è un siluro, schiacciato com'è sul manubrio nell'atto della volata, tutto proteso in avanti: certamente raccolto quindi, ma in una posizione che rende l'insieme uomo-bici molto meno compatto rispetto ad altri sprinter, decisamente più allungato.
Come ci riesce? È un modo di sprintare replicabile anche da altri velocisti, più produttivo rispetto a quello classico? Lo abbiamo chiesto a Claudio Cucinotta, preparatore e biomeccanico della Bardiani-CSF, che ovviamente non conoscendo il corridore non ha potuto esprimere valutazioni dettagliate, ma volentieri si è prestato ad analizzare la sua particolare posizione in volata.
La quale «risulta poco "convenzionale" a causa della sua statura (1,65 m) che lo porta ad assumere una posizione molto avanzata (arretramento sella di soli 2,4cm!) ma con ridotto dislivello sella-manubrio data la ridotta altezza della sella (64,5 cm). Ciò lo costringe ad abbassarsi molto sul manubrio in occasione degli sprint, riuscendo così ad assumere una posizione molto aerodinamica a causa della ridotta sezione frontale, fattore che diventa fondamentale quando si viaggia a 70 km/h ed oltre. Ciò gli permette di competere con sprinter con valori di potenza molto superiori ai suoi (anche di 400-500 watt), ma con sezioni frontali molto superiori».
Una posizione che Kittel non potrebbe mai adottare
Entrando maggiormente nel dettaglio, Cucinotta ci dice che la posizione di Ewan probabilmente non è stata studiata a tavolino ma «gli viene naturale a causa delle sue misure antropometriche. Anche se sarà stata comunque analizzata in laboratorio, e la posizione che attualmente adotta è quella che probabilmente si adatta maggiormente alle sue caratteristiche e che gli permette di rendere al meglio». Il tecnico della Bardiani-CSF conferma anche che è «difficile per atleti più alti adottare posizioni simili, soprattutto per una questione di distribuzione dei pesi tra anteriore e posteriore, e quindi per una questione di guidabilità della bici e di trazione della ruota posteriore».
Insomma, scordiamoci di vedere una diffusione generalizzata della "posizione Ewan", ed è totalmente da escludere che questo modo di sprintare così avanzato sul manubrio possa essere produttivo per corridori più alti e possenti, capaci di sprigionare più forza, come Marcel Kittel. Per loro caricare il peso in avanti significherebbe non solo sacrificare molto nel controllo del mezzo nell'atto della volata, sprecando probabilmente watt, ma rischiare seriamente di perdere il controllo della ruota posteriore, sbandando o peggio.
Un corridore che sprinta come Ewan l'abbiamo in realtà già visto, e non abbiamo nemmeno dovuto aspettare tanto. Jakub Mareczko ha vinto l'ultima tappa del Tour de San Luis producendosi infatti in una volata nel gesto identica a quelle dell'australiano, forse ancor più caricata in avanti, e se c'è riuscito è per merito di caratteristiche fisiche similissime a quelle di Ewan. Magari non saranno belli da vedere, non avranno la forza bruta dei loro colleghi più massicci, ma per ora questi minivelocisti hanno dimostrato di essere tremendamente efficaci.