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Tour Femenino de San Luis 2016: Si riparte dalla Hall, finalmente Tagliaferro! - Alla statunitense il San Luis femminile, Alé protagonista con Marta e Jasinska vincitrici | Cicloweb

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Tour Femenino de San Luis 2016: Si riparte dalla Hall, finalmente Tagliaferro! - Alla statunitense il San Luis femminile, Alé protagonista con Marta e Jasinska vincitrici

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Tripudio per Katie Hall nella premiazione finale del San Luis Feminino © Luis Barbosa

Esaurita la lunga sosta, finalmente è giunto il tempo di riattaccare il numero alle spalle per le prime gare su strada del 2016. In attesa che lo facciano tra un paio di giorni anche i colleghi maschi, sono però le donne ad inaugurare la nuova annata nel Tour de San Luis femminile, giunto alla sua terza edizione e divenuto ormai l'ideale prologo alla corsa riservata ai professionisti uomini che scatterà lunedì 18.

Una trovata, quella patrocinata dalla regione argentina, che sicuramente va in una direzione mediaticamente ideale, sfruttando il traino della corsa maschile e usufruendo di temperature che in questo periodo dell'anno (in Argentina si è in piena estate) risultano decisamente più favorevoli per una competizione, anche se permane in una collocazione non semplice che al momento tiene lontane praticamente tutte le big del ciclismo mondiale, vuoi per obiettivi spostati decisamente più in là, vuoi per la concomitanza di altri importanti appuntamenti (in questo week end vi sono anche l'ultima prova di Coppa del Mondo su pista e la penultima della Coppa del Mondo di ciclocross). Di contro però il San Luis femminile costituisce una vetrina formidabile per le migliori formazioni di Nord, Centro e Sud America, che possono sfruttare l'occasione per smuovere già la casella delle vittorie e proporre qualche interessante prospetto che potrebbe approdare un domani nel ciclismo europeo.

 

Alla Jasinska il Gran Prix, Trevisi 3a. Il gruppo ritrova Nicole Brändli

Ad aprire i giochi il tradizione Gran Prix San Luis, disputato sabato 9 gennaio, attraverso un ondulato percorso di 73.5 chilometri con partenza e arrivo a El Volcan. La giornata è subito difficile, dal momento che la pioggia accoglie le atlete e consiglia alla prudenza in discesa ed in curva. La Alé-Cipollini, una delle cinque formazioni europee approdate in Argentina (le altre sono la Servetto-Footon, la belga Lares e le selezioni nazionali della Spagna e dell'Ucraina), decide subito di sfruttare l'occasione per far risultato e lancia all'attacco la campionessa polacca Malgorzata Jasinska, a cui si accoda prontamente l'interessante Jessenia Meneses, 20enne colombiana già ammirata in Europa con la Forno D'Asolo e ora alla Weber-Shimano. Le due atlete trovano il giusto accordo e ci si prepara alla volata a due, prima che proprio in prossimità del triangolo rosso dell'ultimo chilometro una foratura appiedi la colombiana sul più bello, spalancando così alla Jasinska le porte del successo solitario. Alle spalle della tenace polacca il gruppo giunge dopo 30", regolato allo sprint dalla statunitense Coryn Rivera davanti ad una brava Anna Trevisi, che centra così il terzo gradino del podio.

La notizia del giorno però era un'altra: a quasi sette anni di distanza dall'ultima gara disputata (ovvero il mondiale di Mendrisio, dove si classificò ottava), il Gran Premio San Luis ha segnato il ritorno ufficiale alle competizioni di Nicole Brändli, la campionessa svizzera capace di vincere tre Giri d'Italia nei primi anni Duemila. A 36 anni e divenuta, nel frattempo, madre di un bambino ha deciso di rimettersi in gioco per cercare di conquistare anche un posto per le Olimpiadi di Rio de Janeiro. La ritroviamo in gruppo con la casacca della Servetto-Footon di Dario Rossino, con il compito di trasmettere la sua grande esperienza anche ad alcune giovani interessanti. Si riparte da San Luis quindi e poco importa che una foratura chiuda anzitempo la sua prima giornata di corsa, il bentornato è d'obbligo in questi casi!

 

La prima alla Rivera, poi è riscatto Tagliaferro a Villa Mercedes
Il Tour de San Luis vero e proprio prende il via domenica 10 con la El Durazno-El Durazno di 110 chilometri leggermente ondulati ma che non precludono la conclusione allo sprint. La giornata è fortunatamente buona e in gruppo si respira già clima da battaglia, specie in occasione dei traguardi volanti, tanto che proprio in occasione di uno di questi la statunitense Lauren Hall finisce a terra coinvolgendo una compagna di squadra. Nel finale però il gruppo si presenta massiccio allo sprint sotto la spinta di Unitedhealthcare, Alé-Cipollini e nazionale ucraina e sul traguardo che tira all'insù che invita ad una volata di potenza è proprio la statunitense Coryn Rivera, talentuosa atleta che tra le juniores fu bronzo mondiale, a imporre stavolta la sua legge, conquistando la prima maglia di leader. Nulla può alle sue spalle Marta Tagliaferro, costretta ad accontentarsi della piazza d'onore e a cercare un pronto riscatto, terza l'olandese Kelly Markus seguita dalle cubane Sierra (che sarà grande protagonista) e González. Colpisce però il gran numero di atlete attardate e a pagare pegno è soprattutto la nazionale brasiliana, con la vincitrice uscente Janildes Fernandes a oltre 9 minuti e Ana Paula Polegatch (terza lo scorso anno) a oltre 20: per loro, evidentemente non nella forma migliore anche per qualche malanno fisico, l'obiettivo Rio sarà prioritario.

La seconda frazione invece prevede partenza e arrivo a Villa Mercedes dopo 98 chilometri che invita ancora una volta all'azione le velociste. Puntualmente, dopo cadute e schermaglie, si giunge allo sprint e questa volta il lavoro della Alé-Cipollini è impeccabile: grande trenata di Emilia Fahlin nell'ultimo chilometro prima che Marta Tagliaferro sprigioni tutta la sua potenza sui pedali e vada a cogliere di giustezza la vittoria, che rappresenta anche il primo successo italiano tra le donne in gare UCI. Una vittoria significativa quella della vicentina, giunta già alla nona stagione tra le Élite tra le quali aveva ottenuto finora un solo successo (a Bolzano nell'agosto 2013) a fronte di tanti bei piazzamenti e importanti soddisfazioni anche in pista. Una vittoria però dal sapore speciale, da dedicare alla propria nonna, a cui era molto legata, scomparsa proprio pochissimi giorni prima dell'avvio della gara. Alle spalle della Tagliaferro, divenuta leader grazie agli abbuoni, si rivede l'ucraina Valeriya Kononenko, capace di conquistare due titoli europei a cronometro e un argento in linea da juniores, quindi altro terzo posto per un'ottima Anna Trevisi e quindi Emilia Fahlin che, dopo aver lavorato egregiamente, centra un bel quarto posto.

 

García, Stephens, Hall: tre déjà-vu con esiti diversi
Le successive e decisive tre frazioni portano curiosamente alla ribalta le stesse identiche protagoniste di un anno fa, che iscrivono nuovamente il loro nome tra quello delle vincitrici anche se in maniera diversa. La prima tappa di questo trittico è la terza, ovvero la Naschel-Merlo di 121 chilometri di martedì 12, che si apre subito con un gran numero di atlete costrette ad abbandonare la corsa, molte per i sintomi di un'intossicazione alimentare: non prendono il via, tra le altre, Anna Sanchis e Flavia Oliveira, strada facendo si ritirano Laura Lozano, Anna Potokina e Kendall Ryan. La gara si mantiene viva con ripetute schermaglie, portate soprattutto dalla cubana Arlenis Sierra, decisa a rafforzare la leadership dei traguardi volanti. Dopo la fuga della messicana Hernández verso l'ascesa finale attaccano la cubana Iraida García e Janildes Fernandes che, in un moto d'orgoglio, prova almeno a conquistare un successo parziale. Il gruppo alle loro spalle non è lontano ma nell'ultimo chilometro il passo della Garcia si fa più deciso e la Fernandes è costretta a mollare la presa. La García continua a spingere e vanifica il ritorno del gruppo, dove si mette in ottima evidenza la cilena Aranza Villalón, 20 anni appena, che con uno scatto deciso va a prendersi la seconda posizione a 4" mentre a 5" un'ancora tenace Malgorzata Jasinska è terza davanti a Lauren Stephens. 14" è invece il distacco della colombiana Lorena Vargas mentre Janildes Fernades chiude a 25", con l'avanguardia del gruppo (in cui è presente anche una buona Brändli, sedicesima) regolata a 34" dalla cilena Paola Muñoz.

La García conquista il primato, messo però già in pericolo dalla frazione del giorno successivo, ovvero la cronometro di 12.8 chilometri con partenza e arrivo a El Durazno. Se lo scorso anno la statunitense Lauren Stephens si aggiudicò la prova per questione di centesimi nei confronti della connazionale Alison Tetrick, questa volta la portacolori della TIBCO ha voluto mettere le cose in chiaro, imponendosi in 17'32" alla media di quasi 44 orari. Consistenti i distacchi: 43" a Katie Hall, già saldamente leader dei GPM, 50" all'argentina Álvarez, 1'02" alla cubana Sierra e 1'05" alla cilena Villalón, che si conferma così come la giovane più interessante di questa edizione. Perdono oltre un minuto (rispettivamente 1'11" e 1'12") sia Jasinska che Fahlin in casa Alé mentre Iraida García non riesce nella difesa del primato e con 1'29" accusati cede la maglia proprio alla Stephens, che guida con quasi un minuto sulla Villalón e oltre un minuto su tutte le altre.

Sarà sufficiente alla statunitense per vincere il Tour? Se di mezzo c'è il Mirador de Potrero, l'ascesa simbolo della gara teatro dell'arrivo in salita della quinta frazione, lunga 97 chilometri con partenza da Juana Koslay, non è ancora detta l'ultima parola. Ad esaurirsi è l'avventura argentina di Nicole Brändli, costretta ad arrendersi anche lei ai malanni fisici e a non prendere il via mentre durante la frazione Arlenis Sierra conquista altri preziosi secondi ai traguardi volanti. Poi è la cilena Denisse Ahumada della WCT La Plata a prodursi in un bel tentativo solitario, prima della resa dei conti sull'ascesa conclusiva: Katie Hall attacca, per dimostrare una volta di più di essere la miglior scalatrice in gara, non risponde la Stephens che anzi si stacca mentre ben più brillante è Malgorzata Jasinska, che segue la statunitense senza perdere colpi; poco più indietro l'inesauribile Arlenis Sierra cerca di rifarsi sotto, tenendo entrambe a vista. L'ultimo chilometro è quello decisivo: la Hall allunga e va a vincere in solitaria, la Jasinska non riesce a tenere il ritmo e negli ultimi metri viene superata dalla Sierra, che chiude a 17" contro i 23" della campionessa polacca. Più indietro concludono la sempreverde Evgenya Vysotska a 37", l'indomita Iraida García a 53" e la basca dell'Alé Ane Santesteban. 1'27" è invece il ritardo accusato da Lauren Stephens e in virtù di ciò Katie Hall, ad una frazione dal termine, mette le mani sulla corsa, potendo vantare 24" sulla Jasinska e 25" sulla stessa Stephens.

 

Chiude Arlenis Sierra, il Tour va a Katie Hall su una brava Jasinska
Resta quindi da disputare l'ultima frazione, andata in scena nella giornata di ieri: 79 chilometri con partenza e arrivo a San Luis senza particolari difficoltà altimetriche. Se scalzare la Hall appare impresa difficile, restano ancora in lizza gli altri posti sul podio, con la cubana Arlenis Sierra decisa a sfruttare l'occasione grazie ai traguardi volanti, riuscendo nell'intento. Il finale invece è alquanto palpitante: un affondo della messicana Ana Teresa Casas ai 1500 metri provoca la reazione dell'avanguardia del gruppo con tutte le prime della classifica, compresa la Hall abile a non farsi sorprendere. L'azione della messicana è buona ma alle sue spalle Iraida García confeziona un capolavoro e con una splendida trenata pilota Arlenis Sierra verso gli ultimi metri. Alla sinistra della cubana tenta l'anticipo la cilena Muñoz ma negli ultimi metri la Sierra, due volte campionessa panamericana e grandissima protagonista in tutte le giornate di gara, rimonta e va a vincere per mezza ruota. Al terzo posto Malgorzata Jasinska suggella il suo podio, seguita dalla cilena Ahumada e da Marta Tagliaferro, che con il quinto posto regola il resto del gruppo a breve distanza.

Katie Hall, già miglior scalatrice lo scorso anno, si riconferma nella graduatoria ma questa volta aggiunge ad essa la più prestigiosa maglia di leader della generale, imponendosi con 20" sulla Jasinska e 23" sulla Sierra, con la Stephens che resta a 25" ma in virtù degli abbuoni scivola giù dal podio. Più lontana è Iraida García, quinta a 50" mentre buona è la prestazione di Emilia Fahlin, settima a 2'01". La ventenne Aranza Villalón, nona a 2'06", conquista la graduatoria delle giovani e sicuramente avrà attirato l'attenzione di qualche osservatore. Per quanto riguarda le atlete nostrane Marta Tagliaferro chiude senza dubbio positivamente una gara che l'ha vista tornare a vincere e battagliare nelle varie occasioni allo sprint. Bene anche Anna Trevisi, preziosa al supporto del team ma capace anche di ottenere buoni piazzamenti mentre in casa Servetto-Footon si è registrato l'esordio a tutti gli effetti, dopo le esperienze dello scorso anno nelle gare Open, di Katia Ragusa nella categoria Élite: per la vicentina, classe 1997, una buona e utile esperienza, con una dodicesima posizione nella frazione inaugurale che fa ben sperare per il prosieguo della stagione.

 

Ora il Women's Tour con Scandolara, Ratto e Guderzo
Archiviato il San Luis, ci si sposta immediatamente in Australia con il Santos Women's Tour che ha preso il via quest'oggi (la prima tappa è andata a Katrin Garfoot). Anche in questo caso la corsa anticipa quella dei colleghi uomini in programma da martedì 19 gennaio e vede subito protagoniste alcune delle nostre connazionali più attese: nella nuova Cylance Pro Cycling c'è infatti il debutto di Valentina Scandolara, vincitrice uscente della gara e già capace d'imporsi in una tappa del Mitchelton Bay Cycling Classic (gara non facente parte del calendario UCI) e di Rossella Ratto mentre nella Hitech Products è presente Tatiana Guderzo. Occorrerà invece attendere febbraio (si disputerà dal 2 al 5) per la disputa del Ladies Tour of Qatar, uno dei primi probanti scontri di questo inizio di 2016.

Vivian Ghianni

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