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Continental 2015: Le Continental italiane, II anno: verso direzioni diverse - Chi si afferma, chi cresce, chi tiene, chi non convince, chi chiude

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La Unieuro-Trevigiani si presenta ai nastri di partenza del Giro dell'Emilia © Ufficio Stampa Unieuro

Si conclude il secondo anno di Continental italiane, un progetto nato con l'ambizione di creare un cuscinetto tra dilettanti e professionisti, che ormai ha assunto tratti delineati. La nota a margine dell'anno 2015 è che ciascuno ha preso una propria strada: ogni squadra ha il suo imprinting e una volta dentro i regolamenti federali, ha sfruttato a suo piacimento le possibilità offerte di apparire. Con risultati completamente differenti da team a team, come vedremo nell'articolo che segue.

 

Chi si afferma: Unieuro - Trevigiani
Come già sottolineato l'anno precedente, chi è riuscito a trarre più profitto dall'esperienza continental è la Trevigiani, diventata quest'anno Unieuro grazie all'ingresso di un main sponsor di peso, la più grande catena italiana di negozi di elettronica. Un'esperienza che dopo 2 anni è vincente sotto ogni punto di vista: sotto quello dei risultati, la formazione trevigiana è la più competitiva a livello nazionale, unica a riuscire a opporsi con costanza allo strapotere di Zalf e Colpack, vincendo anche 2 internazionali (Poggiana con Nardelli e Liberazione con Gaday), e anche a livello internazionale, con Petilli che è riuscito a conquistare la Ronde de l'Isard, una delle più prestigiose corse a tappe riservate agli under 23; sotto quello della crescita degli atleti, con un bel nucleo di under 23 più che valorizzati, dei quali 3 passeranno al professionismo: Lorenzo Rota alla Bardiani, Simone Petilli alla Lampre e Lucas Gaday alla Roth-Skoda; sotto il piano commerciale, vista la sinergia con lo sponsor principale che ha cominciato a distribuire nei suoi negozi biciclette con gli stessi colori blu-arancio del team, facili da incontrare in giro per le città italiane. 

Della Unieuro si evince anche il dominio sulle altre continental nazionali: l'anno scorso fece razzia dall'Area Zero, recuperando i suoi corridori più talentuosi (Carboni, Petilli e Tecchio), nel 2016 schiererà Caciotti della GM e Malucelli dal team Idea. E funge da rilancio anche per corridori che sui confini italiani non riescono a trovare terreni per esprimersi al meglio, come Simone Ravanelli, proveniente dalla Palazzago. 

 

Chi cresce: Gm Cycling
Il progetto di Gabriele Marchesani (G.M., per l'appunto) venne presentato il 3 gennaio in pompa magna al Teatro Marrucino di Chieti. Un progetto ambizioso, atto a colmare il vuoto lasciato in Abruzzo dalla sparizione dell'Acqua & Sapone. La partenza non è stata fortunata: una lunga trasferta programmata in Russia tra aprile e maggio saltò per una epidemia influenzale all'interno del team. La GM voleva saltare solo la prima gara del challenge, ma il 'niet' degli organizzatori a riguardo costrinse la formazione abruzzese a un bel buco nel calendario mica da ridere. La prosecuzione della stagione ha regalato piccole soddisfazioni al team: le due vittorie di frazioni conseguite da Marco d'Urbano al Rhône-Alpes Isère Tour e da Filippo Fortin al Giro di Slovacchia, le ottime prestazioni dei più giovani José Tito Hernandez (2° alla Coppa della Pace e miglior scalatore al Giro delle Pesche Nettarine) e Andrea Cacciotti, il passaggio al professionismo dello stesso D'Urbano in maglia Roth. Soprattutto, il team dà segnali di continuità e crescita per il 2016, con un main sponsor ben definito (Europa Ovini, azienda di proprietà dello stesso presidente) a cui si somma la capacità di aver attratto l'isola di Ibiza nel pool di sponsor, grazie all'arrivo dello spagnolo José Márquez Romero, e con una formazione di 15 atleti già definita, nella quale resta Fortin e spiccano Ivan Balykin (dalla Rusvelo) e Davide Pacchiardo (Palazzago, ex campione nazionale élite). 

 

Chi tiene: Mg.Kvis - Vega
La prima annata della Vega - Hotsand pose molti dubbi sulla qualità del progetto, apparso molto debole a livello di organico, specie per quanto riguarda gli under 23. Con l'ingresso nella seconda annata dello sponsor di Angelo Baldini, l'Mg.Kvis che nel primo anno aveva patrocinato la Trevigiani, si è rafforzato anche l'organico: a Gianmarco Di Francesco, Moreno Giampaolo e Nicola Gaffurini si sono uniti Michele Gazzara (vincente in due internazionali), Antonio Santoro e Michele Scartezzini, portando in giro per l'Italia una formazione competitiva. La grossa nota negativa è però la stabile incosistenza a livello di under 23, che fa della formazione marchigiana una possibilità di rilancio per validi élite che non sono ancora riusciti a strappare un contratto professionistico, anche se tutt'ora non si ha notizia di alcun corridore della squadra riuscito a fare il grande salto

 

Chi non convince: D'Amico - Bottecchia
Restando nelle Marche, non decolla il progetto di Ivan De Paolis, partito nel 2014 sotto il nome di Area Zero con Andrea Tonti Ds, ottime prospettive e poi subito ridimensionato, specie nel calendario. Anche il 2015, con Massimo Codol che ha rimpiazzato Tonti, è stato abbastanza sottotono e nonostante ciò, il team persiste nella cocciuta idea di snobbare le corse dilettantistiche, anche quelle internazionali, col risultato di avere un gruppo di giovani anche abbastanza discreto (si pensi a Iltjan Nika, bronzo juniores ai mondiali di Firenze) che corre troppo poco per mettersi in evidenza. Un modo di affrontare il calendario che non è molto utile neanche a raccattare sponsor: non fosse per la presenza di Antonino Parrinello, più volte nei primi 10 nelle corse italiane, la D'Amico - Botecchia risulta quasi invisibile. Ci sono segnali di continuità per il 2016, ma con questo andazzo i costi supereranno di gran lunga i benefici. 

 

Chi chiude: Team Idea 2010
Si partì in 6 a ballare l'Hully Gully, poi due progetti migrarono all'estero: Forconi in Serbia con la Nankang-Dynatek si è arenato quasi subito, più fortuna hanno avuto Marchetti e Lorenzetto passando dalla Marchiol alla Roth-Skoda, che adesso approderà al professionismo. Dei 5 gruppi di quest'anno uno ci lascerà, in maniera definitiva: il Team Idea 2010 di Pier Gaffuri, in un certo senso il pionere delle Continental in Italia, primo team a raccogliere la sfida nel 2012. Una stagione ricca di alti e bassi, quella degli uomini diretti da Marco Cannone e Alberto Elli: la scelta rischiosa di investire su un corridore squalificato per aver saltato un controllo come Francesco Reda si è rivelata inizialmente vincente, raggiungendo l'apice col 2° posto conseguito ai campionati nazionali, poi deleteria nel momento in cui l'atleta calabrese è stato trovato positivo all'antidoping agli stessi campionati. Nonostante una stagione bella, che ha visto il team lombardo come la continental più presente e competitiva a livello internazionale coi 2 successi di Malucelli e i 3 di Viganò, tra i quali la classifica finale del Giro di Slovacchia, ed ha riportato lo stesso Davide Viganò tra i professionisti con l'Androni Giocattoli (firmando fortunatamente prima di rompersi il bacino), sono mancate le forze per proseguire. E vien difficile non pensare che la vicenda di Reda abbia infliuito in maniera negativa sulla ricerca di sponsor per il 2016. 

Nicola Stufano

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