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Vuelta a España 2015: Attacca e controlla, Aru corre da padrone - A Fuente del Chivo Fabio allunga su Tom Dumoulin ma cede a Quintana e Rodríguez | Cicloweb

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Vuelta a España 2015: Attacca e controlla, Aru corre da padrone - A Fuente del Chivo Fabio allunga su Tom Dumoulin ma cede a Quintana e Rodríguez

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Fabio Aru mantiene la maglia roja anche a Fuente del Chivo © Bettiniphoto

Nessun vincitore, quindi tutti vincitori: va così, in genere, quando un confronto sportivo si risolve con un sostanziale nulla di fatto. A Fuente del Chivo, primo dei tre consecutivi arrivi in quota asturiani sui quali molto della Vuelta a España si deciderà, la classifica non è poi cambiata più di tanto, al di là delle apparenze. La frazione, con due salite dure intervallate da 40 km di pianura (sì, senza discesa di mezzo), non si prestava peraltro a colpi di mano troppo generosi, e fatalmente tutto era rinviato alle rampi finali dell'Alto del Campoo, salita che portava al traguardo.

Partiamo col dire che Fabio Aru può vedere il bicchiere mezzo pieno, oggi: la sua Astana ha controllato senza patemi, lasciando andare la fuga del giorno (dominata dalla figura del rinato Alessandro De Marchi), ma non negandosi un'andatura bella sostenuta sull'ascesa conclusiva. E tra gli altri, uno dei più impegnati è risultato essere proprio quel Mikel Landa che si era ammutinato tre giorni fa ad Andorra. Dopo il lavoro dei suoi, Aru è andato all'attacco negli ultimi 2500 metri, e non è poi riuscito a impedire a diversi rivali di rifarsi sotto, ma quantomeno ha allontanato un po' Tom Dumoulin, che da secondo qual era è scivolato in terza posizione, e ora fa meno paura nell'attesa della crono (a lui favorevole) di mercoledì a Burgos.

 

Quintana guarito troppo tardi, Dumoulin perde terreno
Aru ha difeso senza problemi la sua maglia rossa, anche se nel finale ha ceduto qualche secondo a Nairo Quintana. Il colombiano, finalmente sfebbrato, è stato l'unico a resistere all'attacco del sardo ai 2500 metri (per la verità sulle prime anche Pawel Poljanski, compagno di Rafal Majka nella Tinkoff, si era accodato ai due), e poi agli 800 metri ha sferrato un contrattacco che l'ha portato a guadagnare 7" su Fabio. Quisquilie, considerando che Nairo è ben lontano in classifica (nono a 3' tondi dopo la tappa di oggi); motivo di nuovi rimpianti per la stagione un po' sfortunata del sudamericano della Movistar: non fosse stato ammalato nel giorno di Andorra, chissà cosa avrebbe potuto fare. Magari ha ancora il tempo di vincere una tappa, ma tornare a insidiare Aru pare ipotesi remota per lui, considerando anche che non ci saranno altri tapponi come quello andorrano.

Se Quintana è in ripresa, il suo compagno Alejandro Valverde è risultato un po' appannato, non riuscendo a rispondere ad Aru, e non accodandosi neanche al gruppetto di Esteban Chaves, Majka, Joaquim Rodríguez e Domenico Pozzovivo, rientrati in un secondo momento sulla maglia rossa e su Quintana. Valverde è rimasto con Dumoulin (e Dani Moreno), e alla fine tale drappello ha pagato 19" rispetto ad Aru; poco dietro rispetto a questi tre sono arrivati Louis Meintjes e Landa; poco più avanti invece si è inserito Mikel Nieve.

 

E tra gli altri, occhio a Rodríguez
Alla fine della fiera, ciò che più pare rimarchevole è la condizione di Purito Rodríguez, in visibile crescita: JRO ha scavalcato Dumoulin e ora è secondo a 26" dalla maglia rossa: domani e dopodomani avrà le sue chance più grandi per provare a ribaltare la Vuelta, e visto che di podi nei GT ne ha già conquistati, è ipotizzabile che il catalano della Katusha non voglia lasciare nulla di intentato.

Dumoulin è terzo della generale a 49" e continuerà a giocare in difesa, se non altro per provare a salvare il podio dall'assalto del pimpante Chaves (quarto a 1'29"). Gli altri: Majka non riempie gli occhi ma è sempre lì, quinto a 1'33", quindi Nieve (sesto a 2'10") precede Valverde (che paga 2'11"), Moreno (2'13") e Quintana (i già citati 3' tondi), con Romain Sicard decimo a 3'39" e Gianluca Brambilla 11esimo a 4'29", seguito da Meintjes (4'41") e Pozzovivo (solo 13esimo a 5'24").

 

Aru in pieno controllo della situazione
Ma Aru come esce da questa frazione? Benino, dài (il "dài" è una sua citazione!). Il suo attacco non è stato malvagio, benché giunto un po' tardi (ma in realtà essendo primo in classifica non è lui ad avere l'interesse di movimentare troppo le cose, se diamo per assunto che Dumoulin in salita sia comunque destinato a perdere qualcosa ogni giorno; gli altri scalatori coinvolti nella contesa fanno meno paura a cronometro e quindi Fabio ha meno bisogno di staccarli).

Non ci è piaciuto il rinculo che il sardo ha avuto quando Quintana (e in seconda battuta, per un attimo, anche Rodríguez) ha sferrato il suo contropiede, ma ci sta che il capitano dell'Astana, già di suo non troppo amico di certi cambi di ritmo, non abbia voluto svenarsi per andare dietro a un avversario così lontano in classifica, curandosi semmai di tenere a tiro quelli più vicini. La missione può insomma dirsi in qualche modo compiuta, per oggi: una tappa insidiosa è stata messa alle spalle senza danni, e ciò è senz'altro un bene.

Domani sarà un altro giorno, ma l'arrivo (a Sotres) ricorda, come caratteristiche, quello di oggi. Per cui sarà bene per l'Astana ripetere la stessa tattica odierna: far andare una fuga che possa portar via agli avversari di Aru gli abbuoni pericolosi; e poi restare vigili nel finale, negli ultimi 5 chilometri soprattutto, sperando che Fabio abbia gambe per rispondere ad eventuali attacchi, o per promuoverne in prima persona. Per quanto visto sinora, non è facile dubitare che il sardo possa confermarsi all'altezza di quanto mostrato fin qui.

Marco Grassi

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