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Vuelta a España 2015: Oliveira, alta velocità di crociera con inchino - Il portoghese prima in fuga, poi via da solo. Lampre-Merida vincente in ogni GT

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La tredicesima tappa si conclude a Tarazona con la vittoria in solitaria di Nelson Oliveira © Bettiniphoto

Ieri il Tour, ieri l'altro il Giro, oggi la Vuelta. La Lampre-Merida corre con la tripla, non inteso come corona, ma come vittorie nelle grandi corse a tappe in una sola stagione. Non sono tante le formazioni a poter vantare un record simile (anzi, è una cerchia ristretta: oltre agli uomini di Saronni, la BMC e l'Astana, due corazzate). La formazione blu-fucsia, infatti, in Italia ha collezionato quattro centri (Polanc all'Abetone, Ulissi a Fiuggi, Modolo a Lido di Jesolo e Lugano), ed alla Grande Boucle s'è affermata con Rubén Plaza a Gap. Mancava la Vuelta e puntualmente è giunta.

In Spagna è toccato a Nelson Oliveira, portoghese di Vilarinho do Bairro, nato nel 1989. Mai una vittoria in gare UCI, in compenso quattro volte Campione portoghese: tre a crono (2011, 2014 e 2015), una in linea (2014). Settimo nella crono iridata lo scorso anno (ma pure secondo a Mendrisio e quarto a Geelong, da Under 23), oggi ha messo in evidenza le doti sul passo, percorrendo da solo quasi 30 km. È scattato nella discesa dell'Alto de Moncayo, ai -27, interpretandola al meglio. L'attendismo nel gruppone dei fuggitivi e la giornata di calma relativa nel plotone l'hanno favorito, ma ci ha messo tanto di suo, Oliveira.

A Tarazona è sbucato sul rettilineo d'arrivo in beata solitudine, rifilando un minuto tondo tondo agli altri ventitré. Insomma, azzecca la fuga, prova ad andar via in salita (sempre sull'Alto de Moncayo), poi piazza la stoccata decisiva tra il falsopiano dopo il Gpm e la discesa. Praticamente perfetto. C'è anche tra i fuggitivi, chi fa salti di gioia e di classifica: Gianluca Brambilla e Romain Sicard partivano stamane da un 13° e 12° posto, rispettivamente, e si ritrovano a sera 9° e 10°.

 

Nella tappa da fughe tutti provano ad evadere
La tredicesima tappa metteva sul piatto 178 km da Calatayud a Tarazona, con in mezzo tre Gpm (tra cui un prima categoria, l'Alto de Beratón). Precede il trittico di montagne (sì, altre) e, dopo il riposo, la cronometro. È una delle ultime possibilità di veder la fuga andare in porto, logico che appena viene dato il via ci provino tutti quanti. Servono 25 km di scatti e controscatti perché tre atleti prendano il largo: si tratta di Sylvain Chavanel (IAM Cycling), Iljo Keisse (Etixx-QuickStep) e Jimmy Engoulvent (Europcar). Il loro piccolo vantaggio viene colmato in breve tempo dal gruppo, che ritorna compatto. Partono allora in cinquanta, dopo 35 km, ma il gruppo ancora si riporta sui battistrada.

 

Sull'Alto Collado de Oseja quattro al comando, altri inseguono
Inizia la prima salita di giornata, l'Alto Collado de Oseja, e prendono vantaggio Sylvain Chavanel (IAM Cycling), Nelson Oliveira (Lampre-Merida) e Yukiya Arashiro (Europcar), con la prima ora di gara che fila via alla media di 44.6 km/h. Mentre sui tre davanti si riporta anche Alessandro De Marchi (BMC), Nairo Quintana è in difficoltà: il colombiano non ha superato i problemi patiti nel tappone di Andorra e chiede più volte il supporto dell'ammiraglia. Sull'Alto Collado de Oseja non si esauriscono gli attacchi ed ecco che ai quattro di testa si aggiungono altri quattro: Mikaël Cherel (AG2R La Mondiale), Jérôme Coppel (IAM Cycling), Rubén Plaza (Lampre-Merida) e Jelle Vanendert (Lotto-Soudal). Al Gpm Plaza precede Oliveira e Coppel, con il gruppo che è a soli 20", fatto che permette ad altri corridori di riportarsi sui battistrada nella discesa.

 

Un altro rimescolamento: 24 in testa sull'Alto de Beratón
Al km 62 rientrano Nicolas Roche e Segio Henao (Sky), David Arroyo (Caja Rural-Seguros RGA), Julien Simon (Cofidis), Kévin Réza (FDJ), José Joaquín Rojas (Movistar), Romain Sicard (Europcar) e Pawel Poljanski (Tinkoff-Saxo), ma appena inizia la salita verso l'Alto de Beratón si ritrovano in ventiquattro davanti. Questi gli uomini che prendono il largo: Sergio Henao e Nicolas Roche (Sky), Mikaël Cherel e Rinaldo Nocentini (AG2R La Mondiale), Alessandro De Marchi (BMC), David Arroyo (Caja Rural-Seguros RGA), Yohan Bagot e Julien Simon (Cofidis), Niki Terpstra e Gianluca Brambilla (Etixx-QuickStep), Kenny Elissonde e Kévin Réza (FDJ), Sylvain Chavanel e Jérôme Coppel (IAM Cycling), Rubén Plaza, Valerio Conti e Nelson Oliveira (Lampre-Merida), Maxime Monfort (Lotto-Soudal), José Joaquín Rojas (Movistar), Stephen Cummings (MTN Qhubeka), Cameron Meyer (Orica), Yukiya Arashiro e Romain Sicard (Europcar), infine Pawel Poljanski (Tinkoff-Saxo).

 

L'Astana controlla, il vantaggio supera i quattro minuti
All'Astana di Fabio Aru la fuga va bene, visto che i più temibili per il sardo in maglia roja sono Romain Sicard e Gianluca Brambilla (rispettivamente distanti 6'41" e 6'42"). Mentre si ritirano Mattia Cattaneo e Mitchell Docker, sull'Alto de Beratón passa per primo ancora Plaza, con Elissonde, Arashiro e Monfort subito a seguire. Il plotone si trova a due minuti e mezzo, ma tra il falsopiano dopo il Gpm e la discesa il margine si dilata: a 83 km dal traguardo i ventiquattro uomini hanno 3'20" ed al rifornimento - siamo ai -75 - i battistrada hanno portato il gap a 4'15". A 55 km dalla fine il vantaggio tocca il picco, 4'40", e l'Astana si mette a tirare forte: come l'Astana, il vento, che oggi si sente eccome. Fatto sta che con gli uomini di Aru al comando il vantaggio dei ventiquattro battistrada scende a 3'16".

 

Sull'Alto de Moncayo scatta il polacco Poljanski
Lo sprint con abbuoni di Veruela, posto a 43 km dal traguardo di Tarazona, Gianluca Brambilla precede Romain Sicard e Yukiya Arashiro, poi inizia l'ultima salita di giornata, l'Alto de Moncayo. I primi a tentare l'allungo nel gruppo dei ventiquattro sono Nelson Oliveira e Sylvain Chavanel: gli altri sono a 12", il gruppo, sempre tirato dall'Astana, a 3'35". Su Oliveira e Chavanel si riporta Alessandro De Marchi quando mancano 38 km alla fine. Allunghi anche di Monfort e Poljanski; quasi nessuno era riuscito a far davvero la differenza, mentre il polacco classe '90 della Tinkoff-Saxo si porta in testa da solo: 37 km da percorrere da solo però sono decisamente troppi. Poljanski transita da solo sull'Alto de Moncayo con 20" su Roche, De Marchi e gli altri ex compagni di fuga, mentre il gruppo maglia roja passa con un ritardo di 4'32".

 

Inizia lo show di Oliveira, s'invola e nessuno gli resiste
Sembra non guadagnare troppo, pare un allungo come molti ce n'erano stati, quello di Oliveira, ma già nella discesa mette in cascina 30" sugli ex compagni di fuga. Arriva in pianura e nessuno crede che possa portare a termine l'azione: eppure il suo vantaggio è di un minuto abbondante sui ventitré inseguitori e 5'10" sul gruppo maglia roja. Ormai è fatta, lo capisce anche Oliveira, sempre spronato, fin sotto il traguardo, da Orlando Maini. Il ds della Lampre-Merida rischia di sfondare la portiera del'ammiraglia, a forza di manate. L'effetto però si riflette sul suo portoghese, posizione da cronoman, vittoria quasi in tasta.

 

Simon regola gli inseguitori, gruppo a oltre 4'. Brambilla e Sicard in top ten
Arriva a Tarazona in tranquillità e solitudine, Nelson Oliveira. Si porta sul traguardo, esulta, fa un inchino, esulta ancora: la prima vittoria fuori dal Portogallo non si scorda. Dietro, due situazioni opposte: i ventitré inseguitori di Oliveira non si dannano l'anima, consapevoli ormai che il ragazzo è arrivato. In gruppo, invece, all'Astana si sostituisce in testa la Tinkoff-Saxo, che non vuol far rientrare troppo in classifica Gianluca Brambilla e Romain Sicard.

Sul traguardo arrivano gli inseguitori di Oliveira, in ritardo di un minuto:li regola Julien Simon, furioso per la possibile vittoria sfumata, poi l'irlandese Nicolas Roche. Quarta piazza a Sylvain Chavanel, che sin da subito ha creduto in questa fuga, quindi José Joaquín Rojas, Rinaldo Nocentini, Kévin Réza, Mikaël Cherel, Cameron Meyer e Maxime Monfort. Il gruppo chiude a 4'48", con l'eccezione di Gediminas Bagdonas, che ai 500 metri si produce in un assolo per il 25° posto, 5" davanti agli altri.

 

Aru non corre pericoli, domani si ricomincia a salire a Fuente del Chivo
Niente cambiamenti per quel che riguarda i piani alti della classifica generale, dove Fabio Aru occupa sempre l'attico, mentre Purito Rodríguez è a 27" e Tom Dumoulin a 30". Quarto a 1'28" Rafal Majka, seguito da Esteban Chaves a 1'29", Alejandro Valverde a 1'52", Dani Moreno a 1'54", Mikel Nieve a 1'58". Gianluca Brambilla si ritrova nono a 2'51", stesso distacco di Romain Sicard, decimo: la scalata di giornata è la loro.

Ora niente più scherzi, niente più fughe che arrivano (forse...), perché da domani inizia un trittico montano da far paura: l'arrivo all'insù di Fuente del Chivo come aperitivo, quindi Sotres e per finire la dura tappa di Ermita de Alba, con sette Gpm. Martedì si riposa e mercoledì è il giorno della crono di Burgos, favorevole più a Tom Dumoulin che a Fabio Aru. Il sardo di Villacidro dovrà darci dentro per tre giorni e staccare quanto più possibile l'olandese, mai così forte.

Francesco Sulas

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