Vuelta a España 2015: Aru va di fioretto, la stoccatina arriva - Fabio stacca i rivali nel finale, Froome soffre. Lindeman vince in fuga, Chaves ancora leader
- VUELTA A ESPAÑA 2015
- Movistar Team 2015
- Orica - GreenEDGE 2015
- Team Giant - Alpecin 2015
- Team Sky 2015
- Alejandro Valverde Belmonte
- Amets Txurruka Ansola
- Bertjan Lindeman
- Carlos Julián Quintero Norena
- Christopher Froome
- Daniel Moreno Fernández
- Fabio Aru
- Gediminas Bagdonas
- Ilia Koshevoy
- Joaquim Rodríguez Oliver
- Joaquim Rodríguez Oliver
- Johan Esteban Chaves Rubio
- Jérôme Cousin
- Nairo Alexander Quintana Rojas
- Tom Dumoulin
- Vasili Kiryienka
- Uomini
È bastato un chilometro e mezzo ed un caldo soffocante perché le prime e provvisorie sentenze della Vuelta a España arrivassero. Una su tutte: Fabio Aru c'è, è capitano unico dell'Astana e non ha intenzione di stare a guardare. Il sardo ha attaccato ai 1500 metri, propio quando Chris Froome si staccava dal gruppo dei migliori: le prime sorprese della Vuelta racchiuse in pochi metri, in pochi secondi.
Il vincitore del Tour accaldato e lasciato sulla strada perfino da Nicolas Roche, sulla carta fido gregario (ma sulla strada?); Nairo Quintana che non ha portato nessun attacco significativo, al contrario di Fabio Aru. In un chilometro e mezzo ha messo in chiaro alla squadra (ma ce n'era bisogno?), agli addetti ai lavori ed a Mikel Landa, compagno con cui partiva ad armi pari (anche qui, sulla carta), che la punta dei kazaki è lui. Un attacco dei suoi, a fondo, senza risparmiarsi. Sono bastati quei pochi metri di forcing per far sì che Aru quasi andasse a riprendere i fuggitivi, in quel momento rimasti in tre (Lindeman, Cousin e Koshevoy).
Prime salite, escono i valori in campo: Landa si defila
Primi caldi, prime salite vere, prime scoppole: i 191.1 km da Jódar a La Alpujarra non saranno certo memorabili, ma iniziano a tratteggiare i motivi di questa Vuelta a España. Se sulla coppia Astana, dopo l'espulsione dalla corsa di Vincenzo Nibali (e soprattutto dopo le vicende del Giro), c'era qualche dubbio, l'ha sciolto a fine tappa lo stesso Mikel Landa: «Aru è il nostro capitano, io sto peggio». Dichiarazione che seguiva i fatti, con il basco in ritardo di 1'03" da Bertjan Lindeman, vincitore di giornata. Più rilevante il passivo rispetto a Fabio Aru, 34" sparsi in 1500 metri, mentre il gruppo con Quintana, Valverde, Pozzovivo, Majka, Dumoulin e la maglia roja Chaves era a 27". Non è certo una Vuelta finita ma ben indirizzata, quello sì.
Aru, da oggi una Vuelta tutta all'attacco
Una Vuelta che, da oggi a Madrid, vedrà spesso e volentieri queste stilettate di Fabio Aru, non buttate lì per caso o per i fotografi. La gamba c'è eccome, i dati cronometrici lo dimostrano pienamente. Fabio, dopo una bella piazza d'onore al Giro, si accinge a dare spettacolo su queste salite spagnole (ce ne saranno di ben peggiori) e già sulla prima è stato puntualissimo. Ok, non ha ammazzato la corsa (ci mancherebbe!), non ha deciso un bel nulla, ma ha dato una discreta dimostrazione di forza: per gli avversari, reduci dal Tour ed apparsi un po' stanchini (ma è solamente il caldo folle, per alcuni), è giunto il momento del contrattacco. Già da domenica, a Cumbre del Sol (ma anche domani l'Alto de la Cresta del Gallo, nella tappa di Murcia, potrebbe fungere da trampolino di lancio), quinto arrivo in salita della Vuelta.
Froome (non) frulla a vuoto. Impossibile l'accoppiata col Tour?
Se Aru ha dimostrato che nell'arco della stagione corre pochino ma massimizza le sue presenze in termini di prestazioni, ben diverso il discorso che va fatto per Chris Froome. Il vincitore del Tour de France non ha mai giocato con la sua Sky com'è solito fare nelle prime tappe con arrivo in salita, dando la mazzata. L'ha anzi subita, staccandosi ai 1500 metri, proprio mentre Aru piazzava il suo affondo. Froome potrebbe aver patito il caldo ed il ritmo impostato prima dai Movistar, poi dall'Astana, con Luis León Sánchez e Dario Cataldo.
Ha pagato, in termini di secondi, quanto Landa (ed altri, chiaro): 34" ad Aru e 27" al gruppo Quintana. Deve rimettersi in carreggiata presto, se non vuole saltare già prima del riposo. Saltare oppure rinunciare alla prima vittoria della Vuelta, corsa sempre sfiorata, accarezzata, ma che manca al suo palmarès (non è l'unica). Il kenyano bianco solitamente si stacca e poi rientra di testa e di frullata, oggi gli è mancata la seconda parte dell'azione. C'è da notare che mentre andava alla deriva né Nicolas Roche, decimo al traguardo e miglior Sky in classifica (è quarto a 36" da Esteban Chaves), né Mikel Nieve, comunque arrivato a 9" dal gruppo Quintana (a 16" da Aru), l'hanno atteso. La Sky punta su Froome, per la classifica, o ha cambiato piani in corsa?
La fuga premia Lindeman, ma che bravo Koshevoy!
A margine di ciò, il primo vero arrivo in salita della Vuelta a España vedeva la vittoria dell'olandese Bertjan Lindeman. Il Lotto.NL-Jumbo era andato in fuga dopo 10 km con Carlos Quintero (Colombia), Amets Txurruka (Caja Rural-Seguros RGA), Ilia Koshevoy (Lampre-Merida) e Jérôme Cousin (Europcar). Il quintetto non aveva incontrato opposizione dal gruppo ed aveva rapidamente guadagnato sino a 13'10".
L'Orica di Esteban Chaves, impossibilitata a ricucire da sola sui primi, veniva aiutata da Astana, poi Sky e Movistar, ed il margine dei cinque scemava pian piano; ai -18.7, dove la salita di La Alpujarra aveva ufficalmente inizio, c'erano da recuperare ancora 4'12". Pochi ma non pochissimi. Era la Movistar di Quintana e Valverde a dettare il ritmo e si arrivava a metà ascesa, con 4 km pianeggianti, nella seguente situazione: Lindeman, Cousin, Txurruka, Koshevoy e Quintero in testa, gruppo a 2'30".
Duello a tre nel finale, poi l'olandese mette d'accordo tutti
Là davanti la bagarre si accendeva ai -6.5, con l'attacco di Jérôme Cousin che tagliava fuori subito ed in maniera definitiva Carlos Quintero, mentre Ilia Koshevoy stringeva i deti. In testa c'erano ora Jérôme Cousin, Amets Txurruka e Bertjan Lindeman, ma Ilia Koshevoy, bielorusso trapiantato a La Spezia, rientrava. Rientrava e scattava in faccia a tutti e tre con 5.5 km da percorrere. Amets Txurruka provava a tenere il ritmo del Lampre-Merida ma non era giornata.
Koshevoy veniva raggiunto da Cousin ai -3, quindi spuntava anche Lindeman. Cousin allungava ancora ai 1800 metri, con Lindeman che non mollava mentre Koshevoy pareva destinato a soccombere. Invece il giovane bielorusso, un GP Liberazione all'attivo nel 2013, risorgeva per l'ennesima volta. Cousin aveva un problema durante il surplace e finiva a terra, Koshevoy si dimostrava - stavolta per davvero - alla frutta, Lindeman approfittava di tutto ciò, battendo il povero bielorusso.
Aru, Quintana, Froome e gli altri pretendenti (mentre Chaves...)
Alle spalle infuriava la tempesta, con la rapida ascesa di Aru, la resistenza di Quintana e soci, il passaggio a vuoto di Froome. Esteban Chaves, ieri favoloso come e più che a Caminito del Rey, non mollava e chiudeva con gruppo di Quintana (così come Tom Dumoulin), così da mantenere la maglia roja, con l'olandese a 10" e Daniel Martin a 33". Fabio Aru balzava dalla decima all'ottava piazza, 57" da recuperare: come Quintana. Peggio Froome, da stasera dodicesimo a 1'22" e con un bell'interrogativo: in Sky è davvero il capitano?