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Vuelta a España 2015: Nibali a traino come un pesce lesso - Incredibile autogol di Vincenzo, espulso dalla corsa per essersi attaccato all'ammiraglia Astana | Cicloweb

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Vuelta a España 2015: Nibali a traino come un pesce lesso - Incredibile autogol di Vincenzo, espulso dalla corsa per essersi attaccato all'ammiraglia Astana

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Vincenzo Nibali espulso dalla Vuelta 2015 © Bettiniphoto

Un brutto giorno per Vincenzo Nibali e il ciclismo italiano, questo 23 agosto 2015. Non drammatizziamo, ma il campione di Messina ha raccattato alla Vuelta a España una figuraccia che resterà nella memoria. Espulso con ignominia dopo appena due tappe (in realtà una, visto che la prima è stata disputata per onor di firma), esposto ai rimproveri di mezzo mondo ciclistico, per una baggianata che avrebbe potuto evitare (certo a caro prezzo, ovvero uscendo di classifica).

Il guaio è iniziato a circa 30 km dall'arrivo della frazione di Caminito del Rey, quando Vincenzo è andato giù insieme a molti altri corridori (tra cui il compagno Paolo Tiralongo, finito col viso tumefatto e molti punti tra zigomo e sopracciglio sinistro), perdendo così un minuto e mezzo dai migliori; poi è riuscito a rientrare ai -10 (giusto in tempo per farsi staccare nel finale, sulla rampa d'arrivo, e perdere un minutino dai big): un miracolo, visto che davanti Katusha e Movistar tiravano forte?

 

Vincenzo, sembrava quasi un miracolo
A ben riguardare le immagini dell'inseguimento di Nibali, però, il miracolo in questione perde tutta la sua aura: a 16 km dal traguardo, con meno di 40" ancora da recuperare, si vede Nibali allungare leggermente nel gruppetto dei ritardatari, venire raggiunto dall'ammiraglia Astana, attaccarsi al finestrino (o allo specchietto retrovisore) e prendere il volo, con uno slancio a quel punto determinante per rientrare sul gruppo buono.

Nibali ha comunque speso tanto per rientrare, è stato aiutato dai compagni (prima Dario Cataldo e Diego Rosa, poi Andrey Zeits) ma ha spinto molto in prima persona, e ha consumato così quelle energie che poi gli sono mancate per tenere il ritmo di Quintana (o almeno di Chris Froome; o almeno di Fabio Aru; o almeno di Domenico Pozzovivo) sulla salitella conclusiva.

La giuria non ha però potuto fare a meno di riunirsi, dopo la tappa, per discutere la questione del traino di cui ha beneficiato lo Squalo. E non ha potuto fare a meno di prendere la decisione più scioccante: espulso Vincenzo dalla Vuelta, tanti saluti a tutti e corsa che perde immediatamente e nella maniera meno edificante uno dei protagonisti più attesi e titolati.

 

Un evento praticamente senza precedenti
A rovistare nella memoria, non ci torna in mente un precedente simile, con un big buttato fuori per traino da una corsa di questa importanza. Certo c'è Chris Froome che al Giro 2010 fu espulso per traino sul Mortirolo; ma all'epoca il britannico era ancora uno sconosciuto pedalatore di terza fila, come tutti quelli che generalmente incappano in simili incidenti di percorso.

Detenere un simile primato sarà una piccola onta sul curriculum del messinese, purtroppo. Un evento del genere potrebbe peraltro accelerare il disgregamento (già in atto) del rapporto tra Vincenzo e l'Astana (i cui direttori sportivi sono però quantomeno corresponsabili del fattaccio), e spingere con maggiore decisione il corridore verso altri lidi nel 2016.

Non ci va di fare troppe questioni morali (son fatti che in corsa capitano più spesso di quanto si pensi, e che solo a volte vengono sanzionati, ma quando c'è la flagranza i giudici non possono fare sconti), del resto se Nibali non fosse rientrato nel gruppo avrebbe accusato quantomeno tre minuti di ritardo dai migliori, e la sua Vuelta - per quel che riguarda la classifica - si sarebbe ugualmente chiusa. Ma l'onore (diciamo così) sarebbe stato salvo, invece il traino di oggi espone Vincenzo a sberleffi e spernacchiamenti non certo meritati.

 

Per Aru le cose si semplificano
Ora vogliamo però essere malignetti: Fabio Aru (e in subordine Mikel Landa) staranno versando calde lacrime in hotel, stasera, sapendo che va via l'ingombrante figura di Nibali, non prevista alla Vuelta fino a un mese fa e inserita in un meccanismo a tre punte che avrebbe avuto bisogno di molta sagacia per funzionare?

Di sicuro ci sarà solidarietà tra compagni, ma in fondo al cuoricino il sardo (che al traguardo ha preceduto di 4" Landa, pur pagandone una decina a Quintana e poco meno a Froome) si sentirà più leggero, non dovendo più condividere la scena con lo Squalo. Ora l'Astana sarà tutta per lui (considerando Landa un battitore libero fin quando possibile) e non ci saranno più fraintendimenti su chi sarà il capitano. Tra l'altro lo stesso Aru è caduto nel capitombolo dei -30, ma è riuscito a ripartire rapidamente senza restare invischiato nel gruppo dei ritardatari. La sua Vuelta assume contorni più semplici, malgrado le botte e malgrado il chiasso scatenato intorno al caso Nibali e che sicuramente per un paio di giorni non lascerà tranquilla la squadra. Dopodiché, dipenderà da lui.

Marco Grassi

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