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Tour de Pologne 2015: Pelucchi, l'esplosione si è sentita da casa! - Straordinaria volata di Matteo, Kittel secondo con polemica, Nizzolo terzo. Caduta epocale ai 300 metri

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Matteo Pelucchi esprime una poderosa volata per battere Marcel Kittel © Bettiniphoto

Non è equiparabile, come prestigio, al successo che colse un anno e mezzo fa nella tappa di Cascina alla Tirreno-Adriatico; ma l'affermazione di Matteo Pelucchi oggi a Dabrowa Górnicza, nella seconda tappa del Giro di Polonia, è un bel modo per interrompere il digiuno in gare World Tour. Intanto perché questa seconda vittoria WT viene a sei mesi dall'ultimo squillo in assoluto (a cavallo tra gennaio e febbraio il giussanese conquistò un paio di gare della Challenge Maiorca), tantini per un velocista.

E poi perché il corridore della IAM Cycling ha battuto un certo Marcel Kittel, al termine di una volata che definire strepitosa equivarrebbe addirittura a ridurne la bellezza: uno spunto straordinario, quello di Pelucchi, che a 150 metri dalla fine ha innestato una marcia troppo forte per chiunque, dribblando avversari e imponendosi nettamente davanti al tedesco, tra l'altro parecchio incavolato per una manovra dello stesso Matteo, giudicata al limite della scorrettezza, ma francamente lecita (la giuria infatti non ha battuto ciglio).

 

La fuga a 5, il lavoro di Aru per Guardini
La cronaca della tappa fino al rettilineo finale è presto fatta: fuga a cinque con Marcus Burghardt (BMC), Martijn Keizer (Lotto NL), Sander Armée (Lotto Soudal), Adrian Kuriek (CCC) e Kamil Gradek (Selezione Polonia), vantaggio che non ha mai superato il paio di minuti, e destino segnato in vista della volata finale. Kuriek ha raggranellato altri punti Gpm dopo quelli conquistati ieri, Burghardt ha perso contatto dal drappello a 50 km dalla fine, e gli altri 4 sono stati ripresi ai -18, previo buon lavoro di Giant e Orica (le formazioni di Kittel e Caleb Ewan, primo e secondo ieri a Varsavia).

Una volta raggiunti i fuggitivi, i treni dei velocisti hanno dato grandi saggi di controllo della situazione, e tra gli altri si è segnalato quello dell'Astana, con Andrea Guardini da lanciare e con un Fabio Aru (al rientro dopo il Giro) impegnatissimo a tirare a lungo.

 

La maxicaduta innescata da un tocco tra Ewan e Modolo
Fino a 5 km dal traguardo l'Astana ha tenuto saldamente in mano le redini della situazione; dopodiché sono emerse altre formazioni, come la Trek di Giacomo Nizzolo (ai -4), e poi ancora la Orica già ai -2. Ewan, giustamente, scalpitava, e avrebbe fatto di tutto per rendere ai compagni il favore di tutto quel lavoro fatto per lui.

Il diavolo ci ha però messo la coda, o meglio: ce l'ha messa Sacha Modolo. Pilotato da Niccolò Bonifazio, il veneto della Lampre ha fatto (in uscita dall'ultima curva del circuito, ai 300 metri) una leggera scodata (nulla da imputargli, ovviamente). Quanto è bastato per urtare con la sua posteriore l'anteriore di un Ewan forse un po' distratto nell'occasione.

Caleb è andato pesantemente giù, ha urtato Nizzolo che con un mezzo miracolo è rimasto in piedi lanciandosi poi subito verso lo sprint; ma quel che è riuscito al milanese della Trek non è riuscito ad altre decine di corridori: tanti ne sono caduti appresso a Ewan, chi catapultato sull'asfalto, chi arrivando in dérapage, chi venendo tamponato in frenata, chi venendo semplicemente abbattuto da tutti i lati. In pratica tutti quelli finiti per terra hanno creato un enorme tappo che ha bloccato l'intera sede stradale, lasciando via libera a soli 9 uomini (quelli che si trovavano più avanti rispetto a Ewan, o che sono riusciti a divincolarsi mentre il resto del mondo andava al tappeto, fortunatamente senza grosse conseguenze fisiche, stando ai primi bollettini).

 

La Lampre spreca un po', Pelucchi fa un capolavoro
Su quel rettilineo le cose si erano messe in un modo che pareva che la Lampre non potesse fisicamente farsi sfuggire la vittoria: Bonifazio è stato ottimo, tirando Modolo fino ai 100 metri e non smettendo di tentare il personale sprint mentre la linea d'arrivo s'avvicinava. Alle spalle dei due blu-fucsia (e di Nizzolo che quasi li affiancava) c'era Marcel Kittel, ma quella scia era desiderata anche dal sopraggiungente Pelucchi, arrivato a velocità doppia su Marcel, urtandolo leggermente.

Dopo il contatto, Kittel ha optato per prendere la via di fuga a destra, mentre Matteo si è rilanciato a sinistra, dribblando Nizzolo e risultando imprendibile per gli connazionali; Kittel, dall'altro lato, ha superato i due Lampre ma non ne ha avuto abbastanza per riprendere Pelucchi, ormai in dirittura, e già esultante vista la nettezza con cui ha preceduto gli avversari. Il capitano della Giant non era però contento, e ha indirizzato all'italiano un epiteto ben poco gentile. Poco male, in ogni caso: si tiene il secondo posto e la maglia di leader, confermata, e la rabbia accumulata oggi proverà a sfogarla nella volata attesa domani al termine dei 166 km della Zawiercie-Katowice, terza tappa del Giro di Polonia.

 

Nell'ordine d'arrivo c'è anche Puccio; Kittel resta leader
Pelucchi primo e Kittel secondo, quindi; al terzo posto Nizzolo ha preceduto il belga Kris Boeckmans, poi nell'ordine d'arrivo troviamo Modolo e Bonifazio subito davanti a Salvatore Puccio, settimo; ottavo Lasse Norman Hansen, nono (e ultimo dei "sopravvissuti" alla caduta) Mitchell Docker; tutti sono stati comunque cronometrati con lo stesso tempo, vista la neutralizzazione seguita all'epocale capitombolo, ad eccezione dell'unico ritirato odierno, David De La Cruz, vittima di un'altra caduta lontano dal traguardo.

In classifica Kittel resta in giallo e ha 10" su Ewan, 12" su Bonifazio e Nizzolo, 13" su Burghardt (che ha raccolto un po' di abbuoni nel corso della fuga), 16" su un nutrito drappello di inseguitori guidato da Boeckmans.

Domani, come detto, si sprinta ancora (a meno di sorprese), ma poi già da mercoledì le altimetrie del TDP si incresperanno, promettendo esiti un po' meno scontati rispetto ai consueti volatoni di inizio gara.

Marco Grassi

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