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Tour de France 2015: Vincenzo, le quotazioni sono in netto rialzo - La crisi dei Pirenei è definitivamente alle spalle. Il podio per Nibali non è utopia | Cicloweb

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Tour de France 2015: Vincenzo, le quotazioni sono in netto rialzo - La crisi dei Pirenei è definitivamente alle spalle. Il podio per Nibali non è utopia

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Un Vincenzo Nibali convincente sulla salita di Mende © Bettiniphoto

Ed eccoci qui col nostro quotidiano bollettino dal fronte Nibali. Compito assai più facile quando il principale rappresentante del nostro ciclismo al Tour de France si comporta bene (come sta facendo nelle ultime tappe), piuttosto che quando vive momenti difficili (come nella prima frazione dei Pirenei) o difficilmente catalogabili (Mûr-de-Bretagne, Cauterets).

La notizia migliore è che la buriana è definitivamente alle spalle. La conferma sul tetto della Grande Boucle pare impossibile, troppe le distanze dai primi, troppi gli avversari che ancora ci sono tra Vincenzo e il primo posto: ci mettiamo una pietra sopra, insomma (già l'avevamo fatto), lasciando giusto uno zerovirgola di percentuale in ossequio al motto che nella vita tutto è possibile.

Diversa è però la questione riguardante la lotta per il podio: un obiettivo che per lo Squalo dello Stretto resta complicatissimo, ma non irraggiungibile, e qui analizzeremo le motivazioni di tale assunto.

 

Nibali di gambe e di testa
Per correre bene occorrono fondamentalmente due cose: la testa e le gambe. In assenza di una di queste due caratteristiche, si può parzialmente sopperire con l'altra; in assenza di tutte e due, la cosa diventa decisamente difficilotta. Possiamo dire che a La Pierre-Saint-Martin Vincenzo abbia proprio corso senza testa e senza gambe. Schiacciato da una situazione psicologica appesantita da troppe pressioni, la quale l'ha probabilmente portato anche a esagerare alcuni problemi fisici figli della caduta di Le Havre, Nibali nell'occasione è colato a picco, mentre Chris Froome menava fendenti a destra e a manca.

Dopo una giornata di alti e bassi tra Tourmalet e Cauterets, nella terza e ultima tappa pirenaica, a Plateau de Beille, possiamo dire che Vincenzo abbia corso più con la testa (attaccando con rabbia, ma gestendosi bene e arrivando poi coi migliori) che con le gambe; oggi a Mende ci ha messo le gambe, per un attacco con Nairo Quintana che ci ha fatto vibrare, ma ha scordato di soppesare gli sforzi (testa non presente al 100%, quindi), e ha poi pagato qualcosa dai rivali più forti.

Tutto ciò ci porta a pensare che nel momento in cui si compirà la perfetta simbiosi tra l'una caratteristica e l'altra, potremo finalmente riavere il Vincenzo Nibali del Tour 2014, quello che non temeva niente e nessuno e che andava a vincere la Grande Boucle da padrone.

 

Il tutto che ancora può succedere
Oggi lo Squalo ha sperimentato nuovamente la possibilità di staccare di forza lo spauracchio Froome; l'ha fatto su una salita non del tutto adatta ai suoi mezzi, e contestualizzata nel finale di una tappa che in precedenza non aveva offerto troppo per quel che riguarda la lotta degli uomini di classifica.

L'attitudine all'attacco (e la possibilità che essa sia supportata da gambe all'altezza) è però quella dei tempi migliori; e coniugata nei prossimi giorni a percorsi e situazioni di gara più favorevoli al capitano dell'Astana, potrà produrre risultati molto interessanti. Tutto è demandato alle Alpi, come noto, ma se abbiamo avuto la pazienza di superare la sbornia pirenaica, potremo ben resistere fino a lunedì (per il primo antipasto, a Gap), e poi - dopo il riposo - ancora fino a mercoledì: è stato detto in tutte le salse, ci attendono tappe in cui la classifica potrà essere rivoluzionata, ed è allora che conterà mettere a segno le stoccate giuste. Insomma, c'è ancora spazio per risalire quella benedetta generale.

 

Terza settimana, corsa da fare su Valverde e Contador?
Intanto oggi Nibali, pur perdendo nel finale le ruote di Quintana e Froome, Valverde e Contador, un piccolo passetto in avanti l'ha fatto: dal nono posto è risalito all'ottavo, scavalcando Tony Gallopin (gli è stato sufficiente dargli 21" a Mende per passargli davanti).

Guardando avanti a sé, Vincenzo ha il settimo posto di Robert Gesink a 1'54"; il sesto di Geraint Thomas a 3'23"; il quinto di Alberto Contador a 3'54"; il quarto di Alejandro Valverde a 4'15"; il terzo di Tejay Van Garderen a 4'45"; Nairo Quintana secondo ha 5'07" sul siciliano; Chris Froome, in maglia gialla, è lontano la bellezza di 8'17". Partiamo dal presupposto che lo Squalo abbia già avuto il suo giorno di crisi nera e non ne abbia altri (sennò staremmo parlando del nulla cosmico, come si comprende facilmente).

Ebbene, per una mera questione probabilistica è ipotizzabile che nelle prossime tappe la citata crisi nera possa cogliere qualcuno degli avversari, causandone l'uscita dall'alta classifica; d'altro canto, il miglior Nibali avrebbe già di suo la capacità di superare almeno un paio dei corridori che attualmente lo precedono (e a Mende se ne è lasciati parecchi, dietro, a partire da Van Garderen). Dovendo andare a sensazioni, oggi diremmo che Vincenzo si potrà giocare un posto sul podio con Contador e Valverde: come già scritto, l'impresa è davvero difficile.

Ma di terreno per assalti all'arma bianca ce ne sarà in abbondanza, e sia il messinese che il suo preparatore Paolo Slongo hanno detto oggi di prevedere attacchi da lontano. Mettiamoci l'incognita maltempo (che potrebbe favorire tattiche garibaldine); mettiamoci la crescita di un Michele Scarponi (ottimo oggi) che potrebbe essere la migliore spalla per i propositi di Vincenzo. Tutto concorre a suggerire, insomma, che questa terza settimana di Tour che va a cominciare sarà da seguire minuto per minuto. Nella speranza che dopo il buio dei giorni scorsi torni a splendere la luce più vivida sul campione venuto dalla Sicilia.

Marco Grassi

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