Tour de France 2015: Froome fa regali, la BMC ringrazia e vince - Successo per i Campioni del Mondo della cronosquadre. Chris resta in giallo, Nibali si difende
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Ottima e abbondante. Proprio come una portata domenicale, la cronosquadre di Plumelec, seconda e ultima prova contro il tempo del Tour de France 2015, ci ha regalato un discreto carico di calorie (il che, con le temperature che ci stiamo godendo...), grazie a uno svolgimento scoppiettante e palpitante, incerto fino all'ultimo metro, all'ultimo secondo. Quell'ultimo secondo che per la Sky, ultima a gareggiare, è stato di troppo, visto che la vittoria è sfuggita allo squadrone britannico proprio per poche decine di centesimi.
I nerazzurri se la dovranno prendere con un Chris Froome talmente infoiato, sulla rampa d'arrivo, da non rendersi conto che la sua frullata finale aveva fatto fuori Nic Roche, quinto del drappello arrivato al traguado: ovvero proprio l'uomo (il quinto) su cui i cronometristi fissano il tempo del team; sicché, per aspettare l'irlandese, l'intera armatina si è disunita, ha dovuto rallentare un attimo, e quell'attimo è stato proprio quello fatale, quello che ha regalato il successo alla BMC.
Dal canto suo, la formazione di Tejay Van Garderen aveva offerto una prestazione perfettamente in linea con le sue grandi potenzialità in questo tipo di esercizio (non si diventa per caso Campioni del Mondo della specialità, e i rossoneri di Ochowicz sono proprio gli iridati in carica), ma senza il paradossale errore di Froomy si sarebbe dovuta arrendere ai rivali. Tanto meglio per Tejay e i suoi (e quindi anche Damiano Caruso, tra i 5 BMC al traguardo, ma anche Daniel Oss e Manuel Quinziato, che hanno dato il loro prezioso apporto nel corso della prova, prima di staccarsi dai compagni).
Orica derelitta, Lampre niente male
La tappa era partita con la derelitta Orica (ridotta a 6 uomini, tra i quali uno messo fisicamente maluccio: Michael Matthews), prima a scendere in gara. In altri tempi la formazione australiana ha dominato molte cronosquadre, oggi si è dovuta accontentare di restare lontana dal tempo massimo. Comunque ultima, a quasi 5' dai vincitori.
Terza a partire, la Lampre di Rui Costa e Pippo Pozzato non ha demeritato, installandosi per un po' al primo posto provvisorio (le sono passate dietro Bretagne, FDJ, Europcar, Bora e Lotto), prima che la IAM la superasse. Per l'unica squadra italiana al Tour, ottavo posto finale a 48" dalla BMC.
L'interregno della IAM non è durato troppo: il tempo di veder arrivare al traguardo (con tempi peggiori rispetto al team svizzero) MTN, LottoNL e Trek (pesantemente orfana di Fabian Cancellara), che l'irruzione dell'Astana sulla corsa ha ufficialmente aperto la sfida dei big della classifica.
Astana buona anche se non eccezionale
La formazione di Vincenzo Nibali era considerata alla vigilia del Tour una di quelle che avrebbero dovuto ambire alla vittoria, oggi. Poi la prima settimana di corsa ha ridimensionato la caratura dei celesti di matrice kazaka, ma bisogna riconoscere che i ragazzi di Martinelli non si sono comportati male sui 28 km da Vannes a Plumelec. Partita abbastanza forte, la squadra ha perso presto Gruzdev e Taaramäe, poi anche Grivko e infine Boom prima della rampa finale (la quale ha pure un nome: Côte de Cadoudal).
Al traguardo, l'Astana ha chiuso col tempo di 32'50", sufficiente per passare provvisoriamente al comando scavalcando di 3" la IAM. Ma che quel primo posto fosse illusorio lo si è capito molto presto: è bastato vedere la Movistar, partita guardinga, transitare al secondo intermedio (ai 20 km) con 18" di vantaggio, per intravedere all'orizzonte il nuovo cambio di leadership di giornata.
Movistar eccellente, Tinkoff sul pezzo
Prima del team di Nairo Quintana, erano arrivate Cannondale, Cofidis e Katusha (con un Joaquim Rodríguez abbastanza moscio per il grande ritardo patito), tutte lontane dalle prime posizioni; la Movistar ha invece stampato il tempo di 32'19", 31" meglio di Nibali e compagni, primo significativo colpaccio tra uomini di classifica: in altri termini, lo Sciamano di Colombia (Nairo, appunto) affibbiava mezzo minuto allo Squalo.
La prestazione della Movistar (con Adriano Malori grande protagonista) era di assoluto livello. Dopo di lei, Giant, AG2R (malgrado una prova in crescendo) e financo la Etixx (a cui è mancato assai un Tony Martin) hanno pagato dazio. La Tinkoff di Alberto Contador, terz'ultima a gareggiare, pur segnando il miglior tempo al primo intermedio, ha pagato anch'essa alla lunga, e si è accomodata al secondo posto provvisorio, tra Movistar e Astana (con 7" di vantaggio su quest'ultima).
Vittoria di tappa in bilico fino alla fine
La sfida per la vittoria l'abbiamo già di fatto spiegata in apertura: una BMC fortissima, pur patendo un po' la potente parte centrale della gara della Movistar, è riuscita a superare la formazione spagnola all'arrivo: di soli 4". Non rimaneva che aspettare la Sky.
Al primo intertempo (dopo 10 km) Froome e soci avevano fatto segnare l'identico tempo dei BMC, 10'54" (che già era stato il migliore); al secondo intertempo (ai 20), 1" di vantaggio per la Sky (miglior tempo: 21'50"); al terzo intertempo (ai 26), la Sky allungava, portando a 5" il margine sulla formazione avversaria (fissando con 28'38" ancora una volta il miglior intermedio); e oltre a questo trend favorevole ai britannici, bisogna aggiungere che sulla côte conclusiva la BMC non aveva potuto forzare più di tanto perché aveva Greg Van Avermaet, quinto uomo, attaccato con lo sputo. Sarebbe bastato, alla Sky, un ritmo regolare in quell'ultimo chilometro, e la vittoria sarebbe giunta; ma la geniale froomata che abbiamo già descritto ha smontato l'ottima architettura nerazzurra vista fin lì, ha disunito il team e ha concesso su un piatto d'argento la vittoria alla BMC.
Facciamo un po' di conti
Riepilogando, quindi, la BMC (tra parentesi ci mettiamo i capitani per la classifica: Van Garderen) ha vinto col tempo di 32'15", 1" meglio della Sky (Froome), 4" meglio della Movistar (Quintana e Valverde): una cronosquadre equilibratissima, come si vede. L'ordine d'arrivo prosegue col quarto posto della Tinkoff (Contador) a 28", il quinto dell'Astana (Nibali) a 35", il sesto della IAM a 38", il settimo della Etixx (Urán) a 45", l'ottavo della Lampre (Rui Costa) a 48", il nono della LottoNL (Gesink) a 1'14", il decimo della AG2R (Bardet) a 1'24".
E ancora: tra le altre, la Trek (Mollema) paga alla BMC 1'25", la Cannondale (Talansky) 1'29", la FDJ (Pinot) 1'33", la Giant (Barguil) 1'37", la Europcar (Rolland) 1'42", la Katusha (Rodríguez) 1'53".
Generale ancora nel segno di Froome
La classifica che viene fuori dalla cronosquadre è guidata sempre da Froome; Van Garderen ha vinto la tappa, ma l'assalto alla maglia gialla è fallito, quindi martedì si ripartirà con Chris al comando davanti a Tejay, secondo a 12" dalla vetta. Scorrendo la generale, in alto si trovano ancora uomini da classiche (beneficiati dal far parte di squadre che oggi hanno fatto bene), è il caso di Van Avermaet terzo a 27", Peter Sagan quarto a 38", Geraint Thomas ottavo a 1'52", Zdenek Stybar decimo a 1'59".
In mezzo a loro, emergono naturalmente gli uomini che monopolizzeranno le attenzioni sulle montagne: Contador è quinto a 1'03" da Froome, Urán sesto a 1'18", Valverde settimo a 1'50", Quintana nono a 1'59". Per arrivare a Nibali bisogna scorrere fino alla 13esima posizione (quella che il siciliano ha occupato spesso in questa prima metà di Tour: i cabalisti sono in allerta da giorni, in effetti); il ritardo di Vincenzo ammonta ora a 2'22".
Alle sue spalle stazionano Barguil (2'43" il suo distacco da Froome), Gesink (2'52"), Mollema (2'56"), Péraud (3'30"), Rodríguez (3'52"), Talansky (4'17"), Bardet (4'38"), Rui Costa (5'20"), Pinot (8'05"), Rolland (11'43").
In estrema sintesi, e concentrandoci solo sui 4 grandi favoriti della vigilia, possiamo dire che è un bene che siano tutti ancora in gara, e tutto sommato anche non troppo lontani l'uno dall'altro: Froome ha un minutino su Contador, due su Quintana, due e mezzo su Nibali. Domani ci si riposa, da martedì si ballerà sui Pirenei. L'impressione è che in questa fase Froome possa continuare a far la voce grossa. Ma il Tour è lungo, lungo, molto lungo. Tutto, ma tutto davvero, può ancora succedere.