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Tour de France 2015: Vincenzo, possiamo iniziare a preoccuparci? - Nibali perde terreno in maniera inopinata sulla salitella finale

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Giornata no per Vincenzo Nibali che perde 10

Fino a Mûr de Bretagne il Tour de France 2015 di Vincenzo Nibali era stato solo sfortunato: rimasto attardato nella tappa dei ventagli, nella quale aveva anche forato; abbattuto dalla carambola innescata da Tony Martin, a Le Havre; eppure il siciliano, oltre ad un certo nervosismo, aveva mostrato una condizione convincente, testimoniata dal piazzamento in rimonta ottenuto in cima al muro di Huy e dalle trenate prodotte nella tappa di Cambrai, nella quale aveva cercato di mettere in difficoltà i propri rivali, senza ottenere risultati in termini di secondi, ma portandoli spesso al limite. E invece dalle rampe dell'erta finale dell'ottava tappa arrivano i primi dubbi sulle possibilità del siciliano di giocarsi la maglia gialla, anzi, se le gambe fossero quelle viste oggi, anche solo di ottenere un piazzamento di rilievo.

 

Nibali staccato da troppi corridori
È successo che passato il primo chilometro di Mûr de Bretagne, quello più duro, con pendenze tra il 9% ed il 10%, Vincenzo ha iniziato a perdere posizioni nel gruppo, ha abbassato lo sguardo e si è staccato dal gruppo dei migliori, composto non dai soli uomini di classifica, che oggi son rimasti buoni, ma anche da altri corridori; insomma, un gruppetto abbastanza nutrito, dal quale difficilmente ci si sarebbe aspettato che il capitano dell'Astana si sarebbe separato, anche perché in quel punto la salita iniziava a spianare, verso un quasi innocuo 5%, prima di diventare falsopiano nei pressi della linea del traguardo. 10 sono stati i secondi pagati da Nibali ai suoi rivali per la vittoria finale, tutti arrivati davanti a lui, ma più che quanto perso, dà da pensare quanto visto. Cosa può essere successo a un Vincenzo al quale finora era mancata solo la buona sorte, ma non le gambe?

 

La caduta di Le Havre si fa sentire?
La dinamica dell'accaduto può portare a pensare all'inconveniente meccanico: la velocità che cala improvvisamente, lo sguardo rivolto verso il basso, il fatto che, persi i primi metri, il capitano dell'Astana non ne ha poi persi molti altri. In realtà non era parso brillantissimo nemmeno nell'approccio alla salita, ancora una volta solo, ma incapace di risalire posizioni in maniera decisa, cosa nella quale è abilissimo. Inoltre, nei minuti dopo l'arrivo non sono arrivate comunicazioni a riguardo, quindi tutto porta a pensare che oggi la gamba non fosse buona, forse per un semplice, ma comunque sorprendente, passaggio a vuoto, forse per l'acutizzarsi di qualche malessere fisico patito in seguito alla caduta di Le Havre e fin qui nascosto. È strano, troppo strano che chi pochissimi giorni fa aveva fatto settimo sul muro di Huy arrivi oggi staccato da un gruppo di 25 unità su una salita molto più facile.

 

Da martedì non ci si nasconde più
Fin qui le ipotesi, ma come sempre sarà la strada a dare i verdetti, ed il primo potrebbe già arrivare domani, in occasione di una cronosquadre atipica, non stampata su un piattone, ma infilata tra collinette pedalabili. Domani forse sapremo qualcosa di più preciso sulla condizione di Nibali e della sua Astana, in attesa del primo arrivo in salita di martedì, che evidenzierà sicuramente i reali valori in campo.

Fabio Canonico

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