Tour de France 2015: Nibali, le pietre per scolpire un altro capolavoro - Domani l'atteso pavé: incognita per Froome
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Domani finalmente è il grande giorno del pavé: in questi primi tre giorni di gara il 102° Tour de France ha già offerto tanti spunti interessanti e diverse azioni molto spettacolari, ma tutta l'attesa era ormai da tempo per il ritorno sulle pietre della Roubaix dopo la giornata epica sotto la pioggia dell'anno scorso in cui Vincenzo Nibali costruì buona parte della sua vittoria finale. Si partirà da Seraing in Belgio per rientrare in Francia ed arrivare quindi a Cambrai dopo 223.5 chilometri di cui 13.3 saranno sul pavé.
Il meteo dice niente pioggia
Diciamo subito che a differenza del 2014 le previsioni meteo indicano che dovrebbe essere una gara asciutta, forse qualcuno dirà purtroppo, con una piccola possibilità che le condizioni cambino leggermente proprio sul finale di tappa. Ciò non significa che non ci saranno distacchi anche importanti tra i grandi favoriti per la vittoria finale: prendiamo ad esempio il 2010 quando in una tappa soleggiata con chilometraggio da classica come sarà domani, Andy Schleck e Cadel Evans riuscirono a rifilare la bellezza di 1'13" ad un Alberto Contador che lasciò anche 20" per un problema meccanico all'ultimo chilometro, ma altri uomini di classifica arrivarono ancora più indietro tra 1'45" e 2'25" di ritardo. La selezione si può fare quindi anche senza acqua e fango.
Tappa lunga, gli ultimi due settori i più difficili
Andando a vedere il percorso più nel dettaglio, si vede come le prime insidie potrebbero arrivare già a 120 chilometri dall'arrivo con il primo settore di pavé, ma difficilmente la grande bagarre si accederà già in questo tratto visto che ne passeranno più di 70 chilometri per ritornare poi sulle pietre. Qualcosa potrebbe succedere e bisognerà stare molto attenti ad eventuali cadute, ma è verosimile che la grande battaglia vada ad iniziare a 46 chilometri dall'arrivo con sei settori molto ravvicinati uno con l'altro: ASO ha tenuto anche il meglio per il finale con i 3700 metri di Quiévy a 23 chilometri dall'arrivo (alla Roubaix è un settore da quattro stellette) e quindi i 2300 metri di Carnières ai meno 13 che magari non sarà sconnesso come certi tratti della Parigi-Roubaix, ma che dopo 200 km si farà certamente sentire sulle gambe e su tutto il fisico dei corridori che dovranno essere bravi a non perdere mai lucidità.
Nibali punta a recuperare terreno
Difficile dire cosa potrà accadere tra gli uomini di classifica perché sarà anche la fortuna a giocare un ruolo chiave: una caduta può provare conseguenze dolorose e si resta in piedi bisogna stare attenti ai corridori che si hanno attorno perché potrebbero essere loro a finire per terra ed a spezzare il gruppo; ovviamente poi ci sarà anche il grosso rischio delle forature che possono far perdere tanti secondi se capitano nel momento peggiore. Di sicuro tutti abbiamo ancora negli occhi la straordinaria impresa di Vincenzo Nibali del 2014 ed è facile quindi indicare lui come il favorito nel confronto tra i fantastici quattro: in più quest'anno il siciliano dell'Astana avrà al suo fianco anche un grande specialista del pavé come Lars Boom, vincitore l'anno scorso ad Arenberg e quarto quest'anno alla Parigi-Roubaix.
Vincenzo è senza dubbio un corridore dotato di una grande abilità tecnica nella guida del mezzo e quindi parte con un vantaggio su Contador, Froome e Quintana, ma la clamorosa impresa del 2014 al momento è un fatto isolato nella sua carriera e domani potrà succedere di tutto: non dovremo stupirci se l'Astana, in base all'andamento della giornata, dovesse scegliere un atteggiamento tattico più difensivo per provare a guadagnare sfruttando il lavoro degli altri anziché attaccando direttamente in prima persona. Bisognerà fare molta attenzione a come si muoveranno due squadroni come Etixx-Quick Step e la BMC, molto attrezzate per il pavé: in particolar modo gli uomini di Patrick Lefévère potrebbero essere dei fantastici alleati per chi si ritroverà davanti e al tempo stesso un incubo per chi invece resterà nelle retrovie.
Froome tutto da scoprire sul pavé
La grande incognita è senza dubbio Chris Froome che fin qui si è comportanto benissimo e che domani potrà avere il supporto di due specialisti come Ian Stannard e soprattutto Geraint Thomas, due gregari di lusso che sulla carta sono superiori alla coppia Boom-Westra che può vantare Nibali. È evidente che Froome qualche lacuna a livello tecnico ce l'abbia ma forse dopo il Tour de France 2014 i suoi limiti sono stati ingigantiti oltremisura: va tenuto conto che l'anno scorso l'anglo-keniano al pavé neanche ci mise ruota perché si ritirò quando non si era ancora arrivati al primo settore, quindi non abbiamo alcun riscontro su come possa andare domani. Di sicuro un grosso vantaggio ce l'avrà: affrontando la tappa in maglia gialla, l'ammiraglia della Sky sarà la prima della fila e quindi la più pronta a fornire eventuale assistenza, mentre l'Astana avrà l'ottava.
Contador e Quintana in difesa
Tra i fantastici quattro Alberto Contador è l'unico che era presente al Tour de France sia l'anno scorso che nel 2010, ed in entrambe le occasioni il pavé gli è risultato piuttosto indigesto. Il madrileno ha una squadra molto valida con Bennati e Tosatto che cercheranno di scortarlo nei momenti cruciali, ma in casa Tinkoff-Saxo bisognerà vedere anche come sarà gestito Peter Sagan: lo slovacco infatti sarebbe uno dei favoriti per la vittoria di tappa e potrebbe anche puntare alla maglia gialla nei prossimi giorni, con Contador che al momento non appare brillantissimo Sagan potrebbe anche essere lasciato libero per non rischiare di trovare a fine Tour con un bilancio negativo in tutti gli aspetti. Alla Movistar invece dovranno sperare che tutto vada nel verso giusto per riuscire a limitare un po' i danni nei confronti degli altri: sarebbe molto sorprendente se Nairo Quintana non dovesse perdere qualcosa domani, ma la cosa più importante sarà non uscire definitivamente di classifica perché poi dalla seconda settimana il colombiano potrà scatenarsi sulle montagne. A patto di essere ancora della partita.