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Tour de France 2015: Qualità, innovazione e potere assoluto - Meno di tre giorni al via della Grande Boucle: livello altissimo ma ASO sfida l'UCI

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Un'immagine del Tour de France 2014 vinto da Vincenzo Nibali © Panorama.it

 

Giorno dopo giorno l'atmosfera nel mondo del ciclismo è sempre più elettrizzata perché ormai siamo davvero vicinissimi alla partenza di un'edizione del Tour de France che almeno sulla carta promette di offrire agli appassionati uno spettacolo che può essere ricordato per anni: le Tour c'est le Tour, e forse mai come quest'anno si può apprezzarne appieno il fascino, il prestigio e anche la posizione di potere che si è costruito nel tempo grazie all'organizzazione di ASO.

 

Ecco finalmente la grande sfida a quattro
In questo 102° Tour de France tutto è elevato alla massima potenza, a partire dall'attesissima sfida tra i quattro fenomeni delle grandi corse a tappe: un momento che i tifosi hanno aspettato per almeno due anni e adesso finalmente Contador, Froome, Nibali e Quintana si ritroveranno tutti assieme al via con l'obiettivo di portare a casa la maglia gialla e per di più a Utrecht nessuno riesce prevalere nettamente nei pronostici nei confronti degli altri tre. Tutto può succedere, chiunque può vincere e quest'incertezza sarà senza dubbio un fattore di interesse anche prima di Pirenei ed Alpi.

Ma se tutte le maggiori attenzioni saranno sui "Big Four", lo straordinario livello di questo Tour de France sta anche nella qualità di coloro che alla vigilia partono con l'etichetta di outsider: basti pensare che in questo elenco troviamo due terzi del podio del 2014, gli idoli di casa Thibaut Pinot e Jean-Christophe Péraud, ma anche gente del calibro di Alejandro Valverde, Romain Bardet, Tejay Van Garderen, Richie Porte, Joaquim Rodríguez, Rigoberto Urán e tantissimi altri. Ma poi ancora velocisti, classicomani e cronomen che che per la prima volta nella storia tutti gli appassionati e gli addetti ai lavoro potranno seguire in tempo reale metro dopo metro attraverso un sistema di tracciamento gps connesso ad un sito Internet. Questo sarà un'esperimento di enorme interesse perché nei prossimi anni potrà portare ad una vera e propria rivoluzione nel campo della comunicazione ciclistica e soprattutto dell'offerta televisiva visto che ad esempio, se avrà successo, si potrà sapere in ogni momento l'esatta composizione dei gruppetti in corsa.

 

Un percorso lontano dai canoni classici
Ma l'innovazione che propone ASO non è solo tecnologica. Se fino ad una decina di anni fa il percorso del Tour de France si ripeteva sempre con lo stesso, monotono e noioso schema (con poche eccezioni), ultimamente la tendenza è cambiata e quest'anno avremo un tracciato che come idea si avvicina di più a quello di un Giro d'Italia che non ai classici Tour: ci saranno i ventagli olandesi, la tappa del Muro di Huy con i 15 chilometri finali identici alla Freccia Vallone, viene riproposto il pavé dopo l'epica giornata sotto la pioggia dell'anno scorso e diversi finali su strappetti brevi che movimenteranno la corsa e renderanno più dura la vita ai velocisti. E poi ci sarà ovviamente l'insolita cronosquadre posta alla nona tappa: un grande azzardo degli organizzatori perché cadute, infortuni o ritiri nei primi giorni rischiano di condizionare pesantemente tutta la corsa anche se si trattasse solo di semplici gregari.

 

ASO minaccia l'UCI sulle riforme
Proprio questa cronometro a squadre a Tour inoltrato, cosa vietata a livello di regolamento, porta anche a spostarsi da una discussione di carattere sportivo ad una più politica e ad un tema di cui inevitabilmente sentiremo parlare spesso nelle prossime tre settimane: il progetto di riforma del ciclismo professionistico mondiale. Così com'è il World Tour a molti non piace ed ormai da tempo nelle stanze di Aigle si sta lavorando per un cambiamento netto: ma trovare un accordo che soddisfi tutte le parti in causa s'è rivelato molto più difficile del previsto ed anche l'ultimo testo in vista del 2017 è sul punto di naufragare.

Alcune settimane è stata proprio ASO a fare la voce grossa dopo che una votazione aveva approvato a maggioranza un nuovo piano di riforma: un progetto in cui gli unici voti contrati sono stati proprio quelli del vicepresidente UCI David Lappartient e dell'organizzazione del Tour de France che ha prontamente minacciato di togliere il proprio gioiello dal calendario mondiale e di organizzare la corsa fuori dall'egida dell'UCI. Forte della posizione dominante del Tour de France, che come abbiamo detto quest'anno s'è fatta più evidente di quanto già non fosse, ASO ha fatto valere il proprio potere: un'azione assai poco democratica (la votazione aveva avuto 7 favorevoli, 3 astenuti e 2 contrari) ma nata dalla consapevolezza che un World Tour senza la Grande Boucle difficilmente vedrà mai la luce e che quindi si può tirare la corda per difendere i propri interessi, quelli economici ovviamente.

 

E Tinkov passa al contrattacco
Fino a quando questo gioco potrà andare avanti non è dato saperlo, ma già oggi attraverso le pagine di Cyclingnews il vulcanico Oleg Tinkov s'è detto pronto a boicottare il Tour de France 2016 con la sua squadra nel caso in cui Christian Prudhomme e soci continuino a non voler dividere con le squadre una fetta degli introiti. Cosa potrà succedere nelle prossime settimane non lo sappia, ma di sicuro sarà un'estate caldissima dove non ci saranno solo emozionanti sfide sui pedali.

Sebastiano Cipriani

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