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Giro d'Italia 2015: Un boato tutto per Aru - Fabio anche a Sestrière, Contador in crisi sul Finestre ma il Giro è suo

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Aru bissa a Sestrière dopo aver già esultato venerdì a Cervinia © Ansa /Dal Zennaro

Fino all'ultimo, un Giro che ci riserva sorprese a ripetizione: di tappa in tappa, ma anche all'interno delle stesse tappe. Chi si aspettava che dopo aver tenuto alle strette la fuga del mattino, Contador invece di prendersi il successo finisse in crisi? E chi, dopo aver visto Landa scollinare con 40" sul Finestre, si sarebbe atteso un bis di Aru a Sestrière? Questa tappa finale è stata la sintesi di un Giro d'Italia del quale, specie a livello tattico, ci abbiamo capito poco o nulla, ma che ci ha regalato ulteriori certezze sulla classe di Fabio Aru, vincitore oggi, ed Alberto Contador, vincitore del Giro.

 

Partenza veloce, fuga con 3 vincitori di tappa
I 199 km che separano Saint-Vincent da Sestrière sono per i primi tre quarti pianeggianti, ma questo non vuol dire che nella prima parte si tratterà di una tappa facile. Anzi, le prime due ore verranno corse ai 48 km/h di media, come d'uso ormai in questo Giro, e la fuga di giornata prenderà il largo solo al km 36, sotto la spinta di Alexsejs Saramotinis (IAM), apparentemente ancora in lotta per una ideale maglia nera, ed il voglioso Giacomo Berlato (Vini Fantini - Nippo), uno dei migliori prospetti apparsi durante questo Giro. A loro si aggregano Ion Izaguirre (Movistar), in copertura a Visconti per la maglia azzurra, il vincitore di Imola Ilnur Zakarin (Katusha), quello di Imola, Nicola Boem (Bardiani), e quello di Fiuggi, Diego Ulissi (Lampre), altri due abitudinari delle fughe quest'anno come Marco Bandiera (Androni), che consolida così la leadership della classifica fughe, e Matteo Busato (Southeast), infine Julian Bérard (Ag2R).

 

Contro gli interessi di Contador e di Kruijswijk
Non è un tentativo fortunato per i fuggitivi, nonostante l'ottimo assortimento: sembra proprio che Contador abbia deciso di portare a casa una tappa, finalmente, perciò mette la Tinkoff pancia a terra al fine di non far guadagnare terreno ai 9. Il vantaggio massimo è difatti 2'47" dopo 90 km. In prossimità dell'approccio al Colle delle Finestre, anche la Lotto NL decide di contribuire, al fine di mettere Steven Kruijswijk nelle condizioni di poter conquistare punti sull'erta piemontese, Cima Coppi di questo Giro. La lotta per la maglia blu è difatti ancora apertissima, con Visconti che deve difendersi da ben 4 contendenti, e i 45 punti del Finestre fanno gola.

 

Inzia il Finestre: il coraggio di Berlato
Accade così che la fuga giunga al traguardo volante di Susa con nemmeno un minuto di margine sul gruppo. La collaborazione salta completamente ed è ancora Berlato a prendere l'iniziativa, provando ad approcciare tutto solo la salita. Dietro, Zakarin e Izagirre sono gli unici a non mollare, mentre dal gruppo, tirato da Ivan Basso, sono i Bardiani a provare a muoversi: prima Manuel Bongiorno, il quale si auto-elimina incriccandosi con la catena, poi l'immancabile Stefano Pirazzi, il quale riesce a racimolare un margine di una ventina di secondi sul gruppo.

 

Zakarin ingrana e gli Astana prendono il controllo
Dopo pochi chilometri di salita la situazione si delinea meglio: Berlato cede, Zakarin invece procede con un ottimo passo che gli permette di guadagnare costantemente sul gruppo, fino a raggiungere 1'40" di vantaggio a metà salita, mentre Pirazzi resta a bagnomaria. Dietro, le maglie gialle della Tinkoff cedono il passo a quelle Astana, riprendendo un canovaccio già visto, con Aru e Landa accompagnati da 5 compagni (in questa fase Sanchez Gil e Tiralongo si sobbarcano il lavoro), mentre Kreuziger cede anzitempo e Contador resta in compagnia del solo Rogers. É un gruppo di 35 unità quello che approccia i primi tratti sterrati del Finestre, prima che i big comincino a fare le loro mosse.

 

Con le prime schermaglie restano in 9 
A rompere il ghiaccio è Kangert, che allunga quando mancano 9 km alla vetta del Finestre. Un'accelerazione che non piace a Kruijswijk, il quale salta alla sua ruota e rilancia poco dopo. A ciò segue anche una mezza sgasata di Hesjedal: tutte queste azioni contribuiscono a formare un gruppo di 9 elementi, con oltre ai sopra citati il ripreso Pirazzi, Aru e Landa, Contador e Urán. Dietro di loro, si forma un altro piccolo drappello comprendente Amador e Damiano Caruso tra gli altri, che filerà regolare fino al traguardo senza colmare il gap.

 

Landa attacca, Contador schianta
La situazione è stabile, ma la fatica di una lunga salita sterrata comincia a farsi sentire anche sui corridori di testa. Gli anelli deboli della catena, Intxausti e Pirazzi, pagano le frustate di un Hesjedal scatenato e voglioso di portarsi al quarto posto di un Giro corso in rimonta. Ma a 32,5 km dal traguardo, quando ormai ne mancano 5 alla vetta del Finestre, arriva l'attacco più atteso, quello di Mikel Landa: un attacco a cui Contador cerca di rispondere, ma ben presto il madrileno si rende conto di non poter reggere il ritmo del basco. La situazione poi degenera rapidamente e inaspettatamente: mentre Landa comincia a prendere margine, la maglia rosa viene saltata prima da Hesjedal e Urán, poi da Fabio Aru, poi ancora da Kruijswijk e infine persino da Tanel Kangert. Contador è in crisi, per la prima volta durante tutto il Giro, e in quei 30 km che mancano al Sestriére si profila un lungo calvario.

 

Cima Coppi a Landa, Contador a 1'27"
Nel frattempo Landa è indiavolato e poco prima dello scollinamento riesce a portarsi su Zakarin, passando in testa sulla Cima Coppi e rientrando persino in lizza per la maglia Blu. A 31" passa Hesjedal con Urán, mentre Fabio Aru, a poca distanza, rientrerà a inizio discesa. Steven Kruijswijk, sesto al GPM, abbandona così ogni velleità per la classifica di miglior scalatore. Contador infine passa ad 1'27", ma il vero dramma per il madrileno è il vuoto alle sue spalle: il drappello di Amador passa con 3'15" di ritardo. Per sua fortuna, la situazione prenderà una piega imprevista.

 

In discesa Contador si riprende
In discesa Landa guida Zakarin e continua a prendere margine, arrivando a guadagnare 52" sui primi inseguitori. C'è incertezza nel terzetto all'inseguimento: Urán non si prende responsabilità, Aru non va certo a chiudere sul compagno, nonostante sia salito al secondo posto virtuale in classifica, Hesjedal non vuole far tutto da solo. A metà discesa rientra anche Kruijswijk e la situazione migliora. Contador sembra invece essersi ripreso: Kangert gli fornisce un ottimo punto di riferimento, riprende l'estone il quale resterà alla sua ruota fino all'arrivo. Già in discesa Contador sembra aver recuperato dal fuorigiri, perdendo solo pochi secondi da Landa.

 

Zakarin non collabora, Landa perde la pazienza
È all'inizio della salita verso il Sestriére che si consuma il frangente in cui il Giro di Contador viene messo in salvo: mentre il madrileno dietro continua con passo irregolare, Landa si infastidisce della mancata collaborazione di Zakarin e comincia a rallentare il passo. Il russo è impermeabile agli inviti del basco, il quale si lascia riprendere dai quattro inseguitori quando rimangono ancora 8,5 km all'arrivo. Si delinea così una nuova situazione, in cui Landa rinuncia ancora una volta ad ogni velleità e si mette in testa per portare Aru verso il successo di tappa.

 

A Sestrière tocca ancora ad Aru
Poche emozioni dunque sulla salita del Sestrière: Zakarin dimostra di aver effettivamente esaurito le energie, saltando ai 5,5 km dal termine a seguito di un problema alla catena, e prende fiato per aiutare il suo compagno Trofimov segnalato in difficoltà. Contador, che è sempre riuscito a non perdere più di 1' da Aru e soci, continua ad accusare ma con regolarità, mentre il gruppetto Amador mantiene i 2' di svantaggio sui primi. A 2 km dall'arrivo Landa si sposta e Aru fa la sua mossa, replicando quanto visto ieri: Urán prova a mettersi alla sua ruota ma il sardo lo schianta letteralmente. Inizia così un'ulteriore cavalcata solitaria, che porta Fabio Aru al secondo successo consecutivo, il terzo al Giro d'Italia, la quinta vittoria in un GT in due anni.

 

Contador perde 2'25" ma può esultare
Si replica lo stesso podio di ieri: Hesjedal, allungando alla fine, arriva con 18" di ritardo, terzo Urán agganciato da Landa a 24", quinto Kruijswijk a 34". Per veder giungere Contador con Kangert bisognerà aspettare 2'25", ma non importa: il madrileno esulta comunque, perchè sa che oggi poteva finire anche peggio. A ridosso a 2'28", agganciandoli praticamente alla fine, giungono Pellizotti, König, un bravissimo Diego Rosa a suo agio tra gli sterrati di casa, Damiano Caruso, e a 2'34" Andrey Amador, che riesce così a preservare dall'assalto di Hesjedal un incredibile quarto posto finale che lo proietta tra le sorprese di questo Giro d'Italia. La top ten si delinea con König sesto, Kruijswijk settimo, Caruso ottavo e Geniez nono, mentre naufraga Yuri Trofimov, crollato al decimo posto dopo aver accusato 7'37" al traguardo. Trofimov decimo a più di sedici minuti, il 19esimo Tiralongo a più di un'ora in classifica da Contador: prova di un Giro tiratissimo dall'inizio alla fine.

Nicola Stufano

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