Giro d'Italia 2015: Kiryienka show, naufragio Porte - Ora è Leopold Konig il capitano del team Sky
Versione stampabileCosa è un campione? Un campione è un corridore forte e resistente, di testa e di gambe. Sul concetto di forte assimilato a Richie Porte, possiamo convenire tutti, fa persino rima. Su quello di resistente, oggi, possiamo tirarci facilmente una riga: poco resistente di gambe, tant'è che ad oggi si dimostra tutt'ora incapace di passare indenne 2 settimane di GT restando in corsa per la classifica. Ma molto probabilmente, a mollare Porte è prima la testa, e gli indizi ci sarebbero tutti per inquadrare la situazione in questo modo: un corridore che viene isolato dal resto del mondo ha evidentemente un problema di gestione della tensione. Con tutte le situazioni sfortunate che si sono accavallate nell'ultima settimana di corsa, il buon corridore alla fine subisce, il campione reagisce. Porte evidentemente non ce l'avrà mai la stoffa del campione, pace a lui.
Brailsford dovrà fare autocritica
Ma chi deve fare autocritica in casa Sky a fine Giro non è tanto Porte, ma tutto il management, a cominciare da Dave Brailsford. Quel Brailsford che ha promosso, se non imposto, la porcheria del Motorhome 'Germ-Free', una evoluzione (?) dell'isolamento da pubblico ed evento cercato sin dagli albori dagli inglesi con le ringhiere in zona rulli. Quel Brailsford che ha acuito la mancanza di personalità del tasmaniano, rispondendo al suo posto alle poche domande permesse ai giornalisti. Quel Brailsford che, riassumendo, ha speso una barca di soldi per scelte antipopolari che si sono rivelate anche inutili. Un fallimento peggiore non si poteva immaginare.
Kiryienka, un gregario fin troppo di lusso
Un ragionamento migliore andrebbe fatto anche sulla gestione del capitale umano, in casa Sky. Esempio: un corridore come Vasil Kiryienka, per quanto debba sempre correre per gli altri, è alla sua terza vittoria al Giro d'Italia. Due vittorie sono state ottenute su arrivi in salita (Monte Pora nel 2007 e Sestriere nel 2011), una terza oggi a cronometro, tra l'altro andando forte dall'inizio alla fine. Aggiungiamoci un altro successo di tappa, sempre su un arrivo in salita (Peña Cabarga) alla Vuelta, e gli ultimi due mondiali a cronometro finiti ai piedi del podio: è possibile che un corridore del genere, che indubbiamente ha doti sul passo mostruose che non si affievoliscono quando la strada sale e la tenuta tipica dei corridori est-europei, debba essere sempre e comunque confinato al ruolo di gregario? Non meriterebbe ogni tanto di correre anche per sé, se non nelle corse a tappe almeno nelle classiche, dove il team non brilla più di tanto? A 33 anni il tempo stringe.
Ora König può giocarsi le sue carte
Dell'agrodolce giornata Sky c'è da registrare anche la buona prova di Leopold Konig, 1'44" da Kiryienka e migliore degli uomini di classifica dopo Contador e Van Den Broeck. Il ceco sale così in decima posizione, a neanche 2' di distanza da Andrey Amador, ed 1'20" da Urán e Van den Broeck. Due minuti lasciati, per la cronaca, proprio nella tappa di ieri con la relativa caduta. Sarà dunque lui, da adesso, il capitano del team Sky, nonché uno dei tantissimi candidati a questa terza piazza che a differenza delle prime due posizioni in classifica è una lotta aperta a tanti almeno fino alla tappaccia di Mortirolo e Aprica: anche al ceco, che al Tour l'anno scorso ha dimostrato di avere un grande fondo e nessun timore reverenziale per le grandi salite alpine.