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dal nostro corrispondente
Marco Caruso da qualche giorno è diventato più famoso di molti corridori, anche se lui corridore non è. Il signor Caruso è colui che a Castiglione della Pescaia ha provocato la maxicaduta, fratturando il braccio di Daniele Colli e atterrando anche Contador, che ha seriamente rischiato di tornare a casa. Il Tirreno di oggi ha pubblicata la notizia che il signor Caruso - invece di imparare a non sporgersi dalle transenne per fotografare - ha deciso di querelare Colli per diffamazione. Non ne possiamo davvero più di un mondo che sta andando verso il baratro. Vergognoso. |
Nicola Boem è l'altra faccia di questo Giro. È la faccia dei carneadi, la faccia di chi va entra in fughe folli e che qualche volta riesce nell'impresa. Ma è anche il volto della filosofia della famiglia Reverberi, che gestisce la Bardiani in modo encomiabile e che professa ancora oggi l'insegnamento di un ciclismo antico, magari meno tecnologico ma senza dubbio dedito al sacrificio e all'abnegazione. E da oggi Boem è maglia rossa. Intrepido. |
Richie Porte ha capito quanto si rischia a restare tutto il giorno al coperto. Il tasmaniano è apparso in difficoltà negli ultimi cinque chilometri dopo aver patito un guaio meccanico. È vero che a stare davanti si spende tanto, ma per vincere un Giro diventa anche indispensabile rischiare in prima persona, non limitandosi ad approfittare delle scaramucce altrui. E ora il leader Sky insegue a 1'09". Ingenuo.
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Oscar Gatto è uno dei corridori dell'Androni di Gianni Savio. Il Principe tutti i giorni viene in sala stampa per parlare con i giornalisti e metterli al corrente sul rendimento dei propri corridori. Insomma, Savio fa il suo mestiere nel migliore dei modi, dopo aver convinto i suoi ragazzi tutte le mattine, durante la riunione tecnica, a tentare la fuga buona. Sinora l'Androni non ha ancora conquistato alcuna tappa, ma sotto il profilo della dedizione agonistica il team di Savio e Ellena meriterebbe un bel dieci. E ieri Gatto ha vinto... l'Oscar della sfortuna, forando a -12 km dal traguardo quando era davanti con altri quattro corridori. Combattente.
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Arnaldo Pambianco tra poco compirà ottant'anni e dunque... non fa parte dei corridori impegnati in questo Giro d'Italia. Pambianco ha visto la carovana sfrecciare nella sua Forlimpopoli e si sarà ricordato di quanto seppe fare nel lontano 1961, durante il Giro che celebrava il Centenario dell'Unita d'Italia, allorquando fu in grado di sconfiggere un grande di Francia, l'elegante Jacques Anquetil. Pambianco è stato negli anni uno dei corridori meno celebrati in relazione alla caratura della sua impresa, nel Giro del 2011 non venne neppure invitato dagli organizzatori, che si ricordarono in ritardo della gaffe. Immortale.
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Mauro Vegni è il patron del Giro d'Italia. Gli dò atto di aver plasmato un percorso molto interessante nel corso della prima settimana, confermando che il Giro è la corsa più dura del mondo nel Paese più bello del mondo. Continuo a non essere d'accordo in merito all'eccessiva lunghezza della crono di Valdobbiadene (pare che il vero motivo sia di ordine commerciale, questione di sponsor...), ma ammetto che questo Giro è vibrante, combattuto e incerto giorno dopo giorno. Costruttivo.
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