Versione stampabile
dal nostro corrispondente
Beñat Intxausti torna a far parlare di sé, dopo la maglia rosa del 10 maggio del 2013. Quel giorno, il basco della Movistar si era messo a piangere pensando a una tragedia che lo aveva toccato da vicino due anni prima. Era il 23 maggio 2011 e Beñat si trovava a Sierra Nevada, ad allenarsi in altura con l'amico Xavier Tondo. Quella tragica mattina, Tondo morì in un modo assurdo: schiacciato dalla porta del garage, che si richiuse sul portellone posteriore della sua auto su cui c'era proprio lui, Beñat, che vide morire il compagno di squadra. Lirico. |
Alberto Contador oggi ci è sembrato Bernard Hinault: come il bretone, infatti, ha ovviato a un momento di difficoltà - legato alle sue imperfette condizioni fisiche - andando a conquistare due secondi di abbuono sul traguardo intermedio di Sora. Come per dire a Porte e Aru: miei cari avversari, anche se soffro acuti dolori alla spalla sinistra venderò cara la pelle sino in fondo. Indomito. |
Damiano Cunego è tornato! No, per carità, nessuna vittoria, ma rivedere il veronese all'avanguardia in un arrivo difficile come quello di Campitello Matese è di buon auspicio per il biondino di Cerro, che quest'anno aveva già dato spettacolo al Giro dell'Appennino, ma senza fortuna, pizzicato nel gioco di squadra di tre corridori della Bardiani. Bentornato. |
Steven Kruijswijk è stato in fuga per infiniti chilometri, ma poi ha dovuto ammainare bandiera bianca. Nel corso del suo lungo tentativo mi è venuto in mente che cosa diceva uno dei miei ex direttori a Tuttosport, il compianto Piero Dardanello: «Con quel cognome non deve mai vincere. Non è da titolo!». Il giornalismo può essere cinico, ma anche la grafia a volte fa vendere qualche copia in più. Consonantico. |
Domenico Pozzovivo oggi è stato ospite del Processo alla Tappa presso gli studi Rai, protetto da vistosissimi cerotti. Solo il ciclismo è capace di simili performance: pochi giorni dopo aver rischiato la vita, cadendo a 70 chilometri orari in discesa, il lucano ha voluto essere comunque presente nella "sua" tappa, quella che si concludeva sulla salita che il "Pozzo" desiderava conquistare fortemente in questa prima settimana del Giro. Redivivo.
|
Michele Bartoli non è in corsa, in quanto ha da tempo appeso la bici al chiodo. Ma anche oggi è stato uno dei maggiori protagonisti al Giro d'Italia, seppure tra le quinte. In che modo? Come trainer: Michelino è infatti il preparatore di una quindicina di professionisti, tra i quali Diego Ulissi (vincitore a Fiuggi) e Carlos Alberto Betancur, oggi a lungo in fuga verso Campitello Matese. |