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Giro d'Italia 2015: Chi è più forte tra Aru e l'Astana? - Fabio e i suoi fanno paura a tutti

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L'Astana di Fabio Aru fa selezione salendo verso Biassa © Bettiniphoto

Diciamoci la verità: non poteva essere un virus prima del Giro del Trentino a demoralizzare, nella testa e nelle gambe, Fabio Aru e la sua Astana. Una formazione in salute, come s'era già visto nelle prime due tappe in linea del Giro. Un momento: ma sia a Genova che a Sestri Levante è stata la Tinkoff-Saxo del grande rivale di Aru, Alberto Contador, a sobbarcarsi il lavoro, manco avesse indosso la maglia rosa. In salute, semmai, sarà la Tinkoff! Sbagliato. Che la formazione di Oleg Tinkov stia bene e sia motivata quanto il suo capitano è fuor di dubbio, ma l'Astana non era stata a guardare di certo. Anzi, a Genova il sardo aveva pure disputato la volata insieme al fido Paolo Tiralongo: il siciliano decimo, il giovane capitano dodicesimo. A Sestri Levante, al termine di una tappa dura ma non proibitiva, altra volata. Stavolta proprio i kazaki hanno lanciato lo sprint, come se avessero tra le loro fila André Greipel o Elia Viviani. Eppure una terna davanti c'era ancora: Paolo Tiralongo quinto, Luis León Sánchez nono e Fabio Aru stabilmente dodicesimo. Più che subire la corsa, l'Astana è stata a guardare di cos'era capace la Tinkoff, quanto si sarebbe dannata l'anima ad inseguire un pugno di fuggitivi, a tirare il collo al gruppo. Ma se si osserva, sia a Genova che a Sestri Levante, oltre le maglie giallo-blu, si scorgevano chiaramente le casacche turchesi degli uomini di Aru. Per vedere un avvicendamento davanti bisognava solamente aspettare.

 

L'attesa, poi il ritmo che distrugge tutti
Il giorno è arrivato, era oggi. Tutti aspettavano Fabio Aru sull'Abetone, il sardo ha però anticipato. Aru e l'Astana, sia chiaro. Con la fuga partita subito - e con quale vantaggio - gli uomini guidati da Beppe Martinelli hanno provato a buttare davanti Dario Cataldo ed Andrey Zeits. Dietro tirava prima la Etixx di Rigoberto Urán, quindi la Tinkoff di Contador, tutto per non concedere troppo ai coraggiosi. All'imbocco del Passo del Termine, salita di terza categoria ma assolutamente da non sottovaliutare, l'Astana s'è però messa in testa al plotone maglia rosa. Ex maglia rosa: già, perché i kazaki fermano Zeits e lo mettono a tirare insieme a Tanel Kangert, Diego Rosa, Davide Malacarne, Mikel Landa e Luis León Sánchez. Fabio detta il ritmo, come il più navigato dei capovoga, e dietro è un macello. Si stacca la maglia rosa di Michael Matthews, si staccano tutti, Contador resta con il solo Rogers, Porte con Nieve e Konig. La corsa dura la fanno i kazaki.

 

Aru come se volesse vincere, Contador tiene
È come se volessero vincere la tappa e la corsa dopo soli quattro giorni. Sull'ultima salita, l'indigesta (per molti) Biassa, si spendono come dei leoni Rosa e Tiralongo. Fabio Aru è lì che attende il momento propizio, Contador ha perduto il bravo Michael Rogers ma per fortuna s'è ritrovato Roman Kreuziger dalla fuga. E su Biassa, Aru attacca: Contador e Porte tengono botta, Urán e gli altri reduci del gruppo Astana non ce la fanno. Un bell'aperitivo in vista dell'arrivo in salita di domani, quello dell'Abetone: s'è capito che lo squadrone non è la Tinkoff-Saxo - almeno non solo - ma l'Astana. Aru, con il fratello acquisito, Paolo Tiralongo, ha selezionato gli uomini per il Giro uno ad uno. Ha programmato tutto nel dettaglio, visionato tappe insignificanti e non: semplicemente ci crede e sa di avere a disposizione un grandissimo gruppo. La prova è già arrivata. Avanti così, gli uomini di Martinelli, piazzando una bottarella qui, un'altra là, scremeranno il gruppo dei migliori in tre settimane. Oggi a far le spese del ritmo dell'Astana è stato Rigoberto Urán, domani potrebbe essere Richie Porte, tra una settimana, chissà, Alberto Contador. Che fino a prova contraria è e resta il grande favorito della Corsa Rosa, anche se contro un Aru così, che non si sbilancia ma fa capire di tutto e di più a colpi di pedale... Un Aru che si butta anche in volata, alla ricerca dell'abbuono. Un Aru che schiocca le dita e si ritrova con Tiralongo ed almeno altri cinque uomini a tirare il collo al gruppo. Un Aru che vuole vincere, anche se non lo dice: ed un'Astana fortissima che di sconfitte, nelle grandi corse a tappe, non ne ammette.

Francesco Sulas

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