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Tour de Romandie 2015: Zakarin, la Russia L'osanna - Sua la generale su Spilak e Froome. Crono a Tony Martin | Cicloweb

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Tour de Romandie 2015: Zakarin, la Russia L'osanna - Sua la generale su Spilak e Froome. Crono a Tony Martin

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Il podio del 69° Giro di Romandia, con Ilnur Zakarin tra Simon Spilak e Chris Froome © tourderomandie.ch title=

La Russia torna a figurare nell'albo d'oro del Giro di Romandia. Lo fa diciotto anni dopo la prima ed unica volta che accadde: era il 1997 ed un Pavel Tonkov reduce l'anno prima dalla vittoria al Giro d'Italia s'impose su Chris Boardman e Beat Zberg. Da allora solo due secondi posti per la Russia, con Vladimir Karpec e Denis Menchov rispettivamente nel 2009 e 2010. Ilnur Zakarin non sarà il nuovo Pavel Tonkov, ma ha una forma niente male ed oggi l'ha dimostrato sulle strade di Losanna, sede dell'ultima e decisiva crono. Il russo, partito in maglia gialla, ha avuto anche la sfortuna di rimanere vittima di un guaio meccanico dopo metà gara, perdendo una decina di secondi nel cambio bici; come se nulla fosse, il classe '89 nativo di Naberezhnye Chelny ha ripreso con il suo ritmo davvero elevato, rischiando di spodestare Tony Martin, che delle cronometro è re. Il tre volte iridato ha conquistato la vittoria parziale, la sua seconda del 2015 (la prima era arrivata a febbraio, nella crono della Volta ao Algarve), ma era quasi una formalità. Che Zakarin invece conservasse la maglia gialla non era affatto scontato: ieri aveva sfoderato una bella prova, condita dal secondo posto di tappa, sulla salita di Champex-Lac, oggi ha tenuto duro, stretto i denti, portato a casa la sua prima vittoria importante in carriera. Ilnur fino allo scorso anno correva nella RusVelo, portando a casa corse di basso tenore come il GP Sochi, il GP Adygeya oppure il Tour de Azerbaidjan. Vero che s'era messo in luce già nel 2012, da dilettante, quando a Gaiole in Chianti, sugli sterrati del GiroBio, si prese la maglia rosa, cedendola solamente sulle rampe del Passo Gavia ad un Joe Dombrowski che allora sì, pareva inarrestabile. Zakarin già al Tour de San Luis aveva chiuso al decimo posto, mettendosi in luce anche successivamente, Alla Vuelta al País Vasco, con diversi bei piazzamenti ed un nono posto finale. Al Romandia l'acuto vero e proprio, la prima nel World Tour.

 

Brändle e Vorobyev primi tempi notevoli
Sesta ed ultima tappa del 69esimo Giro di Romandia, la classica cronometro individuale di 17.3 km attorno a Losanna. Si parte con una situazione di classifica figlia della tappa regina di ieri, a Champex-Lac: in giallo c'è Zakarin, Thibaut Pinot è a 6" e non fa paura, mentre a 14" c'è Chris Froome, decisamente più temibile per il russo. E poi lo sloveno Simon Spilak a 19", che corre in Katusha come Zakarin ma un Romandia, seppure a tavolino, l'ha già vinto nel 2010. Insomma, non sarà facile per il russo in giallo. Il via alle 12:14 con l'ex primatista dell'Ora Matthias Brändle. L'austriaco della IAM Cycling fa segnare il primo tempo interessante, un bel 24'52". Brändle resta al comando per una decina di minuti, finché un corridore della Katusha - strano ma vero - lo spodesta: è Anton Vorobyev, ottimo passista, che nel 2012 a Valkenburg si laureò iridato tra gli Under 23 nella specialità, mettendosi alle spalle un futuro primatista dell'Ora, Rohan Dennis (proprio ieri i suoi 52.491 km sono stati infranti dal britannico Alex Dowsett, che ha percorso 52.937 km. Ma questa è un'altra storia). Vorobyev stacca un 24'13" che dura più del tempo di Brändle; quando però l'olandese della LottoNL-Jumbo Jos Van Emden chiude in 24'12", un secondo meglio del russo, si capisce che la crono sarà molto interessante. Anche perché c'è chi corre con la strada asciutta e chi deve invece regolarsi, rallentare, rischiare di meno, visto che ha iniziato a piovere. Non è semplice.

 

Küng non si ripete, Dennis va in testa
Ci si aspetta molto a Stefan Küng, Campione d'Europa in carica nella crono (e pure in linea), nonché vincitore dopo una fuga fiume a Friburgo, due giorni fa. Il 21enne della BMC chiude in 24' netti, fa registrare il miglior tempo ma si capisce che non potrà ambire ad un posto al sole (anche perché il meteo non lo permette). Lo rivedremo al Giro, dove è previsto che corra la prima parte.. Küng ed i suoi sogni s'infrangono proprio con l'arrivo di un compagno di squadra, Rohan Dennis: 23'39" per lui, buon tempo, non eccellente. Anche perché alle 13:48 partirà Tony Martin.

 

Tony Martin vola e chiude la lotta per la tappa
Panzerwagen non riserva sorprese, nel senso che al primo intermedio, piazzato dopo 12 km, fa registrare il miglior tempo: 17'12", il finale è quasi scontato, con un 23'17" che rimarrà fino alla fine il miglior tempo finale. Resta solo da seguire la lotta per i piazzamenti nella classifica finale e, soprattutto, per la vittoria. Sorprende Jurgen Van den Broeck, che non lotta affatto per un piazzamento nei dieci ma stacca un 23'36" sorprendente, che gli vale momentaneamente il secondo posto. Anche Romain Bardet non scherza e con un 23'41" si issa al quarto posto provvisorio. Che la gamba del corridore AG2R La Mondiale fosse buona s'era già visto ieri verso Champex-Lac. Vincenzo Nibali, ieri per due terzi di salita bello reattivo (poi ha pagato quasi un minuto da Pinot), segna il 17° tempo provvisorio, con un 24'20": nessuna voglia né motivo di prendere rischi per il vincitore del Tour 2014. Simon Yates, con un 23'50", fa meglio, ma non basta; chi invece ieri non ha proprio brillato ma oggi sta dando il massimo è Rigoberto Urán, che contro il tempo pare avere una marcia in più. Il colombiano della Etixx chiude con un buon 23'49". È il momento dei primi cinque, con Nairo Quintana che cerca di dare un perché a questo Romandia. Il Movistar chiude in 24'18", decisamente deludente.

 

Spilak devastante, Froome non convince
Nettamente meglio del campesino è lo sloveno in forza alla Katusha Simon Spilak: all'intertempo passa con un buonissimo 17'20", al traguardo è un 23'28", 11" lontano da Tony Martin, che assiste impassibile. Mancano solo Froome, Pinot e Zakarin. Il britannico pedala con il suo consueto modo sgangherato ma efficace, almeno apparentemente: all'intermedio non è proprio davanti, anzi deve inseguire con un 17'38". È lontano 26" da Tony Martin, 24" da Zakarin (gli deve recuperare 14") e 18" da Spilak: non una bella situazione. Chiude in 23'51", decisamente al di sotto delle attese di tutti.

 

Ilnur Zakarin sfortunato ma vincente
Ilnur Zakarin, fasciato nel suo bel body giallo, arriva all'intermedio dopo 17'14", soltanto due secondi peggio di Tony Martin. Finito il tratto in pavé ed in salita, però, il russo ha un problema meccanico: cambia rapporto, la catena scende e s'incastra tra pignoni e telaio. Bisogna cambiare bici, rischia di perdere il Giro di Romandia. L'operazione richiede poco meno di 10", ma potrebbero essere troppi per Zakarin. Il quale però, sorprende tutti: sul traguardo rischia di spodestare Tony Martin, staccando un 23'30" che senza quel problema, chissà...

 

Tappa a Martin, classifica finale a Zakarin
La tappa è di Tony Martin, come ampiamente preventivabile: il tedesco tre volte iridato nella cronometro corre in 23'17", precedendo di 11" Simon Spilak e di 13" Ilnur Zakarin. A 19" Jurgen Van den Broeck, a 22" Rohan Dennis, a 24" Romain Bardet, a 25" Jonathan Castoviejo, a 26" Stef Clement, a 28" Rafal Majka ed a 31" Steve Morabito. La classifica generale finale parla russo, decisamente: vittoria, come detto, a Ilnur Zakarin, ma secondo posto per un altro Katusha, lo sloveno Simon Spilak, distante dal compagno solamente 17". Terzo a 35" un Chris Froome leggermente sottotono. Ai piedi del podio il vincitore della tappa regina, Thibaut Pinot, staccato di 49", poi Rigoberto Urán, quinto a 1'20", Simon Yates, sesto a 1'21", Rafal Majka settimo a 1'24", Nairo Quintana ottavo a 1'42", Romain Bardet nono a 1'43" e Vincenzo Nibali decimo a 1'54". Nella graduatoria riservata agli scalatori Maxim Belkov si porta a casa la maglia rosa, mentre tra i giovani Thibaut Pinot fa fruttare la vittoria di ieri per imporsi su Simon Yates (a 32") e Nairo Quintana (a 53"). Russia, ovvero Katusha e Zakarin, padrona del Romandia: e la britannica Sky, dominatrice della breve gara a tappe elvetica dal 2012 (con Wiggins, poi due volte con Froome), è spazzata via.

Francesco Sulas

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