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Amstel Gold Race 2015: Nibali, il coraggio non basta - Vincenzo, al rientro, attacca da lontano. Ottimi segnali per Liegi

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Vincenzo Nibali all'attacco nell'Amstel Gold Race © Bettiniphoto

È sceso dalla montagna amica, soprattutto per un siciliano: un vulcano su un'isola, ma non è l'Etna, bensì il Teide, dov'è stato in ritiro. L'altura dopo la Sanremo, ultima corsa di Vincenzo Nibali in questa stagione. Ma al suo ritorno non è certo passato inosservato, semmai tutto il contrario. Lo Squalo dello Stretto dice di essere sulla strada giusta, e come dargli torto? Dei grandi è stato l'unico a provare un attacco da lontano, quando mancavano quasi 40 km all'arrivo di Valkenburg. Ha messo in fuga Laurens De Vreese, piazzato Diego Rosa in fuga con sé, provato di tutto, di più. Il desiderio è la conferma al Tour de France, prima c'è spazio per pochissimo, forse nulla, ma la gamba va comunque testata. E così, mentre ai -36 di un'Amstel Gold Race sostanzialmente noiosetta, davanti c'era la fuga del mattino e dietro il gruppo andava a spasso, attendendo il Cauberg, arriva l'Eyserbosweg.

 

Sull'Eyserbosweg Nibali drizza le antenne
Sulla côte nota anche come salita delle antenne, vanno via Simon Clarke e David Tanner. Ci sta ed ai fini della corsa non è rilevante. Più importante il gruppetto che s'affaccia dopo l'Eyserbosweg: ci sono Tony Martin ed Alex Howes, c'è Wilco Kelderman e poi tre azzurri. Damiano Caruso è lì per lavorare in prospettiva, per Philippe Gilbert. Diego Rosa invece scorta una maglia speciale, poco vistosa, ma che comunque si nota: quella di Campione italiano, quella di Vincenzo Nibali. Attacca da lontano perché sa di non avere possibilità nel finale, si pensa. Certo, è in buona parte vero, ma quello di Vincenzo non è un allungo piazzato giusto per vedere se troverà le risposte che cerca. Ci crede, almeno un po'. Anche perché Diego Rosa è scatenato, ribolle e, mal che vada, potrà provare a tener duro il più possibile. Sul durissimo Keutenberg Rosa allunga quasi sul suo gruppetto, vede i due battistrada; ce la può fare. Poi rientra nei ranghi ed in una curva a destra viene steso da un tackle scivolato di Damiano Caruso. Nibali si ritrova da solo e, quel che è peggio, con compagni che non collaborano. Tony Martin perché in gruppo ha Michal Kwiatkowski, e la sa lunga sulle possibilità dell'iridato; Alex Howes dà una mano, Wilco Kelderman finisce in un campo e restringe il gruppetto dei fuggitivi. Che nel frattempo hanno raggiunto Tanner e Clarke.

 

Battagliero fino alla fine: le risposte che cercava
Vincenzo è il più attivo prima del Cauberg, poi sulle prime rampe della côte che contraddistingue l'Amstel, infine dopo il traguardo, nei pressi del Geulhemmerberg. Se prima il gruppo principale era arrivato ad avere un ritardo di 46", ora ne ha nove. Sono vicini, gli uomini BMC guidati da Philippe Gilbert, ma Vincenzo Nibali non s'arrende. Anche sul punto di venire riassorbito, allunga, attacca, prova a convincere l'irremovibile Tony Martin che un cambio o due non sarebbero così male. Niente da fare. Alla fine il messinese verrà ripreso ai -13 proprio insieme a Martin, mentre Clarke proverà l'azione solitaria. Lo Squalo dello Stretto chiuderà 65° a 1'20" dal vincitore, Michal Kwiatkowski, ma è un dettaglio. Era al rientro, cosa si poteva chiedere se non questo, non di più? Vincenzo è così: se si sente al 50% ci prova, e se non va tiene duro fino all'ultimo. Anche se sa di non avere alcuna possibilità.

 

Sogna la Liegi: «La strada è quella giusta»
Sogna il Tour de France - ripetersi sarebbe meraviglioso, inutile ribadirlo - ma non disdegnerebbe nemmeno una vittoria alla Liegi-Bastogne-Liegi di domenica prossima. Quella Liegi che gli fu strappata nel 2012 da Maxim Iglinskiy, non uno a caso; proprio uno dei pizzicati in fallo in casa Astana. Se vogliamo la situazione in bilico che sta vivendo la formazione kazaka, e di riflesso Vincenzo Nibali, è anche colpa sua. Tornando alle questioni sportive, un Vincenzo Nibali così mancava davvero e, se non fosse stato per lui, gli sbadigli avrebbero avuto campo libero fino all'ultimo Cauberg. Invece con i suoi scatti, la sua intelligenza (mai forzare troppo), la sua spensierata condotta di corsa, ha ravvivato parzialmente l'Amstel Gold Race. E con questa gamba, dopo un pesante ritiro sul Teide, non è affatto escluso che lo Squalo possa far bene, molto bene, alla Liegi che giunge tra sette giorni e chiude la stagione delle classiche. Vincenzo Nibali è sceso dalla montagna, ha lasciato il vulcano, l'isola, e pur non essendo certo al massimo della forma, già ci ha fatti divertire, emozionare, scaldare. ha fatto tutto lui, negli ultimi 40 km. E volete che uno così non faccia qualcosa d'importante alla Doyenne? Come un bell'aperitivo, ben sapendo che il pranzo di gala arriverà tra qualche mese. «La strada è quella giusta», se lo dica da solo, Vincenzo.

Francesco Sulas

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