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Amstel Gold Race 2015: Ardenne, ora si fa sul serio! - Cauberg decisivo, tanti i favoriti della vigilia

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Il gruppo affronta una côte nell'Amstel Gold Race 2014 © Cor Vos

Dal pavé alle Ardenne il passo è breve. Giusto una settimana ed i protagonisti cambiano radicalmente o quasi. Con l'Amstel Gold Race di domani si apre l'ultima parte di classiche di primavera, quelle delle Ardenne appunto. Con le sue 49 edizioni (domani la 50esima) è più giovane sia della Liegi, la decana, che della Freccia Vallone, in programma mercoledì prossimo. Da Maastricht a Valkenburg, 258 km con 34 côtes nel mezzo. Decisivo il solito Cauberg, ascesa alle porte di Valkenburg che verrà percorsa per quattro volte, l'ultima delle quali a 1600 metri dal traguardo. Arrivo che non è mai stato fisso nella corsa della birra: fino al 2002 Maastricht era la sede deputata, ma dal 2003 ci si spostò in cima al Cauberg, traguardo che pian piano è aumentato di prestigio, divenendo trampolino per scattisti veloci. Dal 2013, infine, un ulteriore cambiamento: non si arriva più sul Cauberg, ma una volta superata la côte più nota d'Olanda si prosegue fino a Valkenburg. Il traguardo è identico a quello dei Mondiali 2012, dove Philippe Gilbert si vestì finalmente d'iride. Quattro Cauberg, ma pure un circuito finale con Geulhemmerberg e Bemelerberg: tra queste salitelle Roman Kreuziger dimostrò nel 2013 che c'era spazio per l'azione da lontano, senza per forza aspettare il Cauberg finale, anche se è indubbio che lì si daranno appuntamento tutti i pretendenti all'Amstel.

 

Gilbert è tiratissimo. Cerca la quarta vittoria
Molti i favoriti per le classiche delle Ardenne, ancor più per l'Amstel, dove non sempre vince il più in forma, ma può benissimo imporsi il più bravo a sfruttare fasi di studio dei grandi o forma precaria di chi ha fissato i suoi obiettivi un po' più avanti. Il primo uomo da tenere sotto controllo è senza dubbio il campione uscente, Philippe Gilbert. Il vallone, che alla Freccia del Brabante di mercoledì è parso in forma e molto, molto tirato, ha trionfato in questa corsa per tre volte: nel 2010 e 2011 è arrivato per primo sul Cauberg, mentre lo scorso anno ha preceduto tutti a Valkenburg. Ha una BMC che confida nella buona forma collettiva, dopo la vittoria della Freccia del Brabante per mano di Ben Hermans (e Gilbert al terzo posto). Può contare su un Damiano Caruso alle prime apparizioni, su un Samuel Sánchez che non si vede ma c'è sempre e su Greg Van Avermaet. Il belga, terzo solo domenica alla Parigi-Roubaix, presto potrebbe trovarsi di fronte a due anni di squalifica. La sua reazione sarà d'orgoglio, sfoderando una buona prova con la gamba che aveva sul pavé, oppure prevarrà lo sconforto? In condizioni normali sarebbe un corridore da marcare stretto, il buon Greg. Non solo Gilbert per la formazione svizzera, quindi.

 

Etixx, la ripresa passa per Kwiatkowski
Dopo una campagna del pavé senza vincere ad Harelbeke, né a Gand, Fiandre o Roubaix, la Etixx-QuickStep di Patrick Lefevere conta di rifarsi sulle côtes delle Ardenne. La ripresa passa attraverso l'iride di Michal Kwiatkowski, in forma da diverse settimane, non male alla Vuelta al País Vasco. Il polacco può piazzare un colpo non da poco alla classica della birra, magari sfruttando le fasi tra una côte e l'altra, quando meno ci si aspetta uno scatto. Sarà controllatissimo ed ecco che la Etixx potrebbe puntare, in alternativa, su altri due alfieri: Gianni Meersman e Julian Alaphilippe. Il belga è brillante ma non brillantissimo ultimamente, mentre il francese forse non è ancora maturo (è del '92).

 

Gallopin per la Lotto, Matthews-Gerrans in Orica
La Lotto-Soudal punterà tutto su Tony Gallopin, galletto che attraversa un momento magico dai tempi della Parigi-Nizza. Può fare molto bene, sicuramente cogliere un podio, ma se non dovesse essere in giornata c'è sempre Jelle Vanendert, lo scorso anno secondo un po' a sorpresa dietro a Gilbert. Sul fronte australiano da tener d'occhio la coppia Orica composta da Simon Gerrans e Michael Matthews. Il primo non corre da tempo a causa degli infortuni, disputerà anche il Giro d'Italia ed in questa gara ha colto tre terzi posti nelle ultime quattro edizioni. All'Amstel ha preso le misure, potrebbe essere pronto per il gradino più alto del podio. Anche se... Anche se c'è un Michael Matthews a cui scappa la bici: alla Freccia del Brabante l'ultima dimostrazione di forza di Bling, che ha regolato con una bella volata sia Philippe Gilbert che Tony Gallopin (ma valeva per il secondo posto). Ha vinto una tappa alla Vuelta al País Vasco, è in grande condizione e se si arriva in un gruppetto può regolare tutti o quasi. In casa Orica occhio anche a Michael Albasini, che non sarà australiano (è svizzero), ma ha le carte in regola per sorprendere: non sarebbe neanche la prima volta.

 

Valverde, mai vincente all'Amstel. Purito è in forma
Alejandro Valverde non ha mai vinto questa classica: secondo nel 2013, terzo nel 2008, quarto nel 2014, il murciano punta al bersaglio grosso con la sua Movistar. Ha vinto tre tappe alla Volta a Catalunya, se ha ancora quella gamba può far male. Nella formazione di Eusebio Unzué c'è anche José Joaquín Rojas, che tiene sugli strappi ed è veloce, oltre al nostro Giovanni Visconti. Un altro spagnolo da marcare stretto sarà Joaquim Rodríguez, con Dani Moreno capofila della Katusha. Purito s'è sbloccato alla Vuelta al País Vasco, con due vittorie parziali e la classifica finale agguantata all'ultima crono, sul muro di Aia: non troverà muri da queste parti, ma se entrasse nell'azione giusta potrebbe impensierirne diversi. Non è certo tra i primi favoriti; nel 2011 seppe cogliere una piazza d'onore dietro a Gilbert, ma si arriva ancora sul Cauberg. Non meno pericolosi di Valverde e Purito sono Rafa Valls, che ha corso un inizio di stagione splendido, e Rui Alberto Faria da Costa, che su queste côtes può essere pericoloso. A differenza di Valls, non sembra però ancora in palla. Tra i latinos occhio a Sergio Henao, ritornato tra i grandi alla Vuelta al País Vasco, capitano di una Sky che ha pure Lars Petter Nordhaug e Wout Poels.

 

Dumoulin e Wellens: Olanda e Belgio crescono
Belgi ed olandesi da tener d'occhio, su tutti Tom Dumoulin, che rimane sempre nelle retrovie della vigilia, per trovarsi spesso tra i primi. Olandese della Giant-Alpecin, se non si sentisse al massimo potrebbe lanciare il giovane galletto Warren Barguil o il promettente austriaco Georg Preidler. Wilco Kelderman, altro olandese, vorrebbe regalarsi la prima classica della carriera, che corrisponderebbe al primo successo della LottoNL-Jumbo, unica formazione Wolrd Tour a secco nel 2015. C'è anche Bauke Mollema, in palla anche al País Vasco, oltre a Tom Jelte Slagter, che della Cannondale-Garmin potrebbe essere il faro insieme all'irlandese Daniel Martin (ancora poco in luce) ed all'australiano Nathan Haas. E tra i ragazzotti da non dimenticare ci sono Edward Theuns e Tim Wellens, entrambi 23enni: il primo più forte sulle pietre, forse, il secondo è maggiormente uomo da côtes.

 

Felline è forte. E Bonifazio? C'è anche Rebellin
L'Italia, dopo l'ennesima campagna del pavé non certo memorabile ma nemmeno terrificante, schiera al via diversi uomini con la gamba davvero piena. Il più pronto di tutti parrebbe Fabio Felline: torinese della Trek, a inizio stagione s'è piazzato molte volte, poi ha vinto una tappa al Critérium International e, più importante, alla Vuelta al País Vasco. Quest'ultima è stata la sua prima vittoria nel World Tour, probabilmente non l'ultima. Per fare bene all'Amstel ha tutto ciò che serve: tenuta sugli strappi per reggere i ritmi elevati, forza esplosiva per primeggiare nelle volate, intuito per azzeccare la fuga e la posizione giusta. Se il settimo posto della Freccia del Brabante non è stato casuale - e perché dovrebbe? - lo ritroveremo davanti. Non dimentichiamoci di Davide Rebellin, 43 anni e non sentirli: nel 2004 ha iniziato qui la tripletta completata con Freccia e Liegi, nel 2007 s'è piazzato alle spalle del compagno di team in Gerolsteiner Stefan Schumacher. Alla Freccia del Brabante ha chiuso 5° ed anche domani non starà a vedere. Detto di Felline, c'è da chiedersi cosa potrebbe tirar fuori su questo percorso Niccolò Bonifazio. Ligure in forza alla Lampre-Merida, classe '93, ha chiuso quinto la sua prima Milano-Sanremo. Sa sprintare molto bene, ma tiene alla grande anche su brevi strappi: in squadra ci sarà anche Diego Ulissi, che è rientrato alla Vuelta al País Vasco, ma Bonifazio potrebbe davvero stupire. Sarebbe l'ennesima volta. Da non dimenticare due ex vincitori di questa gara, Enrico Gasparotto e Damiano Cunego: il friulano della Wanty trionfò a sorpresa nel 2012, diventando l'ultimo vincitore sul traguardo in cima al Cauberg, mentre il veronese della Nippo-Vini Fantini vorrebbe dare i primi veri segnali con i nuovi colori. La vittoria del 2008, davanti a Fränk Schleck ed Alejandro Valverde, è lontana. Non dimentichiamoci, restando in casa Wanty-Groupe Gobert, di Marco Marcato, migliore dei nostri alla Roubaix con un 22° posto, né di Manuele Boaro (della Tinkoff-Saxo), vincitore a Pré-en-Pail di una tappa al Circuit de la Sarthe. E chissà, infine, che la Bardiani-CSF, fin qui opaca, non sfrutti l'invito per piazzare un colpo dei suoi, magari con Sonny Colbrelli o Enrico Battaglin

 

Riecco Vincenzo Nibali, senza troppe pretese
C'è poi la carta Vincenzo Nibali, al rientro alle corse. L'ultima volta che il vincitore del Tour ha attaccato il numero sulla schiena era il 22 marzo, in occasione della Milano-Sanremo. Successivamente c'è stato il ritiro in altura, sul Teide, e le gambe potrebbero essere quindi un po' pesanti. L'intenzione di Vincenzo per quest'anno è farsi vedere ben prima della Grande Boucle, magari alla Liegi, anche se il pensiero è al Tour: non per niente ieri è andato a visionare la tappa del 7 luglio, la Seraing-Cambrai, quella del pavé: in ammiraglia c'erano Beppe Martinelli e Stefano Zanini, in bici con lo Squalo i compagni Lieuwe Westra, Andriy Grivko, Jakob Fuglsang e Lars Boom. L'Amstel sarà dunque un ottimo allenamento per Nibali, con l'Astana potrebbe cercare il risultato pesante con Lars Boom, Diego Rosa, Lieuwe Westra, Luis León Sánchez o magari quell'Alexey Lutsenko che nel 2012 si laureò proprio qui Campione del Mondo tra gli Under 23.

Una curiosità, infine: il più giovane dell'Amstel Gold Race sarà Matej Mohoric, sloveno della Cannondale-Garmin: ha vent'anni e sempre nel 2012 esultava su questo traguardo, vestendosi con l'iride degli Juniores. Nella stagione seguente avrebbe rivinto un Mondiale, a Firenze, ma tra gli Under 23, e dall'anno dopo ancora sarebbe diventato professionista. Lo aspettiamo, anche perché le cose migliori deve ancora farle vedere.

Francesco Sulas

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