Freccia del Brabante 2015: BMC felice con Hermans - Fuga e vittoria su Matthews e Gilbert. Rebellin e Felline davanti
Versione stampabile«Silvan, fermati! Ho detto fermati!». Chi parla è Philippe Gilbert, vallone della BMC, campione uscente della Freccia del Brabante, che ha già vinto nel 2011. Siamo nell'ultimo giro e Gilbert richiama un Silvan Dillier intenzionato a tirare il collo al gruppo: azione che avrebbe senso, se nella fuga non ci fosse, appunto un BMC. Non uno a caso, ma un belga, Ben Hermans. Di quelli che devono sempre esplodere e poi finiscono a fare i luogotenenti di lusso. Ecco, oggi Hermans s'è preso una giornata libera, e con David Tanner è al comando. Gilbert ha sì ambizioni, ma la squadra viene prima di tutto, lui lo sa bene: se vince la BMC, vince Gilbert. Fine della discussione. Per questo richiama all'ordine lo scatenato Silvan Dillier, perché non vuole andar a riprendere quel Ben Hermans che nessuno, almeno prima del traguardo di Overijse, vedrà da vicino. E sul podio sarà proprio Philippe Gilbert, terzo al traguardo, che darà una pacca sulla spalla al vincitore, regalandogli il numero uno, il dorsale: «Tieni, ti tornerà utile tra un anno».
Dal pavé alle côtes. Subito fuga a tre
La 55esima edizione della Freccia del Brabante, semicalssica che porta dal nord del pavé, delle Fiandre, alle gare fatte di côtes, rimane in casa BMC: ieri Gilbert, oggi Hermans, dopo un tentativo partito a 33 km dal traguardo, prima con Matysiak, De Troyer e Tanner, poi con il solo Tanner, infine da solo. Sui 205 km in programma, partenza da Leuven, arrivo a Overijse, in mezzo ventisei côtes ed un circuito finale da ripetere tre volte, il grande favorito era Michael Matthews, già lo scorso anno secondo. Ripeterà la prestazione del 2014. Nei primi chilometri va via una fuga con Thomas De Gendt (Lotto-Soudal), Anthony Delaplace (Bretagne-Séché) ed Alex Kirsch (Cult Energy). Guadagnano oltre tre minuti, con l'Orica di Matthews, uscito dalla Vuelta al País Vasco con una gran gamba, a tirare. L'entrata nel circuito di Overijse, con le côtes di Hagaard, Hertstraat, Holstheide, Ijskelderlaan e Schavei da affrontare, vede staccarsi subito il lussemburghese Kirsch: a 67 km dall'arrivo, sulla côte di Hagaard, restano al comando Thomas De Gendt ed Anthony Delaplace. Il vantaggio sul gruppo è di 2'15", sempre più risicato.
Hermans e Tanner attaccano al momento giusto
A 38 km dall'arrivo si rimescolano le carte, si stancano i due fuggitivi rimasti allo scoperto ed il gruppo è nuovamente compatto. Non che duri molto questa situazione, visto che ai -33 attaccano in cinque: Tim De Troyer (Wanty-Groupe Gobert), Louis Vervaeke (Lotto-Soudal), David Tanner (IAM), Bartłomiej Matysiak (CCC Sprandi-Polkowice) e Ben Hermans (BMC). Non c'è un grandissimo accordo, tant'è che Tanner ed Hermans allungano e prendono 30" sugli altri tre. Il ritmo degli inseguitori non è forsennato, così si forma un gruppetto più corposo. Ai -27 è l'esperto Björn Leukemans (Wanty-Groupe Gobert) ad attaccare deciso sull'Ijskelderlaan, ed a lui su uniscono Paul Voss (Bora-Argon 18), Julien Vermote (Etixx-QuickStep) e Silvan Dillier (BMC). Mancano 24 km all'arrivo, i due al comando hanno 25" abbondanti, dietro l'andatura permette il rientro nel gruppetto dei primi inseguitori di Mirko Selvaggi (Wanty-Groupe Gobert), Dries Devenyns (IAM), Victor Campenaerts (Topsport Vlaanderen-Baloise), Nathan Haas (Cannondale-Garmin), Fabio Felline (Trek), Serge Pauwels (MTN Qhubeka), Marco Canola (UnitedHealthcare). Il gruppo si sveglia, perché siamo all'ultimo passaggio sul traguardo: addormentarsi adesso significherebbe regalare la vittoria a David Tanner o a Ben Hermans. Le fasi finali sono quelle decisive, in una corsa che non si capisce in che direzione andrà.
Tanner al gancio, Hermans scappa via
All'ultima scalata dell'Ijskelderlaan Tanner è al gancio, mentre Hermans si gestisce bene. Così bene che controscatta, piazzando l'affondo che risulterà decisivo. Tanner, appena staccatosi, viene raggiunto da Julian Alaphilippe (Etixx-QuickStep), Tony Gallopin (Lotto-Soudal), Philippe Gilbert (BMC), che agisce da stopper. Il gruppo è però alle loro spalle, così davanti rimane il solo Ben Hermans. E dietro tocca un po' alla Lotto-Soudal (per Gallopin), un po' all'Orica (per Matthews) inseguire, visto che la BMC, con un uomo solo al comando, si prende un rischio ma non mette naso là davanti. Sull'ultimo strappo, quello di Schavei, Ben Hermans ha 22" su un gruppo in forte rimonta. Ed in effetti, anche visivamente, il plotone è laggiù, pronto ad agguantare questo fuggitivo. Non accadrà, visto che Ben Hermans taglia per primo il traguardo, succedendo a Philippe Gilbert nell'albo d'oro della semiclassica.
Matthews al 2° posto. Rebellin e Felline nei 10
Alle spalle di Hermans, ad appena 2", Michael Matthews disputa una volata tanto sontuosa quanto inutile, regolando Philippe Gilbert e Tony Gallopin. Tutto per le posizioni di rincalzo. Al quinto posto Davide Rebellin, un sempreverde, che si mette alle spalle Nathan Haas, il bravissimo Fabio Felline, Maurits Lammertink, Maciej Paterski e Dries Devenyns. Più indietro gli altri italiani, con il migliore di Roubaix, Marco Marcato, 17° a 16" e Kristian Sbaragli giusto alle spalle del padovano della Wanty, con un distacco di 19". È 28° Marco Canola, attivo nelle fasi calde della corsa, ancora sfortunato nei momenti decisivi (caduto). Con Ben Hermans che tiene coperto questo Philippe Gilbert (tenetelo d'occhio già da domenica), inizia domenica l'ultima parte delle classiche di primavera, con le Ardenne: Amstel Gold Race, quindi la Freccia Vallone (mercoledì) e la Liegi-Bastogne-Liegi, domenica prossima, sono ormai all'orizzonte.