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Vuelta al País Vasco 2015: Unico e inimitabile: Purito - Rodríguez in extremis su Henao. Tanti muri, poche salite vere

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Purito Rodríguez vince la 55esima Vuelta al País Vasco © Javier Etxezarreta

Se fosse nato in Italia, Purito Rodríguez sarebbe un bergamasco: passione per i muri, bravura nel costruire i suoi successi mattone dopo mattone. È la storia della sua carriera, è la storia del presente. Il catalano porta avanti il periodo d'oro della Katusha, formazione plurivittoriosa nel 2015 con 18 successi, uno in più della Etixx e due più della Sky. Purito ha conquistato il suo margine su uno Sky, Sergio Henao, colombiano tra i più pimpanti in salita, non brillantissimo oggi, nella crono con scalata (ben diversa da una cronoscalata). Henao, che nell'esercizio contro il tempo male non va, ha perso quei 13" fatali da Purito Rodríguez e con essi l'edizione numero 55 della Vuelta al País Vasco. Sembrava averla in pugno, dopo i giorni scorsi. La cronometro di Aia, 18.3 km con la doppia scalata al muro già affrontato ieri, non è andata però né a Purito né ad Henao, ma al Campione olandese della specialità, quel Tom Dumoulin che se trova la giornata di grazia può essere devastante per gli avversari. Il corridore della Giant-Alpecin ha coperto la distanza in 28'46", correndo bene nella prima parte, più adatta ai passistoni, ed andando oltre la mera difesa nel finale con i due muri di Aia. Una prova maiuscola, quella di Dumoulin, che passa però in secondo piano rispetto all'avvicendamento in testa alla classifica generale.

 

Corsa decisa dalle rampe di garage. De gustibus...
Stamane Purito Rodríguez inseguiva Sergio Henao
, con quest'ultimo in maglia gialla, ma a pari tempo. E non può piacere (poi ognuno ha le sue perversioni, per carità) una corsa a tappe senza frazioni selettive, con un paio di muri nel finale a fare da discriminante. I Paesi Baschi, ricchi di salite e poveri d'abbuoni, hanno visto presentarsi al via della crono decisiva due corridori con lo stesso tempo. Che razza di corsa è quella che si decide su una rampa di garage e basta? Può essere simpatica, curiosa, esigente, non certo specchio dei veri valori in campo. Se un muretto ci stava bene (anche qui, o nella crono, oppure in un finale di tappa), era altrettanto giusto piazzare un arrivo in salita degno di questo nome (non certo Arrate!). E qualche abbuono avrebbe reso solamente la corsa un filo più intrigante (ci sarebbe voluto poco). Invece no: gli organizzatori della Vuelta al País Vasco hanno fatto di testa loro, concependo un percorso inconcepibile, al limite del ridicolo. E che il muro di Aia, affrontato in una breve crono, sia stato decisivo in una gara a tappe di sei giorni, è sintomatico di quanto si sia combattuto da lunedì ad oggi.

 

Su certe pendenze Purito vola. Indietro Quintana
Detto questo, il garagista Rodríguez ha fatto il suo: dopo essersi sbloccato in quel di Zumarraga ed aver ottenuto la seconda vittoria del finora travagliato 2015 il giorno dopo, al Santuario di Arrate, oggi ha corso come sa fare, con regolarità ed un passo micidiale su questi strappetti con oltre il 20% di pendenza. Sergio Henao era stato il più attivo e propositivo sia a Zumarraga che al Santuario di Arrate; anche ieri, nell'arrivo si Aia, aveva tenuto più che egregiamente su Purito Rodríguez, regolandolo proprio nella volatina a due. Oggi invece no, è andata storta: il passo che non è dei migliori, il cambio di bici, che qualche secondo gli sarà costato, il distacco fatale da Purito ed una Vuelta al País Vasco, quasi intascata, che finisce all'avversario. Peccato veramente. Non parliamo di Nairo Quintana, un vero scalatore che su queste pendenze nemmeno sa di potersi testare: lui è un vero arrampicatore, non un garagista. Logico che abbia perso qui e là sui diretti avversari. Oggi non s'è smentito ed ha buttato via il podio, con il compagno Ion Izagirre più bravo di lui sia nella prova di giornata che nella classifica finale: sarà lui il terzo - primo dei Movistar - distanziato di 29" da Rodríguez.

 

Crono a Tom Dumoulin, gran gamba per Felline
La cronometro, altro che atipica, l'ha vinta Tom Dumoulin, come detto, ma alle sua spalle, fatta eccezione per Purito, staccato di 13", molti hanno approfittato per avvicinarsi ai piani alti della classifica. C'è Ion Izagirre, che ha corso benissimo per tutta la settimana, coronando un'ottima Vuelta quest'oggi ad Aia, dove ha chiuso terzo, ad appena 5" da Dumoulin. Di Henao s'è già detto, con il colombiano che ha perso 17" da Dumoulin e 13" da Rodríguez, mentre Beñat Intxausti ha chiuso al quinto posto, a 21" da Dumoulin. Ottimo Fabio Felline, che già martedì era riuscito a cogliere il primo centro nel World Tour a Vitoria, mentre oggi ha sfoderato una signora cronometro, concludendo con il sesto tempo assoluto, a 23" dal vincitore. Il torinese della Trek, che con questa gamba superba si avvicina quatto quatto alle classiche delle Ardenne, ha fatto meglio di Nairo Quintana, che con tutte queste salitelle ha accumulato un distacco di 30" da Dumoulin. Alle spalle del campesino, a 34" dal vincitore, Rui Alberto Faria da Costa, poi Rein Taaramäe, nono a 36" e Michal Kwiatkowski, sia ieri che oggi partito di gran carriera per attaccare il podio ma sempre rimbalzato (oggi il distacco è di 37" da Dumoulin). Ottima prova ed ottima settimana per Michele Scarponi, che ha chiuso la crono a 48" da Dumoulin, tredicesimo ed appena 5" più indietro dell'ottimo Simon Yates, un gioiellino.

 

Classifica finale a Rodríguez. Ottimo Simon Yates
La classifica generale vede Purito Rodríguez vincere la corsa basca dopo che nel 2013 si era dovuto arrendere a Samuel Sánchez. Il catalano ha rifilato 13" a Sergio Henao, che forse l'avrebbe meritata, la vittoria finale, mentre sul terzo gradino del podio troviamo Ion Izagirre, a 29". A 38", quarto, Nairo Quintana, che attende ben altre sfide e ben altre salite: solo nella frazione di Zumarraga è parso brillante, per il resto ha ceduto sempre qualcosa sia ad Henao che a Rodríguez. Quinto Simon Yates, ottimo e staccato di 46", mentre Michele Scarponi è sesto a 1'06", primo degli italiani. Lo seguono Rui Alberto Faria da Costa, a 1'14", poi Michal Kwiatkowski a 1'15", il sorprendente Ilnur Zakarin a 1'25" e Thibaut Pinot, mai davvero in luce e comunque decimo a 1'33" dal vincitore. Un vincitore che non poteva che essere lui, Purito Rodríguez, fatto fuori dalla Volta a Catalunya da un noioso virus, rimessosi in tempo per staccare due primi posti più la generale alla Vuelta al País Vasco. Senza dubbio la condizione palesata in sei giorni di strappi e strappetti lo proietta per l'ennesima volta tra i favoriti della Freccia Vallone, e non solo. Però adesso, fateci un piacere: ridateci delle salite vere.

Francesco Sulas

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