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Dwars door Vlaanderen 2015: Si scrive Wallays, si legge: ...Wow! - Gran trionfo Topsport, Kwiatkowski ingabbiato

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La straordinaria vittoria di Jelle Wallays alla Dwars door Vlaanderen © Dwarsdoorvlaanderen.be

Quante volte è successo che una corsa sia stata vinta dal corridore più sottovalutato di un gruppetto di attaccanti? La letteratura pullula di casi del genere; oggi alla Dwars door Vlaanderen questo particolare capitolo del libro d'oro del ciclismo si arricchisce di un altro episodio: quello che ha visto Jelle Wallays trionfare a Waregem in un tripudio tutto belga completato dal connazionale e compagno di squadra (nella Topsport) Edward Theuns, giunto secondo.

Quasi 26 anni il primo, quasi 24 il secondo, l'accoppiata della formazione fiamminga (team che porta le Fiandre pure nel nome: la dicitura completa del main sponsor è Topsport Vlaanderen) ha messo nel sacco un certo Michal Kwiatkowski: proprio lui, il Campione del Mondo, ha animato l'azione decisiva a partire dal Taaienberg, il settimo dei 12 muri che hanno punteggiato il percorso di questa importante semiclassica; tanto ha fatto, il polacco, che ha chiuso addirittura giù dal podio, preceduto al traguardo anche dall'olandese Dylan Van Baarle.

La storia, però, dev'essere narrata per intero, e dare conto di un piccolo particolare: tra una fuga e l'altra, oggi Wallays ha messo insieme ben 130 km in avanscoperta. E l'impresa che ha condotto in porto fa il paio con la vittoria ottenuta pochi mesi fa alla Parigi-Tours, al termine di un'altra fuga fiume conclusa con un successo di grande prestigio. Una volta può essere un caso; due volte configurano invece una predisposizione preziosa, tantopiù nel ciclismo spesso sparagnino dei nostri giorni.

 

Tra fughe mancate e cadute paurose
La pioggia, l'asfalto bagnato, le insidie delle stradine belghe; tra una cosa e l'altra (leggasi: un primo corposo tentativo di fuga a 11 - comprendente tra gli altri l'italiano Giuseppe Fonzi e il forte Tom Van Asbroeck) a tenere banco fino a un certo punto sono state le cadute.

Paurosa quella occorsa a Marcel Aregger, svizzero della IAM rimasto riverso con la faccia sulla strada; per fortuna il 24enne se l'è cavata con ferite al volto e una clavicola rotta, senza aver mai perso conoscenza. Minori danni per Giacomo Nizzolo (botta al ginocchio) e Jérôme Pineau (solo abrasioni), anch'essi caduti nella prima parte di gara. Un destino bizzarro ha accomunato 7 degli 8 corridori schierati dalla LottoNL: tutti finiti per terra nel corso della gara, e ritirati, ad eccezione di Van Asbroeck.

Pericolosamente spettacolare invece il capitombolo su una curva a sinistra nel finale di gara (a 37 dall'arrivo) di Lars Boom, in quel momento all'inseguimento del quartetto di testa: l'olandese dell'Astana è scivolato finendo per campi, ma quel che è peggio è che la moto-riprese che lo tampinava si è disunita cadendo anch'essa; e subito a ruota, i sopraggiungenti Stijn Devolder e poi Antoine Duchesne hanno seguito la stessa traiettoria maledetta, andando giù pure loro.

 

L'azione di Wallays e altri 9 accende la corsa
Annullata senza problemi la prima fuga, ne è partita una seconda, intorno al km 70 (a 130 dalla fine). Al suo interno Gert Dockx (Lotto), Leigh Howard (Orica), Ruben Zepuntke (Cannondale), Matthias Brändle (IAM), Adrien Petit (Cofidis), Boris Dron (Wanty), Martin Mortensen (Cult), Brian Van Goethem (Roompot, già presente tra l'altro nella prima fuga) e Jelle Wallays.

I 9 non hanno avuto un gran margine, al massimo 2'40" a 100 km dalla fine (esattamente metà corsa): la Etixx ha ben lavorato per tenere gli attaccanti a distanza di sicurezza, e ai -70 pareva che il ricongiungimento fosse prossimo. Prima si è staccato Howard, poi sull'Eikenberg (sesto muro di giornata, ai -63) c'è stato un totale sparpaglìo. Col gruppo lì a 10-12", la sorte degli attaccanti era segnata.

Ma è qui che Wallays ha deciso di reagire, rilanciando l'andatura e partendo tutto solo verso l'ignoto. Il corridore della Topsport è stato bravo perché ha riportato subito il suo margine a 20", quindi a 35" (diciamo pure che il gruppo tirava meno forte, essendo rimasto un uomo solo davanti), ma probabilmente neanche lui immaginava che questa sua scelta di insistere nell'attacco sarebbe risultata alla fine vincente.

 

Kwiatkowski all'attacco, si forma il quartetto
Ai -57, sul Taaienberg (il muro di Boonen... ma Tom, come ben sappiamo, è fermo ai box per infortunio), la situazione nel gruppo ha vissuto un'importante evoluzione: è stato Michal Kwiatkowski, una delle tante frecce all'arco Etixx, a muoversi, promuovendo un attacco che forse a quel punto mirava solo a saggiare le forze in campo.

Al polacco si sono accodati il giovane Dylan Van Baarle, 22enne della Cannondale, ed Edward Theuns, compagno di squadra di Wallays (che rimaneva ancora in testa da solo); ai -54 il terzetto ha raggiunto il battistrada, e da lì in avanti la situazione di corsa, per quanto riguarda gli uomini al comando, non sarebbe più cambiata.

Alle spalle del citato drappello, si segnalavano le difficoltà di Nairo Quintana (venuto a fare esperienza di pavé in ottica Tour de France), ma il colombiano in quest'occasione è riuscito a rientrare nel gruppetto di circa 20 unità che rimaneva all'inseguimento dei primi.

 

Kwia non attacca più, mal gliene incoglierà
Si sarebbe definitivamente staccato sull'Oude Kwaremont, Nairo, a 40 km dalla fine. Sulla salit(ell)a probabilmente più significativa della giornata, dal drappello dei 20 è partito come una furia Boom, il quale è riuscito a dimezzare in un paio di chilometri il distacco dai quattro di testa: un margine che era arrivato a lambire il minuto sui 20 è sceso di colpo a meno di 30" sul solitario Lars.

Purtroppo per lui, però, la citata caduta ha messo fuori causa Boom alle soglie del Paterberg.

In questa fase ci si sarebbe forse attesi da Kwiatkowski una sgasata per liberarsi della compagnia degli altri fuggitivi; o quantomeno per sbarazzarsi di uno dei due Topsport. Il più indiziato era proprio Wallays, che non solo era reduce dalla precedente fuga, ma si stava pure spendendo parecchio a beneficio del più veloce Theuns (in vista della possibile volata a 4 che avrebbe deciso la corsa).

D'altro canto, però, forse proprio la presenza di due Topsport ha frenato gli impulsi del Campione del Mondo: sapendo che uno dei due si sarebbe svenato pur di chiudere su un suo attacco, ha optato per la tattica del temporeggiare. Magari su un successivo muro Wallays si sarebbe staccato da sé, e tutto sarebbe stato più facile per Michal.

 

Giovani leoni delle Fiandre crescono
L'unica certezza, in questa fase, è stata che i quattro continuavano a guadagnare: il vantaggio massimo è stato toccato ai -33 km (1'13"), dopodiché gli inseguitori si sono organizzati un minimo e hanno cominciato a limare un po' di distacco. Costoro erano rimasti in 11: due della Etixx (Guillaume Van Keirsbulck e Nikolas Maes, ovviamente passivi visto che avevano Kwia davanti), un Tinkoff (Matti Breschel), un BMC (Jempy Drucker), due Lotto (Tiesj Benoot e il campione nazionale belga Jens Debusschere), un Movistar (Andrey Amador), un Cofidis (Cyril Lemoine), due Katusha (Vyacheslav Kuznetsov e Alexey Tsatevich) e pure un italiano, nella persona di Oscar Gatto (in maglia Androni), già vincitore di questa corsa due anni fa.

Tra tutti, principalmente il giovanissimo Benoot (21 anni, veramente un bel vedere anche sul pavé!) e Drucker si sono impegnati a fondo e con profitto: a 19 km dalla fine il distacco era sceso a 35", ma alcune trenate di Wallays hanno dilatato nuovamente il margine, impedendo che gli 11 si avvicinassero troppo.

A questo punto chi avrebbe scommesso che Jelle potesse superare indenne gli ultimi muri? E invece Hellestraat, Holstraat e Nokereberg sono passati senza danni per il mulo della Topsport; addirittura sull'ultimo muro, appunto il Nokereberg, a 8 km dalla fine, proprio Wallays si è messo in testa a tenere un'andatura alta che impedisse a Kwiatkowski (che pure era tentato dal provarci) un attacco kamikaze.

Bagnate le polveri al polacco, e constatato che Van Baarle aspettava solo la volata, la coppia Topsport si è ritrovata ad affrontare gli ultimi 5 km di gara con le migliori prospettive.

 

Parte Wallays e chi lo insegue? Bel dilemma!
Con qualche inevitabile tatticismo e un po' di risparmio sui turni a tirare, i quattro di testa si sono presentati alla flamme rouge dell'ultimo chilometro. Da dietro nessuno faceva più paura (Kuznetsov aveva tentato un allungo ai 12 km, ma non aveva avuto fortuna; nel finale è toccato invece a Van Keirsbulck partire per anticipare gli altri del gruppetto, ma anche lui non poteva ormai più sperare di rientrare sui primi).

Ai 1100 metri, in vista del triangolo rosso, quando ci si attendeva che potesse giusto tirare la volata a Theuns, Wallays a sorpresa ha piazzato la sua stoccata. Colpo di genio, e anche un po' colpo di fortuna: perché Kwiatkowski ha titubato a lungo, prima di capire che era il caso di inseguire quell'infaticabile lepre. E Van Baarle, da parte sua, si è ben guardato dal dare un cambio al polacco: l'iridato si è pure offeso per questo fatto, ma magari il giovane Dylan non ne aveva più, semplicemente.

Sia come sia, Wallays s'è involato e non l'hanno raggiunto più. Kwiatkowski ha tirato invano fino ai 300 metri, poi ha dovuto subire la volata altrui per il secondo posto; e - a conferma che le sue gambe erano un po' vuote - Van Baarle non ha opposto praticamente resistenza allo spunto di Theuns che ha regalato alla Topsport anche il secondo posto dopo la straordinaria vittoria di Wallays.

2" tra il vincitore e il suo compagno (e Van Baarle terzo); Kwiatkowski è stato cronometrato a 4", scazzato più che mai; a 1'20" è arrivato Van Keirsbulck, e subito dopo (a 1'29") Benoot (veramente super) ha regolato nella volata per il sesto posto Lemoine, Debusschere, Maes e Tsatevich; a seguire, fuori dalla top ten, nell'ordine Drucker, Breschel, Amador, Kuznetsov e Gatto, 15esimo e ultimo del drappello.

 

Lo spettacolo fiammingo continua
Queste corse denominate semiclassiche sono interessantissime per scoprire nomi e volti nuovi per muri e pavé, e oggi abbiamo avuto gran dovizia di novità, nella Dwars door Vlaanderen: vogliamo fare il giochino dell'età media dei primi? 25 anni il vincitore, 23 il secondo, 22 il terzo, 24 il nobilissimo quarto, 24 il quinto, 21 il sesto; in generale, nella top ten il solo Lemoine ha più di 30 anni. Se non è una nouvelle vague questa, allora quale?

Tra due giorni si farà già più sul serio, visto che saremo nuovamente nel World Tour con la E3 di Harelbeke, gara che vedrà al via corridori mediamente più blasonati di quelli impegnati oggi; domenica, poi, si va sul gran classico con la Gand-Wevelgem. In un modo o nell'altro, la sicurezza è quella dello spettacolo: lui sì che non manca mai quando si corre a queste latitudini!

Marco Grassi

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