Parigi-Nizza 2015: E Richie Porte spiccò il volo - Corsa al tasmaniano che domina sul Col d'Èze. Tony Gallopin crolla
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- Geraint Thomas
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- Ion Izagirre Insausti
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- Michal Kwiatkowski
- Rafael Valls Ferri
- Richie Porte
- Rui Alberto Faria da Costa
- Simon Spilak
- Thomas De Gendt
- Tim Wellens
- Tony Gallopin
- Tony Martin
- Uomini
Nel 2013 Richie Porte vinse la Parigi-Nizza per la prima volta, succedendo ad un altro Sky, Sir Bradley Wiggins, e si pensò che quel giovanotto australiano potesse essere maturo per far bene nelle grandi corse a tappe. Doveva lavorare per Froome al Tour, dove peraltro cedette alla prima vera salita. Rimandato. Due anni più tardi è ancora Richie a vestire quella maglia gialla come il sole, Chris Froome è sempre nella Sky e con ambizioni molto elevate per il Tour. Porte però correrà il Giro da capitano, non per onor di firma. Potrà vincerlo? Di certo oggi nella cronoscalata del Col d'Èze, un classico della Parigi-Nizza, ha dimostrato che in salita è tra i migliori ed a crono pure non teme rivali. Stamane doveva recuperare 36" ad un Tony Gallopin da ieri in giallo, dopo la strepitosa azione compiuta nella Vence-Nizza. Sembrava in palla, il Gallo, in condizione di reggere un Porte che già nell'arrivo in salita di Croix de Chaubouret aveva fatto il vuoto con il compagno Geraint Thomas. La Corsa verso il sole non finiva ad un francese dal 1997, anno in cui Laurent Jalabert portò a casa la sua terza edizione consecutiva. Si dovrà ancora attendere il successore di Jaja, visto che Gallopin oggi è andato alla deriva: «È il ciclismo, non ci sono scuse per me», dirà dopo l'arrivo, ancora affaticato. Busca 1'39" dal tasmaniano, a cui cede la maglia gialla.
Restano 106 atleti, Tony Martin presente e primo
Il primo a partire dei 106 rimasti in gara dopo la frazione da tregenda di ieri è Stijn Vandenbergh, che scende dalla pedana in direzione Col d'Èze alle 12:31. Passa però mezz'ora per il primo tempo rilevante: è quello della maglia a pois Thomas De Gendt, che stacca un 21'19". Rafal Majka, ieri in grandissimo ritardo, chiude pochi minuti dopo in 21'42", a 23" dal belga della Lotto-Soudal. Andrew Talansky sta già arrivando: pure nel 2012, quando vinse Porte, quassù lo statunitense fu secondo. Oggi passa per primo al secondo intermedio e con un 21' netto si issa al comando davanti a Rein Taaramäe (l'estone aveva registrato poco prima un 21'18", un secondo meglio di De Gendt). Il tre volte iridato Tony Martin doma anche le rampe - non troppo severe, a dirla tutta - della salita nizzarda: dopo 5.5 km, all'intermedio del Col des Quatre Chemins, è già in vantaggio di 5" su Talansky e sul traguardo chiude con un bel 20'52". Primo corridore a scendere sotto il muro dei 21', Talansky lasciato a 8". Ion Izagirre chiude a 21" dal tedesco della Etixx, Riccardo Zoidl e Simon Yates a 40". Attorno alle 14 partono i migliori. Tejay Van Garderen, dopo la batosta di ieri, cerca di rifarsi, ma chiude in 21'41": troppo alto. Al Col des Quatre Chemins Simon Spilak, ieri pimpante in salita, sembra una moto: 12'01", con 19" rifilati a Tony Martin. Lo sloveno della Katusha chiuderà in 20'36", primo tempo e difficile da battere. Nel frattempo all'intertempo passa Rui Alberto Faria da Costa, che viaggia con un ritardo di 11" da Spilak. Geraint Thomas, uno che cerca la sua dimensione in Sky quest'anno, inizia male e finisce peggio: all'intertempo ha 26" di ritardo da Spilak, alla fine chiude in 21'02", lontanissimo.
Via ai tre che si giovano il podio: Kwiatkowski va
Partono i tre uomini da podio (finora), Michal Kwiatkowski, Richie Porte e Tony Gallopin. Kwiato ha 37" da recuperare a Gallopin, Porte 36" e la maglia gialla è tesa, visibilmente. Parte con un rapporto molto agile, mentre Porte va su più duro, ma deciso. Dopo 5.5 km Kwiatkowski ha 18" di ritardo da Spilak, mentre Porte stacca un 11'49" che fa paura. A chi? A Tony Gallopin, nettamente in ritardo dopo le fatiche di ieri. Transita all'intermedio con 58" di svantaggio da Porte, ora virtualmente maglia gialla. E da lì all'arrivo si ha l'impressione che di forze ne abbia più di tutti Porte; sicuramente più di Gallopin, ora ancor più in affanno, mentre il tasmaniano viaggia che è un piacere. Sul rettilineo finale intanto c'è Michal Kwiatkowski, che chiude in 20'52'' (stesso tempo del compagno in Etixx Tony Martin) ed è quarto.
Porte vola, Gallopin precipita, Thomas delude
Richie Porte non sente il ventaccio che spazza le pendici del Col d'Èze e segna il miglior tempo conclusivo: 20'23" (nel 2013 trionfò con un 19'16"), Simon Spilak è a 13". Manca solo Tony Gallopin, ma la maglia gialla non riesce a trovare il ritmo adeguato. Si contano trentasei secondi e poi si realizza che per vedere un francese in maglia gialla a Nizza si dovrà aspettare ancora un anno. Il Gallo chiude con un 22'02", lontano 1'39" dal diretto rivale Richie Porte. La classifica di tappa vede Porte che precede Simon Spilak di 13" e Rui Alberto Faria da Costa di 24". A 29" Tony Martin e Michal Kwiatkowski, a 37" Andrew Talansky, a 39" il deludente Geraint Thomas, a 50" Ion Izagirre, a 54" Tim Wellens, a 55" Gorka Izagirre. La classifica finale vede Porte in giallo davanti a Kwiatkowski, Spilak e Rui Costa, tutti a 30". A 41" Thomas, a 1'03" Gallopin, cui non resta nemmeno il podio, a 1'05" Fuglsang, a 1'24" Valls, a 1'38" Gorka Izagirre, a 2'18" il giovane Wellens. La classifica a punti è di Michael Matthews, la maglia a pois di Thomas De Gendt, la bianca di miglior giovane di Michal Kwiatkowski, la classifica a squadre premia la Sky.
Cosa ci ha detto la Corsa verso il sole?
Giunti alle conclusioni, che cosa ci ha fatto capire questa Parigi-Nizza? Che Michal Kwiatkowski non sente per nulla la maledizione iridata e vince su più terreni con una bella continuità. Che John Degenkolb, Michael Matthews ed Alexander Kristoff (senza dimenticare, per esempio, Ben Swift), pensano seriamente alla Sanremo: oggi il norvegese ha chiuso la cronoscalata al 35° posto, con un distacco di 1'48" da Porte e davanti a Fabio Aru. Già, Aru: il sardo è andato benino nella tappa di Croix de Chaubouret (8°), ha ceduto ieri ed anche oggi, 38°, paga 1'55" da Porte. Era all'esordio e sicuramente la forma non è chissà che cosa, il picco è atteso per il Giro. Il ragazzo però, anche con poche gare nelle gambe, ha dimostrato, almeno a Croix de Chaubouret, di avere la voglia di tenere le ruote dei migliori. Tra questi ultimi, i migliori, non collochiamo di certo Tejay Van Garderen, da troppe stagioni promessa dell'anno venturo: va forte negli States, azzecca qualche tappa qui e là, poi ha la giornata in cui va alla deriva. Per lui i GT, salvo miracoli, sono un'utopia. Per Richie Porte invece, chissà: sicuramente il tasmaniano non si presenterà al via del Giro d'Italia da favorito numero uno, ma attenzione a lui nella crono di Valdobbiadene ed in salita. Ha dimostrato di essere attaccabile in discesa o in fasi di confusione - ma questo è un problema comune alla SKy tutta - però il ritmo d'ascesa e sul passo è mostruoso. Attenzione dunque all'ormai uomo in maglia gialla: pesa 59 kg - mai così poco, ammette - è in forma, è pericoloso. E l'ha dimostrato in questi sette giorni.