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Duello al sole: Froome contro Contador, è solo l'inizio - Chris ed Alberto si ritrovano a Tirreno-Adriatico e Catalunya

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Chris Froome stacca Alberto Contador sull'Alto de Allanadas, alla Vuelta a Andalucía © Bettiniphoto

Alberto Contador contro Chris Froome, Chris Froome contro Alberto Contador. La stagione 2014 s'era chiusa più o meno su questa falsariga, con il kenyano bianco battuto alla Vuelta a España dal fuoriclasse madrileno. Il 2015 è ripreso per davvero laddove ci eravamo lasciati: sempre in Spagna - stavolta in Andalucía - sempre loro due, differente solo chi l'ha spuntata. Ovvero Froome, il vincitore del Tour de France 2013. Al netto del periodo dell'anno e delle valutazioni precoci, quella della settimana scorsa è stata una Vuelta a Andalucía con due giorni di montagna ed altrettanti di spettacolo. Poco da dire, Froome e Contador piacciono e si piacciono; divertono e, nella sfida, si divertono.

Sono due campioni, l'uno molto differente dall'altro, ma l'ambizione è comune: arrivare in cima con i primi, quando non per primi. Due interpretazioni delle salite, stili completamente differenti, motori ben più che notevoli e l'impressione che non sai mai chi la spunterà (ma qualche volta, un pochino te l'immagini). In Andalucía lo spettacolo è stato pregevole e così i due, vuoi per esigenze di calendario, vuoi perché sotto sotto, studiandosi, si divertono (e viceversa), hanno programmato di incontrarsi di nuovo in questa prima parte di stagione. Come due tennisti che ambiscono a Wimbledon, Froome e Contador vogliono il Tour (Alberto, in realtà, cercherà anche il Giro) e per arrivare alla vittoria sui Campi Elisi passano per corse relativamente minori, ma non certo meno intriganti. Prima di analizzare gli altri campi della sfida, diamo uno sguardo alle peculiarità dell'uno e dell'altro.

 

Sky e Tinkoff: due squadroni, due tattiche
Il Team Sky di Froome è una macchina ben oliata, dai tempi di Bradley Wiggins, anno 2012. Parte in prima e, man mano che sale la strada, aumenta pure la velocità. Kennaugh, Nieve, Porte, Thomas (di Wiggins non si parla più, pena un training camp in Siberia) i più incisivi. Se subisci il suo ritmo, puoi già rialzarti e fare defaticamento. Schema molto semplice, non altrettanto facile da scardinare. Lasciarli lavorare in salita secondo la loro volontà equivale al suicidio sportivo. Contador lo sa bene e nella sua Tinkoff-Saxo, che già aveva gente come Majka o Kreuziger, ha voluto inserire Ivan Basso. Ma Basso chi, quello che si presumeva bollito? Lui. È bastata la salita dell'Alto de Hazallanas, con il varesino a sgranare il gruppo per Alberto (e Froome colpevolmente rilassato, in coda), perché gli equilibri della Sky saltassero.

 

Tecnica: frullata o en danseuse?
Froome è un qualcosa di mai visto, nel ciclismo. La sua tecnica di salita prevede cadenze elevatissime, testa bassa a facilitare ogni 5-7 secondi (3-4 durante i forcing) l'innalzamento del diaframma e lo svuotamento dei polmoni. «Quando piego la testa è come se mettessi una marcia in più», parole del kenyano bianco, che trae non poco vantaggio da questa tecnica di respirazione. Quasi mai sui pedali, se non negli affondi, preferisce salite a scaloni, non troppo lunghe, con rampe e punti dove rifiatare dopo le sfuriate. In salita si produce spesso in una sorta di elastico, frutto di accelerazioni esagerate e momenti di tregua relativa. Un corridore, un programma. Contador è qualcosa di più tradizionale - seppur straordinario - se paragonato a Froome. Scalatore classico, pedala agile ma mai quanto il rivale. Spessissimo in piedi, sa spingere rapporti lunghi, impegnativi a cadenze notevoli, facendo la differenza. Non avendo la forma ideale tutto l'anno, sopperisce con il talento: quello che lo porta ad attaccare in tappe apparentemente insulse. A volte gli va di gran lusso, a volte no. L'effetto sorpresa, al contrario di Froome, gli appartiene eccome. Le salite alpine o pirenaiche sono le sue preferite, su grandi lunghezze e pendenze mai oltre certi limiti è difficile da battere. Se poi è in forma ed in maglia roja, come all'ultima Vuelta a España, chi sarà Chris Froome per spogliarlo di un primato? Le vittorie di Alto de Hazallanas (dello spagnolo) e di Alto de Allanadas (del britannico) sono due esempi lampanti dei punti di forza e debolezza dell'uno e dell'altro.

 

Obiettivi: la sicurezza o le nuove sfide?
Chris Froome, appena visto il tracciato del Tour de France ed i pochi chilometri a crono, ha pensato di virare sul Giro (con la prova contro il tempo di quasi 60 km a Valdobbiadene). Poi però, è tornato al suo vero, oseremmo dire unico obiettivo. Il Tour, appunto. Alberto Contador, invece, sente che la fine (sempre sportiva) s'avvicina. Beninteso, non è per nulla finito, ma a dicembre spegnerà 33 candeline. Non cammina sulle acque come Gesù, ma danza sui pedali. Qualche corsa l'ha vinta, nella sua carriera, e dopo il 2016 potrebbe salutare la compagnia. Prima però vuole passare alla storia come il primo, dopo Marco Pantani (anno di grazia 1998), ad aver realizzato al doppietta Giro-Tour. C'è chi, come Beppe Martinelli, ritiene che El Pistolero potrà cercare la maglia rosa, andando al Tour più sereno, qualsiasi risultato giungerà. Chi invece, come David López (gregario di fiducia di Froome), ha dichiarato che «noi di Sky non crediamo che Contador andrà al Giro, alla fine potrebbe decidere di puntare tutto sul Tour. Non sarebbe la prima volta che dice una cosa e poi ne fa un'altra». Che fa, bluffa? L'uno è attaccato alla tradizione, al suo percorso, alla Grande Boucle, e magari la vince anche. L'altro è sempre in cerca di nuove sfide (è di oggi l'ultima di Alberto: «se preparassi le classiche, magari una Liegi, come preparo le corse a tappe, potrei vincere. Però preferisco le corse a tappe»), rischiando magari di finire gambe all'aria.

 

Prossimamente su queste strade...
La sfida tra Chris Froome ed Alberto Contador si ripeterà. La ritroveremo già in una stellare Tirreno-Adriatico (dall'11 al 17 marzo), con Nairo Quintana e Vincenzo Nibali, tra gli altri, a fare da terzo, quarto, quinto incomodo. Alla Volta a Catalunya (dal 23 al 29 marzo), con il terzo scontro frontale di stagione per i due. E poi il Tour de France, ma da oggi al 4 luglio, alla partenza di Utrecht, c'è tanto (non troppo) tempo. Tempo per mettere al alvoro Basso, fare prove di trappoloni per Contador, oppure sperimentare centinaia di frullate (non parliamo di bizzarri integratori post allenamento ma della pedalata agilissima in salita, ormai marchio di fabbrica) per Froome. Basta che, dando spettacolo qui, offrendo il bis agli spettatori là, né l'uno né l'altro arrivino a Giro o Tour (o Giro e Tour) mezzi spompati. Perché i vari Aru, Nibali, Quintana e Purito Rodríguez, più vedono Froome e Contador scornarsi, più si gasano. E, inutile dirlo, un po' si fregano le mani.

Francesco Sulas

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