Tour of Oman 2015: Questo è il vero Guardini - Andrea in volata su Tom Boonen. Matteo Pelucchi ottimo 3°
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«Il vero Guardini lo troveremo l'anno prossimo: è una promessa che sono sicuro di mantenere. Abbiamo lavorato tantissimo sul suo fisico e finalmente siamo riusciti a farlo diventare veramente un corridore. Secondo me adesso potrà competere anche con i veri velocisti. Non dico che batterà tutti i giorni Cavendish, Greipel o Kittel, ma vedrete che qualche volta se li mette dietro». Diceva così Beppe Martinelli, direttore sportivo dell'Astana, nel novembre scorso. Per il momento, la promessa la sta mantenendo. Andrea Guardini è rinato, è un corridore nuovo, completo, veloce, che non perdona (e se lo fa, se ne pente all'istante).
Martinelli dixit: «Il vero Guardini lo vedremo nel 2015»
Oggi l'arrivo di Al Wutayyah - prima tappa del Tour of Oman - presentava un leggero strappo. niente di che, più che strappo è una pendenza quasi impercettibile. Molti davano Sagan o Kristoff, gente che nel deserto del Qatar aveva dato spettacolo, come favoritissimi. E invece ti spunta il bell'Andrea. Il veronese dell'Astana, a dir la verità, non si mette in luce per la prima volta in questa stagione. È alla prima vittoria, certo, ma l'ha già sfiorata diverse volte: a Dubai, nella prima tappa, sia lui che Cavendish, poi vincitore, vengono lasciati allo scoperto troppo presto dai rispettivi treni. Morale: Cav vince a braccia alzate, senza capire effettivamente che il Guardia arrivava da dietro come una furia, e per poco lo beffa. In Qatar altri due secondi posti: ad Al Khor Corniche, quando Alexander Kristoff prevalse per per pochissimo, ed a Doha, quando l'Astana sembrava lanciata, e con lei il suo uomo veloce, Guardini. Ci pensò Sam Bennett, irlandese della Bora-Argon 18, a buttare una secchiata d'acqua freddissima addosso al veronese: la classica doccia gelata. Guardini non s'arrendeva: «In Oman ci riproverò di sicuro». Come Martinelli, è uomo di parola.
Nella fuga a quattro c'è anche Simone Andreetta
La prima tappa è pianeggiante, 161 km da Bayt Al Naman Castle a Al Wutayyah. Non prende il via Alessandro De Marchi: problemi allo stomaco per il rosso di Buja. Neanche il tempo di dare il via e vanno in fuga in quattro: Jef Van Meirhaeghe (Topsport Vlaanderen-Baloise), Patrick Konrad (Bora-Argon 18), Johann Van Zyl (MTN Qhubeka) e Simone Andreetta (Bardiani-CSF). Rapidamente prendono 45" al gruppo, dopo 10 km hanno già 3' di vantaggio. Agli uomini veloci ed alle rispettive squadre va più che bene così. Dopo 32 km il vantaggio del quartetto si stabilizza attorno ai 5'. Al primo traguardo con abbuoni, posto dopo 47.5 km di gara, Konrad beffa Van Zyl ed Andreetta. La Katusha, però, ha cambiato ritmo. Si sa che la strada verso il traguardo non è proprio pianeggiante: chi meglio del loro norvegese, Alexander Kristoff? Gli uomini del team russo portano il vantaggio a 3'55", ma a 96 km dall'arrivo è già sceso a 3'.
La Katusha forza, davanti resta solo Van Zyl
È allora che Johann Van Zyl prende consapevolezza che verranno ripresi prima del previsto. Se ne va da solo e presto guadagna 22" sugli ex compagni di fuga. Al secondo sprint con abbuoni Van Zyl ha 1'20" sul secondo e sul terzo, rispettivamente Patrick Konrad e Jef Van Meirhaeghe. Presto saranno riassorbiti dal gruppo, che ora deve recuperare 2'15" all'unico fuggitivo rimasto, Van Zyl. Resisterà fino ai -35, quando il vantaggio scende a 35". Un chilometro e viene raggiunto. Gruppo compatto. Katusha e Tinkoff-Saxo si dannano l'anima a scandire il ritmo, pregustando la vittoria di Kristoff, per i primi, di Sagan per i secondi. Nel finale ci si mette anche la Lampre-Merida nelle prime posizioni: l'arrivo non è poi così malvagio per un Sacha Modolo in giornata, e male non andrà, infatti.
Guardini incontenibile, Pelucchi è vicino
Sprint Siamo allo sprint, con la curva a sinistra che immette su un rettilineo in leggerissima salita: da una parte la montagna, dall'altra una landa. In mezzo c'è Andrea Guardini da Tregnago (stessa provenienza di Valentina Scandolara, che milita nell'Orica-AIS): approccia la volata al centro della strada, per dire la sicurezza. Parte davanti, davanti rimarrà. Ha pure il tempo di esultare, è una vittoria nettissima. Alle sua spalle un redivivo Tom Boonen nulla può, mentre al terzo posto si affaccia quel Matteo Pelucchi che a Maiorca aveva dato spettacolo qualche settimana fa, con due vittorie. Non erano un fuoco di paglia, e se oggi avesse tenuto la ruota del compagno Jonas Van Genechten per qualche altro metro, chissà.
Kristoff e Sagan si accontentano dei piazzamenti
Ai piedi del podio l'olandese della Giant-Shimano, Ramon Sinkeldam, che precede il grande sconfitto di giornata, Alexander Kristoff. Sesto posto per Nacer Bouhanni, che avrebbe preferito un avvio meno incasinato, con qualche vittoria in più. Questa l'ho già sentita, direbbe Peter Sagan: lo slovacco della Tinkoff-Saxo punta alle classiche di primavera (quindi essere all'apice della forma ora non avrebbe troppo senso), e però non avrebbe certo schifato una vittoria, giusto per il morale. Invece si accontenta (per modo di dire) del settimo posto. Sam Bennett, il vincitore dell'ultima tappa in Qatar, è ottavo, mentre Sacha Modolo, per il quale la Lampre-Merida ha lavorato oggi nel finale, è nono. Decima piazza per Arnaud Démare, galletto che non becca ancora come dovrebbe. Appena fuori dai dieci (11°) il giovanissimo ma già molto concreto Nikias Arndt.
Guardini primo leader, domani prova difficile
La classifica generale ci dice che Andrea Guardini veste la maglia rossa di leader con 4" su Boonen, 5" su Konrad, 6" su Pelucchi, 7" su Van Zyl, 9" su Andreetta, 10" su Sinkeldam, Kristoff, Bouhanni, Sagan ed il grosso del gruppo. Il Guardia comanda anche nella graduatoria a punti davanti a Tom Boonen (15 a 12 per il veronese), mentre tra i giovani la prima maglia bianca è per l'austriaco Patrick Konrad, davanti a Johann Van Zyl di 2" ed a Simone Andreetta di 4". Domani seconda frazione, 195.5 km da Al Hazm Castle ad Al Bustanad: tappa per uomini veloci che tengono sugli strappi, visto che ai -5 si dovrà superare la salitella di Al Jissah (in precedenza si supererà la facile Al Hamriyah). Rampe da niente, ma per i velocisti meno preparati, meno in condizione potrebbero fare la differenza. L'Andrea Guardini di un anno fa non avrebbe quasi avuto possibilità di giocarsela, la volata per la vittoria, con queste salitelle. Il nuovo Guardini, invece, potrebbe farcela benissimo. Non ci stupiremmo affatto.