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Vuelta a España 2015: Tra tapponi e salite, saranno molte le insidie - Da Puerto Banús a Madrid, nove arrivi in quota

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La planimetria della Vuelta a España 2015 © lavuelta.comA mezzogiorno l'anziana signora s'è affacciata al balcone di Torremolinos, residenza temporanea nei pressi di Málaga. È una splendida ottantenne, questa Vuelta a España, ma non le manca uno sfacciato spirito rivoluzionario. È modernissima, nella sua anzianità, poche chiacchiere. La corsa che nel 2014 è stata il regno di Alberto Contador prenderà il via da Málaga sabato 22 agosto e si concluderà domenica 13 settembre a Madrid (quest'anno l'epilogo fu a Santiago de Compostela).

Nell'edizione numero 70 avremo una Vuelta a forma di grande ricciolo, con trasferimenti non eccessivi nei primi dieci giorni, poi spostamenti più spinti (verso Andorra, poi Asturie, quindi il rientro su Madrid). Ventuno tappe, nove arrivi in salita, tutti inediti. Via con una breve cronosquadre (7.4 km) da Puerto Banús a Marbella, poi sarà battaglia.

Già alla seconda frazione, infatti, si testeranno gambe, velleità e forma dei principali aspiranti alla roja: l'arrivo in salita di Caminito del Rey, preceduto dall'Alto de Carratraca, sarà solo il primo dei quattro in Andalucía (Málaga alla terza ed Alcala de Guadaira alla quinta saranno per i velocisti). Ad esso vanno infatti aggiunti Vejer de la Frontera alla quarta tappa, Sierra de Cazorla alla sesta (più per scattisti), La Alpujarra (Alto de la Capileira) alla settima. È quest'ultimo il primo vero arrivo in salita, con 26 km verso il cielo, pendenza media sul 5%.

Procedendo verso levante, non finiranno certo le difficoltà, visto che nella tappa di Murcia, all'ottavo giorno di gara, bisognerà scalare per ben due volte l'Alto de la Cresta del Gallo (l'arrivo è dopo la discesa). Il giorno dopo il quinto arrivo in salita attende il gruppo: il Cumbre del Sol è breve (siamo sui 4 km) ma ha pendenze che sfiorano il 18% e si dovrà superare due volte. Si farà sentire.

Dopo la decima tappa, da Valencia a Castellón (si sale all'Alto del Desierto de las Palmas, ma mancheranno 24 km all'arrivo), il gruppo si trasferirà ad Andorrà, dove si gusterà (o gestirà?) il primo dei due giorni di riposo. Meritatissimo, dopo tante fatiche. La ripartenza di sacchiana memoria sarà però un calvario, anzi sei. Tappone pirenaico, non il solito con qualche cavalcavia e la salitona nel finale.

No, mercoledì 2 settembre la Vuelta a España proporrà una frazione diversa dalle abitudini: solo 138 km, sembra un bene. Ma sei salite molto difficili, includendo il finale all'insù verso Cortals d'Encamp. Il via da Andorra la Vella e subito l'ostica Collada de Beixalís, 5.7 km al 9.4%. Discesa su Ordino e risalita verso il Coll d'Ordino, 9.5 km al 7.1%. A Sant Julià de Lòria inizia la terza salita di giornata, il Coll de la Rabassa. Si scende ancora a Sant Julià de Lòria ed ecco l'Hors Catégorie, la temutissima Collada de la Gallina: 11.5 km all'8.6% di pendenza media. Picchiata ad Aixovall ed ancora 5 km al 7.6% verso l'Alto de la Comella. La veloce discesa porterà all'inizio dell'ultima fatica di giornata, il Cortals d'Encamp, altro Hors Catégorie. Si arriverà a 2100 metri dopo 15.8 km di salita. I primi hanno pendenze davvero abbordabili, successivamente non si scenderà mai sotto l'8% abbondante (la media è del 6.8%). Sarà una frazione che spaccherà gambe e classifica.

Dopo due giorni di calma relativa, con i traguardi di Lleida (per sprinter) e Tarazona (si affronta l'Alto del Moncayo, ma mancheranno 35 km all'arrivo), riprenderanno le danze: sabato 5 settembre si andrà da Vitoria a Fuente del Chivo, superando anche il Puerto del Escudo. Il giorno dopo altro arrivo all'insù, con pendenze attorno al 20%, all'Alto de Sotres, dopo aver scalato Collado Alto del Torno e Alto de Cabrales. Non c'è due senza tre, quindi ecco l'ultima tappa con arrivo in salita (è la seconda nelle Asturie), all'Ermita del Alba. Ben sette ascese, tre di terza categoria (Alto de Aristébano, Alto de Tineo ed Alto de Cabruñana), due di seconda (Alto de Tenebredo ed Alto del Cordal), una di prima (il celebre Alto de la Cobertoria) ed il finale, classificato come Hors Catégorie.

Il tempo di far riprendere fiato ai reduci, quindi si ricomincia, dirigendosi verso l'agognato finale di Madrid. Giovedì 9 settembre la cronometro di Burgos (39 km pianeggianti) farà recuperare un po' di tempo a chi si diverte con le lancette, quindi la montagnosa tappa di Riaza, con Alto del Campanario e Puerto de la Quesera (quest'ultimo è un prima categoria) prima della picchiata finale. Non ci sarà troppa pianura neppure verso Ávila, con l'Alto de la Paramera a 20 km dall'insidioso traguardo.

Al penultimo giorno, semmai la classifica fosse ancora incerta (non lo escludiamo, visto il recente passato), si andrà da San Lorenzo de El Escorial a Cercedilla. In sé non significa nulla, niente arrivi in salita... È quello che troviamo in mezzo che potrebbe creare sconquassi: subito il Puerto de Navacerrada (7.6 km al 7.5%) in partenza, picchiata a Rascafría, doppia scalata, da due versanti differenti, al Puerto de la Morcuera (la prima volta, da Rascafría, saranno 11.1 km al 5.4%; la seconda, da Guadalix, 17 km al 5.3%). Da ultimo l'ascesa al Puerto de Cotos, 12.8 km al 5%. Si tratta di salite di prima categoria. Superata l'ultima ascesa di questa Vuelta molto intrigante discesa a Cercedilla, dove chi sarà in maglia roja potrà esultare, visto che la sera seguente, da Alcalá de Henares a Madrid, ci sarà una semplice passerella adatta ai velocisti rimasti.

La corsa verrà disputata in notturna, sulla scia di quanto compiuto dalla Grande Boucle nelle ultime due edizioni. Una Vuelta tradizionale, con nove arrivi in salita e davvero poco spazio agli amici del cronometro, ma allo stesso tempo innovativa, considerando la ricerca di valichi sempre inediti. Rivoluzionaria, oseremmo dire, visto che il tappone che si svolge attorno ad Andorra proporrà sei colli, l'arrivo in salita di Cortals d'Encamp - siamo sui 5000 metri di dislivello - e la possibilità di vedere in faccia la crisi dietro ogni curva.

Sarà forse una delle giornate più dure in assoluto, almeno considerando gli ultimi anni, nella corsa a tappe spagnola. Una Vuelta che, pur avendo l'ultima settimana priva di arrivi in salita, proporrà alla penultima frazione un altro pacchetto con fior di salite. Il terzo GT, per ordine temporale e forse importanza, metterà ben in chiaro subito la sua poetica, con cinque arrivi in salita nella prima settimana (due nelle prime quattro tappe), ma permetterà a tutti di giocarsi le proprie possibilità fino al penultimo giorno. Una Vuelta da scalatori, ma questa è una tradizione consolidata per la vecchia signora apertissima alle novità. Contador non ci sarà: chi succederà al fuoriclasse madrileno? Lo vedremo, ci sarà da divertirsi.

Francesco Sulas

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