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Un anno di ciclismo: 2014, i 12 momenti più trash - Selfie, vodka, scazzottate e ombrelli... Ce n'è per tutti i gusti!

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Molti sono dei fotogrammi rubati ai video delle dirette delle corse: perché certi momenti non sono preventivabili, è difficile che un fotografo sia lì appostato per immortarli. Càpitano quando càpitano, ma quando càpitano li riconosci al volo, sai già che renderanno la tua vita migliore, che ti regaleranno un sorriso, o - perché no - una smorfia di raccapriccio... Sono i magici momenti trash della stagione ciclistica 2014: ne abbiamo selezionati con cura 12, per una carrellata su 12 mesi di eroi ed errori, onori e orrori, furori e gente fuori... Giusto per fare due risate insieme, alla salute - e alla facciaccia! - del nostro amato ciclismo.

 

12 - Froome, giusto una spruzzatina

Chris Froome si spruzza qualcosa in bocca e scandalizza gli esperti di bon ton © YouTube

Il nostro keniano preferito si conferma per il secondo anno di fila nella rubrica trash: l'anno scorso con le sue doti da shoegazer si era guadagnato un blog di sue foto mentre guarda costantemente in basso, quest'anno per farsi notare ha deciso di passare all'uso dell'inalatore in corsa. L'occhio del Grande Fratello l'ha intercettato al Giro del Delfinato ed è subito polemica: ce l'aveva il certificato? come può un corridore asmatico competere per il Tour? Ma soprattutto: cosa s'inventerà nel 2015 per farsi notare? Attaccherà mulinando in salita come un matto? Ops... già fatto.

 

11 - Kittel e il selfie selvaggio

Marcel Kittel è quasi esanime, il soccorritore di turno dà giustamente la priorità al selfie © Twitter

Il 2014 è stato l'anno del Selfie. Selfie con qualunque cosa: Selfie con gli amici, Selfie con la mamma, Selfie con la ragazza, Selfie col paziente morto nel letto d'ospedale, Selfie col Presidente del Consiglio (o meglio, Selfie con gli elettori...). Anche il ciclismo ha avuto il suo momento "Horror Selfie": David McCarthy, bimbominkia dublinese, ha pensato bene che farsi una foto con un Marcel Kittel agonizzante dopo lo sprint fosse il miglior modo di diventare un'icona dei social network. E così è stato: si è guadagnato un giga di insulti che l'ha costretto ad un acrobatico balletto di scuse.

 

10 - Bici rotante! Hesjedal come UFO Robot

La bici di Ryder Hesjedal vive di vita propria? © YouTube

Il fenomeno complottaro più discusso degli ultimi anni, assieme alle tecnologie HAARP e alle scie chimiche, sembrava essere sopito. E invece alla Vuelta si riaccende l'antica questione delle bici motorizzate; l'incidente, causato da una caduta del Compagno d'Arte Ryder Hesjedal (mentre la sua bici continuava a gareggiare da sola), ha aperto un vaso di Pandora che sembrava definitivamente sigillato. Diversi cittadini hanno urlato al complotto, rimembrando le dubbie prestazioni del Venerabile Maestro Fabiano. Al che il distaccamento di Aigle del WTO (World Tour Order)  è subito intervenuto, mandando in avanscoperta il Gran Maestro Alex Rasmussen sui social network per ristabilire l'ordine mondiale con un video esplicativo. Polemica così sopita: i massoni che comandano il nostro sport sono ancora al sicuro. Almeno fino alla prossima inchiesta della Gazzetta.

 

9 - Sexy chicas col body-pantyhose

Le ragazze del team Bogotá Humana e il body incriminato dalla WADA © Twitter

Come ravvivare una gara a tappe femminile? Introducendo un body particolare che pare non lasciare nulla all'immaginazione... merito di un color carne sui punti giusti, e l'effetto pantyhose (non fingete di non sapere cosa sia!!!) per le ragazze colombiane della Bogotá Humana (impegnate al Giro di Toscana) è assicurato. Tra polemiche gratuite (sul buon gusto, sulla donna-oggetto, sull'inaffidabilità dei pusher degli stilisti sudamericani) e spiegazioni tecniche (in realtà l'effetto osé sarebbe colpa della luce particolare delle foto di quel giorno), è dovuta intervenire la WADA per mettere fuorilegge i body della discordia: pare provocassero aumenti inconsulti del testosterone tra il pubblico.

 

8 - Come ti sgarrupo la Garmin

Il disastro Garmin nella cronosquadre d'apertura al Giro d'Italia © TheScore.ie

Ok, è il tuo momento. Sei nella tua terra, eccezionalmente sede di partenza di una delle gare più importanti del mondo, sei praticamente il più atteso di tutto il gruppo. Vai, credici! Tra i favoriti del Giro, o perlomeno tra gli outsider, c'è ampiamente posto anche per te. L'importante è essere convinti dei propri mezzi. Dài Dan, sei tutti noi, ce la puoi fare, ce la devi fare, devi crederci, ti vogliamo carico, metti tutto quello che hai in quei pedali!... Poi arriva il tombino viscido, l'irlandese Martin finisce per terra buttando giù mezza Garmin, si frattura la clavicola, deve ritirarsi a metà della prima tappa... Neanche due settimane prima aveva buttato alle ortiche la Liegi scivolando all'ultima curva... la leggenda del Martin cascatore...

 

7 - Che fa, marchese, spinge??!

Un tifoso spinge Manuel Bongiorno, lo fa quasi cadere, gli fa perdere la tappa dello Zoncolan © YouTube

La maglia iridata del tifoso più stupido dell'anno la indossava già, ben sapendo che nessuno avrebbe potuto togliergli la palma dopo un'impresa simile: e così, dopo essersi scolato 7 bottiglie di barbera da solo, 14 sprizz alla roulotte del fan club Pozzato, e 27 ombrine con Zandegù che si era risvegliato (cantando) lì in zona senza sapere come ci fosse finito la sera prima, l'aficionado del Giro ha voluto lasciare un segno sullo Zoncolan, e ha dato una spintarella a Francesco Manuel Bongiorno, che era lì lì per giocarsi il successo di tappa con Michael Rogers. Purtroppo per entrambi (spingitore e spinto), un rutto transitato per caso proprio in quel momento attraverso il sistema esofageo dell'energumeno, ha moltiplicato per 100 le scarse energie del babbeo, finendo col dare troppo slancio al corridore, costretto a frenare e fermarsi per non cadere (e intanto ciao Rogers). Per dimenticare la figuraccia in mondovisione, pare che il tizio si sia poi abbandonato all'alcol.

 

6 - Prendere a pugni un Rovny solo perché è stato un po' scortese

Pacifico scambio di vedute tra Gianluca Brambilla e Ivan Rovny alla Vuelta a España © YouTube

Nel ciclismo ci sono certi gregari che farebbero di tutto per portare il proprio capitano verso il successo: c'è chi tira per 200 chilometri, chi va su e giù dall'ammiraglia, chi apre varchi nel gruppo per guadagnare posizioni e anche chi all'occorrenza prende a cazzotti gli avversari per far sì che una fuga non guadagni troppo. Ivan Rovny arriva a malapena a 170 centimetri d'altezza e ha una faccia da bambino che non farebbe paura neanche a Pozzovivo: eppure le apparenze ingannano e a scoprirlo è il nostro Gianluca Brambilla, che ingaggia un duello all'antica con il russo ognuno in sella al proprio destriero. È la 16esima tappa della Vuelta a España e senza mai mettere piede a terra tra i due volano colpi che ci si poteva aspettare da Bouhanni, non da scalatori pesi leggeri: alla fine ad uscirne vincitore è nettamente Rovny che viene squalificato (come Brambilla) e perde un paio di occhiali, ma con la sua azione consente al gruppo di recuperare minuti e al compagno di squadra Alberto Contador di vincere la tappa ai Laghi di Somiedo; un gregario così farebbe comodo a molti!

 

5 - Il mostro di Cassino!

Giampaolo Caruso se ne va con l'ambulanza, un serafico passante se ne va col suo casco © YouTube

Giro d'Italia, tappa di Montecassino, a pochi chilometri dalla salita finale una brutta caduta ha coinvolto mezzo gruppo. Chi ha riportato le peggiori conseguenze è stato Giampaolo Caruso, portato via in ambulanza. Un piacente spettatore, testimone diretto della vicenda, ha voluto allora rendersi in qualche modo utile, e ha sgomberato la carreggiata dal casco di Caruso. Per ridarlo al corridore? No, per portarselo a casa. Scoppiato il caso, etichettato il buon uomo con lo scomodo appellativo di "Mostro di Cassino", allertati per approfondimenti giornalistici Salvo Sottile e Bruno Vespa (con l'immancabile plastico della rotatoria su cui è avvenuta la caduta), partita l'inevitabile gogna su Facebook, il vecchietto ha poi restituito il maltolto. "Sennò qui casco male..."...

 

4 - Io meno, tu buschi, egli viene squalificato

Enrico Rossi espone amabilmente a Vicente García il suo punto di vista alla Volta a Portugal © YouTube

È il Portogallo, e più precisamente la città di Viseu, ad ospitare una delle pagine memorabili del 2014 ciclistico: il palcoscenico è il traguardo della sesta tappa della Volta, i protagonisti il romagnolo Enrico Rossi e lo spagnolo Vicente García de Mateos. Forse sarà stata l'aria lusitana ed il sogno di ripercorrere la carriera di Rui Costa, diventato celebre prima per una rissa al termine di una tappa e solo poi per essere diventato Campione del Mondo, ad ispirare i nostri due eroi: tutto parte da una semplice richiesta di spiegazioni, poi qualche spintone in amicizia ed infine un paio di innocenti cazzotti che da queste parti si usano per complimentarsi per il risultato ottenuto. La figuraccia del buon García che nello scagliarsi contro Rossi resta impigliato nella sua stessa bicicletta rischiando di trovarsi ko già alla prima ripresa gli vale la squalifica immediata dalla corsa; Rossi invece dà un saggio dell'italica furbizia e riesce a far squalificare il compagno di squadra Asbjørn Kragh Andersen salvo poi costituirsi via Twitter dopo aver scoperto che la tappa successiva presentava quasi 4000 metri di dislivello...

 

3 - PrOLEGomeni all'agiografia di un grande viveur russo

Oleg Tinkov lancia il suo personale Ice Vodka Challenge al presidente UCI Brian Cookson © YouTube

La moda dell'estate è stata l'Ice Bucket Challenge, ovvero la doccia gelata in favore della ricerca contro la SLA. Il nostro beneamato Oleg Tinkov, per il quale l'unica ricerca buona è quella di un cuoco per il ristorante privato sul suo discreto yacht da 360mila tonnellate, ha declinato la cosa a modo suo: sfidando il presidente UCI Brian Cookson a scolarsi un bicchierozzo di vodka tutto d'un fiato. Lui, Oleg, l'ha fatto senza problemi. Subito dopo, ancora inebriato da cotanta impresa, ha deciso di invadere la Polonia per regalarla al suo amato Majka; fortunatamente ha optato poi per l'ingaggio di Sagan, benché di poco più costoso rispetto alla prima opzione.

 

2 - Avanti Stelvio alla riscossa, bandiera rossa...

Nevicava giusto un pochino sullo Stelvio, al Giro d'Italia © Twitter

Colto da un attacco acuto di postcomunismo nostalgico, Mauro Vegni (direttore del Giro d'Italia) ha deciso di politicizzare in maniera indecorosa la tappa regina della corsa rosa: in maniera del tutto arbitraria, ha imposto al gruppo di essere preceduto da motociclisti battenti bandiera rossa. L'ordine era di procedere dietro ai fiammanti vessilli, ma forse qualcuno non l'ha rispettato, e nella discesa dello Stelvio è successo un po' di tutto: gente che attaccava, che sorpassava a destra, che faceva pernacchie alla giuria. Pare addirittura che Zoff abbia segnato di testa su azione d'angolo. Per l'anno prossimo Vegni ha promesso che, prima di prendere una decisione del genere, cercherà le larghe intese.

 

1 - Tièèèèèèèèèèèèèèèè!!!

Stefano Pirazzi, per la vittoria numero uno un'esultanza da numero uno! © Bettiniphoto

Quali foschi pensieri avranno attraversato la mente di Stefano Pirazzi nell'avvicinamento al traguardo di Vittorio Veneto, 17esima tappa del Giro d'Italia, prossima a essere vinta dal Pirazzi medesimo? Scelta A: "Quantificando in x il vantaggio di cui al momento dispongo, e in y la distanza che mi separa dall'anelato limitare della frazione in essere, a quanti giri per secondo devo far ruotare le mie gambe innestate sul mezzo meccanico onde impedire un malaugurato ricongiungimento precoce con chi mi insegue?". Scelta B: "Se vinco faccio un'esultanza simpatica, massì, lasciamoci alle spalle i rancori del passato!". Scelta C: "Mo' je' faccio vede' io chi è Pirazzi, a tutti 'sti fii de 'na mignotta!!!". Scelta D: "____________________________"... Grande Stefano, sei il nostro numero uno!!!

Sebastiano Cipriani
Marco Grassi
Nicola Stufano

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