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Sfide 2015: Quelli che cercano la bella doppietta - Wiggins, Ora e Roubaix. Contador, Giro e Tour. Nibali, conferma alla Boucle

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Nuovi stimoli nel 2015 per Froome, Nibali, Contador e Wiggins - Elaborazione Cicloweb.itSi chiamano sfide ed il ciclismo, anche quello in versione moderna (parafrasando il CEO dell'Omega Pharma-Quick Step, Patrick Lefévère), ci campa. Sì, perché un corridore - qualsiasi corridore - dopo una stagione a blocco, anche dopo aver vinto tutto, essersi dimostrato il più forte e via discorrendo, ha bisogno di nuovi stimoli. Nuovi o diversi, l'importante del ciclismo (della vita, oseremmo dire) è non cascare in quel trappolone chiamato routine. Ecco che allora basta prendere i primi nomi che vengono alla mente e pensare a cosa faranno nel 2015. Già, cosa faranno e cosa proveranno a portare a casa i principali attori del modern cycling?

Sir Bradley Wiggins ha in mente un trittico niente male. Il britannico, dopo i molteplici (ed olimpici) successi su pista, aveva lavorato sodo per correre un GT ad alti livelli. Risultato: ha vinto il Tour. Ora il baronetto punterà ad altro, visto che il Tour è un campo minato per ogni Sky che non faccia Froome di cognome. Il trittico di Wiggo, si diceva: dopo il nono posto alla Roubaix, il Sir tornerà sulle pietre francesi per fare meglio. Può vincere nell'inferno del nord? Non sappiamo quali sono i suoi limiti, di certo nell'aprile scorso ha dimostrato di saper guidare la bici su un terreno tanto ostico e non torna certo con spirito decoubertiano.

Già in questi giorni, insieme al fido Bernhard Eisel, sta studiando pietra per pietra i vari settori, segno che la volontà di preparare a puntino l'evento (la Roubaix, di fatto, lo è) c'è eccome. Non finirà certo al velodromo di Roubaix, la stagione di Wiggins: l'altro piatto forte del passista britannico sarà infatti stabilire il nuovo Record dell'Ora. Lo farà a giugno (a Mallorca?) e probabilmente il suo primato sarà davvero difficile da battere (almeno per i Voigt ed i Brändle, con tutto rispetto). Per arrivare con una grande condizione a quell'appuntamento, Wiggo sta però pensando che allenarsi e magari correre il Tour of California non sarebbe sufficiente. Ecco che spunta perciò, più concreta che mai, l'idea Giro. Giro d'Italia, naturalmente.

Appena presentato, in molti hanno visto in quella lunga cronometro di Valdobbiadene un bell'ostacolo. Specialmente gli scalatori di razza come Aru o Contador. Digerire 59.2 km contro il tempo non sarà facile per nessuno. Ovviamente Wiggins in quella prova vede sia una grande possibilità di portare a casa una vittoria nella corsa rosa (rifacendosi anche dopo la sfortunata avventura del 2013), oltre ad un ottimo test per il Record dell'Ora.

Giro che si lega quindi indissolubilmente al tentativo di Record, ma in che termini? Lottare per la maglia rosa comporterebbe una grande pressione, correre con un obiettivo primario che arriverà a Giro finito, cercando invece un successo di tappa qui è là, potrebbe essere il meglio per Wiggo. Che se facesse bene nella corsa rosa dopo aver colto magari un podio in quel di Roubaix, per poi stabilire il nuovo Record dell'Ora, avrebbe corso la stagione perfetta o quasi. Ed allora sì che potrebbe dedicarsi completamente alla pista, cercando un altro oro, l'ennesimo, a Rio 2016.

Parli di sfide e non puoi accantonare Alberto Contador. Il fuoriclasse madrileno nel 2015 tenterà la storica doppietta Giro-Tour (Pantani fu l'ultimo a riuscirci, giusto per regolarsi). Spinto dal datore di lavoro Oleg Tinkov a correre tutti e tre i GT nella stessa stagione, Alberto ha lasciato da parte la Vuelta a España appena vinta. Debutterà alla Vuelta Ciclista a Andalucía, passando per Tirreno-Adriatico e Volta a Catalunya. Il segreto per correre un bel Giro e magari vincerlo, potendo poi presentarsi il 4 luglio ad Utrecht, al via del Tour, è disperdere poche energie ad inizio stagione. Quindi lo vedremo poco, immaginiamo, e tutt'altro che al top della condizione, nelle prime uscite.

Il vero quesito è: riuscirà ad essere competitivo in due GT così impegnativi? Ai tanti dicono che sia impossibile, quella doppietta, lui risponde: «Lo è finché qualcuno non ci riesce». Non fa una piega. Ad aspettarlo al Tour troverà certamente avversari freschi, non reduci da un GT, e naturalmente fortissimi. Tre nomi su tutti e tre sfide: Vincenzo Nibali, Chris Froome e Nairo Quintana. Andiamo in ordine inverso. Il colombiano della Movistar, dopo aver colto la piazza d'onore al Tour dietro a Froome nel 2013 ed essersi portato a casa il primo GT quest'anno (il Giro d'Italia), andrò in Francia pedr il bottino pieno. Talento, mezzi e motivazione non gli mancheranno ed il confronto con i top rider non lo spaventa. Mettiamoci anche che i molti arrivi in salita ed i pochi chilometri a crono potrebbero favorirlo ed il gioco è fatto: Nairo può davvero essere il primo colombiano a vincere il Tour.

Chris Froome, non appena la Grande Boucle è stata svelata, deve aver fatto una brutta smorfia: troppo poco equilibrio, troppo favoriti gli scalatori puri, non chi ha nel passo un'ottima arma. Ecco che a caldo era spuntata l'opzione Giro: quella lunga crono gli faceva venire la bava alla bocca ed in più, disputando la corsa rosa, sarebbe potuto andare alla Vuelta con una buona forma e provare ad ottenere la vittoria finale che gli è sfuggita quest'anno.

L'opzione Giro - inutile dirlo - è stata depennata dall'agenda di Froome in un amen (anche se la corsa RCS sta martellando sui social network: «Sarebbe la sua prima volta da protagonista... Chris Froome accetterà la sfida del Giro?»), ed il britannico punterà al Tour, cercando di vincerlo nuovamente dopo il 2013. Impresa non scontata, a ben vedere, visti i pochi chilometri a crono che gli impediranno di dare subito distacchi notevoli, e con arrivi in salita che potrebbero favorirlo ma fino ad un certo punto. Difficile, non impossibile.

Dovrà mettersene molti alle spalle, Vincenzo Nibali incluso. Lo Squalo dello Stretto vede un Tour ancora più perfetto di quello vinto, dal punto di vista del tracciato. C'è un però. Sempre quel dannato Giro d'Italia che lo tenta (anche a lui anche tramite i social: «Le strade del Giro lo aspettano»), che vorrebbe ritornare a correre, quella maglia rosa che adorerebbe indossare ancora, dopo il successo del 2013.

Le direttive da Astana sono diverse: Fabio Aru al Giro (il sardo cerca la prima vittoria in un GT, o comunque vuol dare continuità alla sua crescita, dopo il podio di quest'anno), Nibali al Tour, magari dopo aver messo in saccoccia una classica di primavera. Il sogno rosa di Vincenzo è rimandato almeno di un anno, d'altra parte confermarsi sulle strade di Francia, ottenendo una seconda vittoria finale, sarebbe un'impresa enorme. Se guardiamo la strada, gli ultimi due a fare doppietta furono Alberto Contador (2009 e 2010) e Lance Armstrong (dal '99 al 2005). Altrimenti bisogna scendere fino al '94-'95, ad un certo Miguel Indurain.

Altre sfide interessanti, ma che magari tendono ad avere una risonanza minore: il francese Nacer Bouhanni tenterà di vincere la prima monumento a cui parteciperà (la Sanremo), l'australiano Adam Hansen, personaggio interessantissimo, proverà a continuare la striscia di GT portati a termine ( siamo a quota 10, dalla vuelta 2011 non s'è più fermato). C'è poi un Philippe Gilbert che, con tutta la consapevolezza di non esser più quello di un tempo, vorrebbe tornare ad un Fiandre e, a Dio piacendo, vincerlo (sarebbe un premio alla carriera, per il vallone).

Chiudiamo con altri tentativi di Record dell'Ora: in primavera assisteremo ai tentativi di Thomas Dekker (talento immenso, si è perso per strada e vuol tornare ad alti livelli prima di lasciare il ciclismo pedalato, con ogni probabilità) e di Alex Dowsett, connazionale di Wiggo; il Sir potrebbe strappare il primato proprio a lui, in un ideale passaggio di consegne tra britannici. Sempre che Jack Bobridge, anche lui tentato dalla sfida dell'Ora, non ci metta lo zampino, sempre in primavera. Già, perché dopo che Wiggins, a giugno, staccherà il biglietto, sarà dura per tutti confrontarsi con certi parametri. Per tutti ma non per Tony Martin e Fabian Cancellara.

Francesco Sulas

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