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Continental 2014: Cort Nielsen guida la fila delle novità - Ottimo anche Haig. In Italia bene Fabio Chinello

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Magnus Cort Nielsen © www.tv2.dkL'appuntamento odierno con le sorprese della stagione 2014 è interamente dedicato agli atleti delle formazioni Continental, squadre che solitamente non recitano ruoli da protagonista nelle corse che disputano. Tuttavia è da questa tipologia di team che molti dei giovani volti del gruppo si affacciano nel massimo calendario internazionale, iniziando quel processo di crescita che poi li porterà alla ribalta internazionale.

Magnus Cort Nielsen
Talento purissimo e già protagonista tra gli Juniores, Magnus Cort Nielsen rappresenta, assieme a Michael Valgren Andersen, la maggiore speranza di un ciclismo assai dinamico e giovanilistico come quello danese. La sua seconda e ultima stagione con la maglia del team Cult Energy Vital Water è stata un trionfo: undici i successi e molte altre le belle prestazioni che hanno convinto l'Orica GreenEDGE a investire pesantemente su di lui con un contratto triennale.

Quello che piace di lui è che può vincere in molteplici tipologie di percorso: volate ristrette in percorsi pianeggianti (quarta tappa della Ronde de l'Oise), volate ristrette su traguardi in salita (Ringerike Gp e soprattutto la terza tappe del Tour des Fjords), in solitaria dopo attacchi da lontano (prima tappa del Giro della Danimarca), in solitaria dopo attacchi nell'ultima salita (prima e seconda tappa dell'Istrian Spring Trophy), attacchi negli ultimi km di una gara pianeggiante (Destination Thy), attacchi negli ultimi km di una gara vallonata (Himmerland Rundt e terza tappa della Ronde de l'Oise).

Il ventunenne di Bornholm, isola che si trova a 150 km dalla madrepatria, sa portarsi a casa anche le classifiche generali delle prove a tappe: nel 2014 è accaduto nelle già citate Istrian Spring Trophy e Ronde de l'Oise mentre un solo secondo gli ha impedito di precedere un campione affermato come Alexander Kristoff nel Tour des Fjords. Nelle cronometro non è competitivo a livello dei migliori - campionato danese a parte, chiuso 17°, quest'anno vanta un 31°, un 36° e un 37° posto nelle prove contro il tempo. Allo stesso modo le lunghe salite alpine, per la verità assaggiate solo nei tre Tour de l'Avenir disputati, non paiono il suo piatto forte.

Il suo destino è quello di diventare un nome di rilievo nelle classiche vallonate e negli sprint ristretti: nella nuova esperienza che intraprenderà con il team australiano potrà imparare da un paio di vecchie volpi, vale a dire Michael Albasini e soprattutto Simon Gerrans, assoluto campione in questo tipo di corse e al quale Cort Nielsen pare assomigliare assai.

Eduard Michael Grosu
La Romania è sempre stato un paese relegato ai margini del ciclismo che conta: eppure nel 2014 ha sfornato due atleti i cui nomi sono da tenere bene in mente per il prossimo futuro. Il primo è quello di Eduard Michael Grosu, ventiduenne transilvano che è stato dilettante in Italia in due piccole formazioni, prima con il team Cerone e poi con il team Overall. Nel 2014 è arrivata la chance tra gli élite, con la Vini Fantini-Nippo-De Rosa di patron Rocco Menna a puntare su di lui per la nuova avventura.

Corridore che, nonostante la giovane età, è già particolarmente scaltro, Grosu è molto bravo nel saper cogliere il momento giusto: questa dote è fondamentale per uno sprinter, tipologia di corridore a cui lui può in parte essere ricondotto. Solamente in parte perché, se da un lato è vero che tre delle cinque vittorie stagionali sono giunte al termine di volate di gruppo (sesta tappa del Tour dei Carpazi, prima tappa del Tour of Estonia e dodicesima tappa del Tour of Qinghai Lake), è altrettanto notevole il suo comportamento nelle tappe con finale movimentato: ha infatti saputo staccare tutti e vincere la quinta tappa del Tour dei Carpazi e si è ben difeso in altre occasioni fra Cina e Polonia.

Discreto passista, come testimoniano le prestazioni non malvagie nelle prove a cronometro, il giovane non ha paura di entrare in eventuali tentativi da lontano, come avvenuto durante il mondiale Under 23 di Ponferrada e prim'ancora al Giro del'Appennino, e si diletta con profitto anche nelle competizioni a scatto fisso - sono sue le ultime due edizioni del Red Hook Criterium di Milano. Per il 2015 lo rivedremo ancora nella squadra italo-giapponese, che da gennaio sarà di categoria Professional: sarà interessante vederlo competere anche nelle prove World Tour, in cui certamente non avrà paura al cospetto dei blasonati rivali che si troverà ad affrontare.

Serghei Tvetcov
L'altro ciclista rumeno che ha saputo mettersi in luce nell'ultimo anno solare è Serghei Tvetcov. Qui però bisogna fare un breve inciso: il venticinquenne rappresenta il paese di Constantin Brâncusi e Nadia Comaneci solo dal 2014, essendo lui stato fino al maggio scorso un cittadino moldavo. Sin dal 2012 Tvetcov milita in formazioni statunitensi e nell'ultimo biennio ha difeto i colori della Jelly Belly-Maxxis, squadra ormai storica nel panorama a stelle e strisce.

Il suo calendario è stato, escludendo il mondiale e la chiusura di stagione al Tour of Almaty, totalmente incentrato sulle corse del calendario nordamericano - come ovvio che sia, vista la tipologia della squadra. Le maggiori qualità del rumeno sono desumibili guardando gli ordini di arrivo della seconda metà del 2014: 10° al Gp Saguenay, 3° al Tour of Beauce, 16° al Tour of Utah, 3° allo USA Pro Challenge e 6° al Tour of Alberta, piazzamenti che gli hanno garantito la quarta piazza nella classifica dell'America Tour.

Forte sia in salita che nelle prove a cronometro - dove ha raccolto una vittoria, due secondi posti e un terzo posto-, Tvetcov è un potenziale nome da tenere d'occhio nelle corse a tappe che disputerà nel 2015, anno del suo ritorno in Europa: è stato Gianni Savio a riportarlo nel Vecchio Continente, siglando un contratto biennale per vedere il venticinquenne correre come leader per la sua Androni Giocattoli-Venezuela, dichiarando di riporre sulle sue spalle parecchia fiducia. Sperando che si riveli l'ennesimo colpo di mercato del "Principe" dei team manager italiani.

Carter Jones
Per restare nell'ambito delle gare nordamericane, è dagli Stati Uniti che proviene una nuova speranza per il ciclismo d'oltreoceano: si tratta di Carter Jones, venticinquenne scalatore che nel 2014 si è messo in mostra con i colori del team Optum p/b Kelly Benefit Strategies dopo alcuni anni di militanza con il team Bissell.

Il nativo del New Jersey - ma come buona parte dei corridori statunitensi vive a Boulder, in Colorado - ha le dimensioni del perfetto passista-scalatore che tanto va per la maggiore nel ciclismo contemporaneo, essendo alto 183 cm per complessivi 67 kg. Le classifiche delle corse a tappe sono il suo obiettivo e il suo orizzonte: quest'anno ha vinto infatti solo in un'occasione, portandosi a casa la classifica finale del Tour of the Gila.

Anche nei confronti con avversari di maggior rango ha saputo difendersi, come dimostrano i piazzamenti ottenuti nelle altre corse: 11° al Tour of California, 7° al Tour of Utah e 8° allo USA Pro Challenge sono dei bei biglietti da visita per un ragazzo che si è meritato la promozione nel World Tour. Su di lui su è avventata la Giant-Alpecin, alla ricerca di scalatori a cui dare carta bianca per le corse a tappe senza l'obbligo di destinare uomini al servizio, impegnati come sono a vincere più volate possibili. Due anni con il team olandese potranno far capire se i connazionali di Greg Lemond hanno trovato una bella carta da affiancare ai vari Talansky e Van Garderen oppure se si tratta dell'ennesimo corridore che ben si comporta in patria ma mal si adatta quando il livello sale.

Phil Bauhaus
Il ciclismo tedesco sta vivendo una fase di lancio e di crescita di numerosi giovani talenti, che mano a mano si affiancano ai vari Degenkolb, Greipel, Kittel e Martin: uno dei nuovi nomi del panorama teutonico su cui vale la pena puntare è Phil Bauhaus, ventenne renano nato in prossimità del confine olandese e con un cognome assai evocativo nell'ambito dei movimenti architettonici.

Il corridore passato tra gli élite nel 2013 con il team Stölting, squadra garanzia per quanto riguarda la formazione dei giovani atleti, è un velocista puro, capace già di sfidare ad alto livello i ben più noti sprinter tedeschi. Nel 2014 ha saputo trionfare in cinque occasioni, partendo in maggio in Danimarca alla Skive-Løbet e concludendo in settembre nei Paesi Bassi al Kernen Omloop Echt-Susteren. I successi più significativi sono quelli colti nella prestigiosa Volta ao Portugal, in cui ha vinto nella prima e nella sesta tappa, al termine di altrettante volate.

Pur essendo ancora alle prese con il normale processo di maturazione, Bauhaus è stato corteggiato da diverse formazioni per assicurarsi i suoi servizi nella prossima stagione: a spuntarla è stato il team Bora-Argon 18, nuova denominazione del team NetApp-Endura. Nella squadra diretta da Ralph Denk il ventenne potrà continuare senza assili a progredire e, al contempo, potrà rivaleggiare in maniera più continua contro i grandi nomi dello sprint internazionale.

Stéphane Rossetto
Passare professionista a 23 anni (con la Vacansoleil), tornare dilettante l'anno seguente, firmare da ventiseienne con una piccola Continental e poi tornare nel giro che conta a 28 anni. Questa, in estrema sintesi, la storia di Stéphane Rossetto, corridore francese che ha saputo riemergere dopo un 2010 insoddisfacente attraverso un progressivo percorso di rinascita.

Riapparso tra gli élite nel 2013 con la BigMat-Auber93, Rossetto ha dato ottima prova nella stagione appena conclusa, in cui è stato uno dei migliori protagonisti del calendario francese. Vincitore della classifica generale alla Boucles de la Mayenne, il nativo di Melun ha sempre mantenuto un rendimento costante soprattutto nelle corse a tappe, nelle quali ha saputo restare alla ruota di nomi ben più blasonati.

Dopo l'eccellente rendimento mostrato, è stata la Cofidis a decidere di metterlo sotto contratto per la stagione 2015; Rossetto si trova in una formazione in ricostruzione e che gli può garantire un calendario di prestigio, tornando finalmente ad uscire dai confini dell'Esagono.

Antoine Demoitié
Nel panorama delle Continental belghe - nazione a cui nel 2014 sono affiliate ben 13 formazioni - la squadra che più si è messa in luce è stata la Wallonie-Bruxelles: nella rosa diretta dall'ex corridore della Lotto Christophe Brandt si sono fatti notare in particolare l'esperto Sébastien Delfosse, il tenace Boris Dron e il giovane Antoine Demoitié. Ed è proprio quest'ultimo a meritare un breve approfondimento.

Il ventiquattrenne Demoitié è un passista-veloce, capace di resistere in percorsi vallonati e bravo a lanciarsi negli sprint, sia in quelli con gruppo compatto sia in quelli ristretti. È stata sua l'unica vittoria stagionale per la formazione vallone, conquistata al Tour du Finistère avendo la meglio di quattro compagni di fuga, fra cui il temibile Julien Simon.

Nel resto della stagione il corridore di Liegi ha continuato a dimostrare un rendimento costantemente ad alto livello, conquistando in serie piazzamenti nelle zone buone degli ordini di arrivo. Per il 2015 resterà ancora nella formazione giallo-rossa con un ruolo di maggior responsabilità, in attesa di fare il salto nel World Tour (o fra le Professional) tra dodici mesi.

Jack Haig
Dalle lontane terre oceaniche la principale rivelazione è indubbiamente Jack Haig. Il ventunenne dai capelli rossi è uno scalatore assai promettente e che nelle ultime due stagioni ha fatto le fortune di una piccola formazione del proprio paese, il team Avanti Racing.

Se il 2013 è stato per lui un anno di presa di conoscenza del mondo élite - gareggiando esclusivamente in patria - è questa stagione appena terminata che lo ha proposto come corridore da seguire: l'ottimo debutto stagionale al Down Under, chiuso 17° a soli 2' dal vincitore Gerrans e in cui ha vinto la classifica di miglior giovane, è stato poi seguito da podi finali all'Herald Sun Tour (3°), al Tour de Korea (3°) e al Tour d'Alsace (2°).

Anche nelle gare in linea il ragazzo di Bendingo - città dello stato meridionale del Victoria - sa farsi valere, come dimostrato in Italia al Gp Poggiana e a Capodarco, piazzandosi in entrambe le occasioni nei 10 pur essendo al servizio di Robert Power. Pur non essendo ancora stato annunciato, si sa già che Haig nelle prossime due stagioni farà parte del World Tour con l'Orica GreenEDGE, dove potrà continuare a crescere in una formazione molto attenta alle giovani promesse.

David Belda
Cosa ci fa un trentunenne fra le sorprese? Effettivamente la scelta di David Belda García può risultare sorprendente ma, guardando i risultati dell'esperto corridore spagnolo, la sua presenza è più che meritata, a dimostrazione come non si debba per forza essere die giovani virgulti per saper dimostrare di fare un salto in avanti per quel che riguarda la qualità delle prestazioni.

Il corridore figlio d'arte - suo papà è Vicente Belda, corridore prima e direttore sportivo poi della Kelme - ha raccolto quattro vittorie in stagione con il team Burgos-BH, equamente divise tra Vuelta a Castilla y León e Volta ao Portugal: nel primo caso il successo in solitaria nel tappone di montagna gli ha permesso di primeggiare nella generale.

Nelle corse dure in terra iberica lui c'è spesso e volentieri nelle prime posizioni degli ordini di arrivo, alle spalle dei rappresentanti delle (poche) formazioni di alto livello presenti in Spagna. Al momento attuale non è nota la destinazione 2015 del corridore valenciano: assai probabile il rinnovo con la formazione della Castilla y León, sperando di ripetere e perché no migliorare la già ottima stagione passata, con l'obiettivo di avere almeno una chance in carriera per correre con i grandi.

Fabio Chinello
Anche l'Italia è tornata a dire la sua a livello di formazioni Continental, a seguito della riforma voluta dalla Federciclismo nello scorso autunno. Fra le sei squadre battenti bandiera tricolore, sono diversi i nomi che si sono fatti valere al di sopra delle attese: è il caso soprattutto di Fabio Chinello, venticinquenne corridore dell'Area Zero.

Il padovano di Brugine, al debutto tra gli élite dopo sei anni tra i dilettanti, ha saputo ben comportarsi sin da subito, con il secondo posto conquistato al Gp Izola, terza corsa affrontata tra i grandi. Velocista capace di tenere in percorsi accidentati, come accaduto al Circuito de Getxo terminato al quinto posto, Chinello ha sorpreso soprattutto nella seconda parte di stagione, infilando due podi di tappa nella Vuelta a Colombia per poi confermarsi ad alto livello in Italia, terminando quinto la Coppa Bernocchi e terzo il Memorial Marco Pantani.

Per il 2015 la sua conferma nel team marchigiano dovrebbe essere una formalità, anche se dalla formazione di Ivan De Paolis non è per ora trapelata alcuna novità. Del resto sarebbe un peccato lasciare a piedi un ciclista che ha dimostrato di poter dire la sua nel calendario internazionale; l'incertezza, però, regna sovrana nelle formazioni del terzo livello internazionale. In Italia più che altrove.

Alberto Vigonesi

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