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Sorprese Professional 2014: Van Asbroeck e soci, è il Belgio che cresce - Anche Wallays e Baugnies in evidenza

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Tom Van Asbroeck vince l'Europe Tour © Erik Van BreugelTra i bilanci che, a fine stagione, si è soliti redigere c'è anche quello che riguarda chi si è espresso oltre ad ogni più rosea aspettativa. Fra le formazioni World Tour bene o male i nomi sono già noti (i vari Aru, Formolo, Wellens, Adam Yates) mentre chi, tra coloro i quali militano nelle Professional e nelle Continental, ha ripagato la fiducia dei propri team manager?

Questa settimana ci concentreremo su tre nomi provenienti dalle squadre classificatesi in prima e seconda posizione nell'Europe Tour, vale a dire Topsport Vlaanderen-Baloise e Wanty-Groupe Gobert: per entrambe il 2014 è stato l'anno migliore nella rispettiva storia nonché un importante miglioramento rispetto a dodici mesi prima. Basti pensare che la formazione fiamminga chiuse la classifica europea a squadre 2013 sì sul gradino più basso del podio ma con poco più della metà dei punti ottenuti in questo anno solare. Ancora più significativo il progresso della Wanty che ha più che triplicato i punti ottenuti, passando da 491 a 1538, e balzando in un sol colpo dalla ventiseiesima alla seconda piazza.

Van Asbroeck vincitore al GP Cholet-Pays De Loire © ouest-france.frTom Van Asbroeck, Europe Tour con regolarità
Inevitabile partire da chi, con una regolarità degna di un metronomo, ha conquistato sul filo di lana la classifica dell'Europe Tour. Stiamo parlando di Tom Van Asbroeck, che porta il Belgio a rivincere la graduatoria dopo otto stagioni, quando primeggiò l'allora trentacinquenne Niko Eeckhout. Il nativo di Aalst si è meritato il successo grazie ad una condizione mantenuta per tutto l'arco della stagione: basti pensare che si è classificato almeno due volte nei primi 10 in tutti i mesi, da febbraio a ottobre compreso, dando lustro ad una formazione, la Topsport Vlaanderen-Baloise, che lo fece esordire professionista nel 2012. In tre stagioni la crescita del fiammingo è stata graduale e in questo 2014 i frutti della maturazione tecnica si sono esplicitati nei risultati: in 89 giorni di corsa Van Asbroeck ha conquistato 2 vittorie, 10 secondi posti, 5 terzi posti, 7 quarti posti, 2 quinti posti e 15 piazzamenti tra la sesta e la decima posizione.

Il debutto stagionale al Gp Marseille è stato poco più che una sgambata - 103°, secondo peggior risultato nelle prove in linea - mentre già dal seguente appuntamento, l'Étoile de Bessèges, sono arrivati due ottavi posti in altrettante volate. La Vuelta a Andalucía l'ha visto ottenere un quarto e un quinto posto di tappa, rispettivamente nell'ultima e nella penultima frazione; nella corsa spagnola si è fatto valere anche in una veste a lui inusuale. Nella prima tappa in linea, la Málaga-Jaén, ha fatto parte della fuga di giornata in cui ha conquistato la maglia di miglior scalatore, mantenuta sino alla fine della corsa iberica. Marzo (e il calendario belga) si apre così così, con posizioni di rincalzo a Het Nieuwsblad, Kuurne e Driedaagse van West-Vlaanderen, trend che continua nella due giorni olandese nel Drenthe. Nella Noekere Koerse arriva per il belga il primo podio stagionale, con un secondo posto alle spalle di Kenny Dehaes. È da qui che la sua stagione cambia piega, iniziando a macinare risultati.

Nel weekend successivo l'attenzione degli appassionati di ciclismo è rivolta alla Classicissima, la Milano-Sanremo che di fatto apre la stagione del grande ciclismo. Nello stesso fine settimana in Francia si corre la due giorni della Loira; è nella seconda prova, la Cholet-Pays de Loire, che il ventiquattrenne coglie il primo successo stagionale, in una gara dallo svolgimento assai imprevedibile: fuga buona partita al km 6 con dentro ventuno atleti e volata finale con sette superstiti. Si ritorna sulle pietre Dwars door Vlaanderen e la voglia di fuga non è svanita: il belga si ripropone in una fuga corposa, questa volta di 23 unità. Una volta ripresi prima dal futuro vincitore Terpstra e poi dal gruppo, il portacolori della Topsport partecipa alla volata dove si piazza settimo. Due giorni dopo tocca alla prima corsa World Tour, ossia Harelbeke, conclusa con un tranquillo 27° posto a 3' dal vincitore Sagan. Altre quarantotto ore più tardi e si torna ad avere un numero sulla schiena nel circuito maggiore alla Gand-Wevelgem: la scontata volata porta il belga a raccogliere il primo piazzamento in carriera tra i primi 10 nel World Tour, con un'eccellente sesta posizione alle spalle di nomi di spicco quali Degenkolb, Démare, Sagan, Vanmarcke e Boonen.

Aprile, per un fiammingo, vuol dire sostanzialmente una cosa: De Ronde. E anche Van Asbroeck vi partecipa, raccogliendo però uno scialbo 71° posto. Il calendario del pavé belga si conclude con Scheldeprijs - in cui arriva 12° - e Gp Cerami, concluso al 4° posto. La settimana successiva in Francia, fra Paris-Camembert e Gp de Denain, regala una nona posizione nel secondo evento, terminando un mese sottotono rispetto agli standard precedenti e successivi. Nel giorno della festa dei lavoratori arriva il primo e unico ritiro stagionale in quel di Francoforte. Il maggio continua con forti tinte francesi: al Gp de la Somme arriva un secondo posto alle spalle di Hutarovich, alla 4 Giorni di Dunkerque c'è un terzo posto nella seconda tappa mentre al Tour de Picardie, sempre nella seconda tappa, racimola un quarto posto.

Tre giorni dopo il tour de force continua, vedendo il ventiquattrenne protagonista ad altre latitudini al Giro di Norvegia: un terzo, due noni posti e una fuga nella terza tappa sono il bottino in cinque giorni a cui fanno seguito, nel successivo Tour des Fjords, un secondo e un terzo posto. Sconosciuto il termine stanchezza, Van Asbroeck torna in Francia alla Boucles de la Mayenne e continua la marcia dei piazzamenti: nelle tre frazioni in linea termina ottavo, secondo - questa volta in un arrivo in salita - e ancora secondo, chiudendo al sesto posto nella generale e vincendo la classifica a punti. Il mese prosegue con un 15° posto alla Ronde van Limburg, con un 5° posto nell'ultima tappa del Giro di Slovenia e con il 16° posto al campionato nazionale, in cui però si è messo a disposizione dei compagni Lampaert e Van Staeyen. Dopo cotante fatiche anche per Van Asbroeck arriva il primo - e unico - meritato periodo di stacco.

Trenta giorni di riposo e il belga ritorna più forte che mai al Tour de Wallonie: ottavo, ottavo, quattordicesimo, primo e quindicesimo. Questo il suo score a cui vanno aggiunti il quarto posto nella generale, il quarto posto nella classifica a punti e il secondo posto nella classifica dei giovani. La polivalenza gli permette di vincere nella volata compatta di Waremme e di difendersi il giorno seguente ad Ans, nel traguardo teatro della Liegi-Bastogne-Liegi. Agosto inizia con un 18° posto alla Poly Normande, continua con un secondo (e un quarto e un ottavo) posto in Danimarca, con un ottavo posto all'Artic Race per poi continuare nelle gare del Benelux, dove ottiene un quarto posto alla Arnhem Veenendaal Classic - propiziando la vittoria del compagno Lampaert - e un terzo alla Druivenkoers-Overijse.

È in questo momento che lo sprint decisivo per difendere la vetta dell'Europe Tour dal prepotente ritorno di Sonny Colbrelli ha inizio: negli ultimi 13 giorni di corsa dell'anno ottiene, come peggior piazzamento, un 17° posto. Quattro sono i secondi posti - Gp de Fourmies, Grote Prijs Jef Scherens, Gooikse Pijl e la decisiva Putte-Kapellen - a cui si aggiungono pure il terzo posto a Münster e il quarto a Isbergues. Il rush finale contro il coetaneo della Bardiani-CSF lo vede vincente grazie anche al maggior numero di gare di un giorno presenti nel calendario belga, in cui è possibile raccogliere più facilmente punti per la classifica.

Nondimeno è stata fondamentale per Van Asbroeck la continuità e la resistenza nei dieci mesi di attività: le 89 giornate di corsa lo incoronano, assieme a Tim De Troyer della Wanty e a Luis León Sánchez della Caja Rural, come il corridore delle squadre Professional con il maggior numero di corse disputate. Con il connazionale De Troyer primeggia in un'altra classifica, quella dei corridori con più giorni di corsa disputati, senza aver preso parte ad un grande giro. Per il 2015 è arrivato il meritatissimo passaggio nel World Tour nella Lotto NL-BrandLoyalty, squadra in cui potrà continuare a correre le classiche del Nord da protagonista al fianco del connazionale Vanmarcke, senza dimenticare la possibilità di misurarsi negli sprint.

Jelle Wallays esulta dopo una fuga alla Parigi-Tours © A.S.O.Jelle Wallays, non c'è soltanto Tours
La stagione in casa Topsport Vlaanderen-Baloise è stata prodigiosa: undici successi raccolti da nove corridori differenti sono un evento non comune. Questo 2014 si manifesta nel dominio della classifica a squadre dell'Europe Tour, vinto conquistando 2026 punti e con un margine di 488 unità sui secondi, i connazionali della Wanty-Groupe Gobert. Assieme a Van Asbroeck è stato Jelle Wallays a portare a casa due vittorie individuali in stagione, l'ultima delle quali nella gara più prestigiosa del circuito europeo. Il venticinquenne belga era atteso al salto di qualità, in una carriera tra i professionisti iniziata con elevate aspettative nel 2011 e sempre proseguita nella formazione diretta da Christophe Sercu.

Il 2014 del nativo di Roeselare parte dalla penisola arabica con l'accoppiata Qatar-Oman: nella corsa omanita Wallays mette subito in mostra il piatto forte della casa, ovvero la fuga: prima tappa e fuga centrata, terza tappa e fuga centrata, quarta tappa e fuga centrata. La stagione del pavé è aperta dalla Omloop Het Nieuwsblad che lo vede presente, lui che tra i pro' non è un pavearo puro, con un 16° posto finale. Nella Driedaagse van West-Vlaanderen altra fuga tentata nell'ultima frazione ma esito negativo per lui e per i compagni di avventura.

Il primo piazzamento stagionale nella top 10 arriva alla Ronde van Drenthe quando coglie il 7° posto nonostante i compiti di gregariato svolti per i compagni Helven e Lampaert. Fra Noekere Koerse, Handzame Classic e Gand-Wevelgem si cimenta ancora una volta come gregario, non prendendo parte alla E3 di Harelbeke a causa di un malanno influenzale. Il successivo appuntamento è con la Tre Giorni di La Panne e, ça va sans dire, il Nostro si è messo in luce con una fuga nella seconda tappa.

Domenica 6 aprile è il giorno del Giro delle Fiandre e provate ad immaginare come Wallays abbia voluto festeggiare l'evento. Ovviamente con una fuga: partito assieme ad altri nove coraggiosi dopo 40 km di gara, per lui la giornata non era evidentemente di quelle buone, essendosi infatti staccato sul settimo muro di giornata, il Valkenberg. Una volta ripreso dal gruppo ha preferito mettere piede a terra e salire sulla voiture-balai, terminando una giornata in cui comunque aveva garantito alla squadra la presenza nella lunga fuga. La domenica seguente tocca alla Parigi-Roubaix: stavolta niente fuga ma prova terminata al 70° posto. Due settimane di pausa e si vola in Turchia dove, stranamente, non riesce a mostrarsi né azzeccando la fuga né piazzandosi nei traguardi di tappa.

Altre prove poco esaltanti si registrano a maggio (Velothon Berlin, World Ports Classic, Giro del Belgio) mentre a giugno il 19° posto nel prologo del Giro di Slovenia è il preludio al primo podio di stagione - seppur conquistato in una prova di categoria .2 - all'Internationale Wielertrofee Jong Maar Moedig, dove termina sul gradino più basso del podio. Il 30° al campionato nazionale in linea chiude la prima parte di stagione. Il rientro in gruppo al Tour de Wallonie lascia intravedere un ottimo colpo di pedale che porta ad una buona prova al Giro della Danimarca dove, grazie a tre 20° posti consecutivi seguiti da un 13° nella frazione finale, chiude settimo nella classifica generale. Prestazioni discrete anche al Tour de Limousin, in cui si è piazzato quindicesimo, e alla Druivenkoers-Overijse dove è nono. Le prime gare di settembre servono ad affinare la forma in vista della cronometro a squadre mondiale, dove la Topsport termina diciassettesima e distante dalla prima formazione Professional, la RusVelo, di un solo secondo.

Ritornato in patria dopo l'esperienza spagnola arriva, finalmente, il primo successo stagionale alla Omloop van het Houtland Lichtervelde: mai come in questo caso è possibile parlare di un successo casalingo, dato che la città sede di partenza e arrivo dista dalla sua Roeselare solamente 10 km. Partito, logicamente, in fuga assieme ad altri cinque a circa 25 km dal traguardo, Wallays è riuscito a staccare tutti nello strappettino finale, vincendo con le braccia alzate e per distacco. Rinvigorito dalla vittoria si concentra, in accordo con la squadra, in particolar modo su una corsa che gli sta a cuore, vale a dire la Paris-Tours di domenica 12 ottobre: nella classica francese il belga aveva già fatto parlare di sé nel 2010, quando vinse la versione riservata agli Under 23.

Pronti, via, ed è subito fuga: con lui, fra gli altri, uno che per tempra gli assomiglia, vale a dire Thomas Voeckler. Tenuti sotto tiro dal gruppo - ai meno 30 km quasi avviene il ricongiungimento - i due riescono ad involarsi nella penultima côte quando mancano solamente 10 km: protagonisti di un finale spesso già visto sull'Avenue de Grammont (citofonare Guesdon e Virenque), la coppia sa resistere alla rincorsa del plotone e si gioca allo sprint la vittoria. Ed è Wallays che si prende gli onori, diventando il primo a bissare l'accoppiata con la gara giovanile, conquistando una corsa sempre affascinante ma danneggiata dalle scelte recenti dell'UCI. L'anno si chiude con il decimo posto alla Chrono des Nations, affrontata senza troppo impegno da parte sua.

Quello che da gennaio lo aspetta è il ruolo di leader nella Topsport che, in contumacia dei partiti Lampaert, Van Asbroeck, Van Staeyen e Vanbilsen, avrà l'onore e l'onere di continuare la tradizione fiamminga. Assieme a lui correrà, anche se l'annuncio ufficiale non è ancora stato comunicato, il fratellino Jens, promettente vincitore quest'anno de La Côte Picarde, prova di Coppa delle Nazioni Under 23. In attesa che anche Jelle, col contratto che scadrà tra dodici mesi, possa raggiungere gli ex compagni nel piano nobile del ciclismo mondiale.

Jérôme Baugnies vittorioso al Tour des Fjords © Team Wanty-Groupe GobertJérôme Baugnies, che quasi s'era perduto...
Protagonista nello scorso inverno di una trasformazione significativa, la Wanty-Groupe Gobert ha disputato una stagione particolarmente positiva, mettendo in mostra solide realtà (Drucker, Leukemans), giovani virgulti (De Troyer, Jans) e dando spazio a chi si era un po' perso per strada. In questa definizione è inevitabile pensare a Jérôme Baugnies che, a soli 25 anni, pareva destinato ad appendere la bici al chiodo dopo il mancato rinnovo con il team NetApp. Il 2013 nella piccola Continental To Win-Josan con la vittoria, fra l'altro, del titolo nazionale degli élite senza contratto, gli ha permesso di essere preso in considerazione per la nuova avventura della squadra gestita da Jean-François Bourlart e diretta dal punto di vista sportivo da Hilaire Van der Schueren.

Giusto il tempo di aver smaltito i cenoni delle feste natalizie e il belga si trova subito a debuttare con la nuova maglia in Gabon, nell'ormai abituale appuntamento di inizio stagione de La Tropicale Amissa Bongo. E per lui è subito un gran bell'inizio: settimo nella prima tappa, poi vincente nella seconda, precedendo in volata un atleta di livello come Luis León Sánchez, quindi secondo nella terza frazione alle spalle del compagno di squadra Roy Jans. Il settimo posto nella classifica generale della corsa equatoriale certifica che il vallone è rientrato con la giusta voglia e determinazione.

Nel continente europeo le gare francesi di febbraio lo vedono pedalare anonimo a centro gruppo così come le seguenti prove belghe di marzo, dove raccoglie come miglior risultato un 25° posto a Le Samyn. Il ritorno nel World Tour in occasione della Volta a Catalunya lo vede protagonista di un'eccellente settimana sulle strade spagnole: fuga nella seconda tappa e buon dodicesimo posto dopo una fuga nell'ultima tappa, conclusasi con la scalata al Montjuîc. Il buono stato di forma continua ad essere palesato anche nella prima frazione della Tre Giorni di La Panne quando nel giorno del suo ventisettesimo compleanno si piazza nono, bravo a restare nel gruppetto creatosi dall'attacco di Sagan. Il giorno seguente, però, una caduta l'ha costretto ad abbandonare la corsa: per lui nessuna frattura ma diverse escoriazioni che gli hanno impedito di presentarsi alle corse vallonate, quelle a lui più congeniali, nelle migliori condizioni.

Il 75° posto alla Freccia del Brabante è il piazzamento meno negativo delle due settimane ardennesi, quelle che erano il grande obiettivo stagionale per il professionista di Soignies; in fase di recupero riesce, comunque a ben figurare alla Liegi, provando un vano contrattacco poco prima de La Roche-aux-Faucons. Trascorso il tempo necessario per la guarigione delle ferite, ecco che arriva il primo podio europeo: Baugnies conclude infatti terzo il Gp di Francoforte, buttandosi nello sprint piovoso - dopo essere stato partecipe di un'azione di fuga - e venendo sopravanzato solo da due campioni come Kristoff e Degenkolb. La corsa tedesca evidentemente gli porta bene, dato che nel 2011 fu regolato dal solo Degenkolb.

Il rendimento si mostra di alto livello anche nelle seguenti corse: al Giro di Norvegia ottiene un quinto e un decimo posto di tappa nonché la nona posizione della generale mentre è nel Tour of Fjords che conquista il secondo successo stagionale. Nella prima tappa si invola nella salita finale e riesce a conservare quei pochi metri di vantaggio per tagliare a braccia alzate la linea d'arrivo. Nella terza tappa altro arrivo in ascesa e terzo posto raccolto mentre nella quarta frazione riesce a piazzarsi quinto nello sprint massiccio. La classifica generale lo vede chiudere al terzo posto, distante solo 9" dal vincitore Kristoff. Con la condizione sempre eccellente si avvia anche in Svizzera per disputare l'omonima corsa a tappe: l'antipasto al Gp du Canton d'Argovie lo vede ancora una volta ottimo terzo nello sprint vinto da Geschke.

Alla vigilia della prova World Tour, però, durante la ricognizione del cronoprologo, un'automobile lo investe e lo fa cadere, provocandogli la frattura del gomito destro; stoicamente prende parte alle prime tre tappe ma il dolore lo costringe all'abbandono anzitempo, minando le possibilità di un buon risultato all'imminente campionato nazionale. Dopo la pausa Baugnies ritorna da subito in gran forma nell'accoppiata toscana formata da Gp di Larciano e Giro di Toscana: nella prima fuga e quarto posto finale, nella seconda fuga e secondo posto finale.

A seguire arrivano altri piazzamenti a ridosso dei 10 alla Polynormande, alla RideLondon e al Tour de l'Ain: per ritrovarlo nella top ten - settimo, per la precisione - bisogna attendere la Druivenkoers-Overijse mentre nella successiva serie di gare (Plouay, Bruxelles, Gp de Fourmies, Grote Prijs Jef Scherens e Trittico Lombardo) le prestazioni scendono progressivamente, restando comunque sempre attorno alla ventesima piazza. Al Gp di Prato torna a farsi vedere in fuga e viene raggiunto solamente quando mancano 2 km all'arrivo. Il sesto posto al Tour de Vendée suggella una stagione di riscatto e, assieme agli altri numerosi piazzamenti di rilievo, ha convinto il management della squadra belga a prolungargli in contratto fino alla fine del 2016. Non male, per uno che era quasi un ex.

Alberto Vigonesi

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