Tour of Hainan 2014: Il giovane Bonny sfiora il colpaccio - Lampre a segno con Bonifazio e Palini. Corsa ad Antomarchi
- Tour of Hainan 2014
- Astana Pro Team 2014
- Belkin Pro Cycling Team 2014
- Continental Team Astana 2014
- Drapac Cycling 2014
- Lampre - Merida 2014
- Team La Pomme Marseille 13 2014
- Adrian Kuriek
- Andrea Palini
- Andrey Zeits
- Arman Kamyshev
- Burr Ho
- Federico Buttò
- Gang Xu
- Julien Antomarchi
- Manuele Mori
- Matteo Bono
- Mohamed Hariff Salleh
- Moreno Hofland
- Niccolò Bonifazio
- Roberto Ferrari
- Ruslan Tleubayev
- Samir Jabrayilov
- Taras Voropayev
- Wang Meiyin
- Wouter Wippert
- Uomini
La Pomme Marseille per Julien Antomarchi non è solo la squadra con cui il francese ha condiviso gioie (non troppe) e dolori (non molti nemmeno quelli, in realtà): nel quartiere de La Pomme, a Marsiglia, Antomarchi ci è nato il 16 maggio del 1984. Un'onesta carriera da mestierante del pedale, pochini gli acuti, tante le corse di seconda fascia in cui si è cimentato. Nel 2014 non si era espresso ad alti livelli: prestazioni normali, per un corridore del genere, nessuna vittoria all'attivo. Poi arriva ottobre e cambiano le cose: magari non si stravolge una stagione con una bella appendice, che però aiuta ad essere più fiduciosi per l'anno che verrà.
Per farla breve, Antomarchi è andato in Cina, sull'isola di Hainan, all'omonimo Tour. Una gara a tappe di nove giorni in cui il marsigliese s'è preso due tappe e la classifica finale. Vince dopo una lunga fuga, a Xinglong - siamo alla 4a tappa - facendosi beffa del ritorno del gruppo, regolato da Palini e Bonifazio. Vince, in modo più netto e decisivo, la tappa regina, quella di Wuzhishan: tre Gpm di prima categoria in una gara che ha visto praticamente sempre volate. A Wuzhishan Antomarchi ha preceduto per un solo secondo il kazako Andrey Zeits, ma più importante era distanziare Niccolò Bonifazio, fino al giorno prima leader della corsa. Non è stato facile, ma alla fine il ligure della Lampre-Merida ha pagato al marsigliese 39", in quella frazione.
Bonifazio, classe '93, chiuderà il Tour of Hainan sul podio, secondo gradino. E però la trasferta cinese degli uomini Lampre non può che essere positiva. Prima di sbarcare in Cina i blu-fucsia-verde avevano all'attivo 21 vittorie; nella frazione conclusiva del Tour of Beijing, ultima prova World Tour (nel senso di tappa finale del circuito, ma pure di ultima apparizione della corsa all'interno del WT), ci aveva pensato Sacha Modolo a portare a 22 le vittorie targate Lampre-Merida.
L'isola di Hainan s'è rivelata ottima per aumentare il bottino stagionale del team di Beppe Saronni: Niccolò Bonifazio, il giovane, ha potuto dar continuità alla sua forma, dopo aver portato a casa la Coppa Agostoni a metà settembre. Andrea Palini, quattro anni in più di Bonifazio, ha invece trovato il modo di sbloccarsi, finalmente: una vittoria di tappa, a Sanya, due secondi posti parziali, un giorno in maglia di leader.
Il finale è soddisfacente per questo bel corridore di Gardone Val Trompia, ma per tutti i blu-fucsia-verde, che hanno avuto l'onore, ma più che altro l'onere, di tenere sotto controllo la corsa avendo solamente sei effettivi. Erano alla prima partecipazione al Tour of Hainan, in questi casi si dice che è buona la prima. Buonissima per tutti ma in particolare per Niccolò Bonifazio: più giovane esordiente tra gli italiani, è uno dei più "piccini" del World Tour (solo Matej Mohoric e Rick Zabel davanti a lui, in un ideale podio per età).
Dopo la vittoria a Tokyo, nell'atto conclusivo del Tour of Japan, e la Coppa Agostoni, poteva andar bene così, la prima stagione da pro': invece no, il giovane che vive ad Imperia e spesso si allena con Pozzato ha fatto la sua porca figura anche sul suolo cinese. Tre vittorie parziali, altrettanti podi, il secondo posto nella classifica finale dopo una strenua resistenza ad Antomarchi nella tappa regina. Scusate se è poco. A questo va aggiunto il lavoro di gregariato svolto per Andrea Palini, anch'egli molto in palla.
Bonifazio ha corso per il compagno di squadra sia a Xinglong (dove Antomarchi ha beffato i due Lampre, rispettivamente 2° e 3°) che a Sanya: lì l'uno-due dei blu-fucsia-verde è stato davvero letale. La maturità, a 21 anni da compiere (domani, per l'esattezza), di un veterano e la consapevolezza che il futuro tra i professionisti non potrà che sorridergli. Haikou, Dongfang e Danzhou, nomi non semplici da ricordare per noi occidentali, ma che resteranno scolpiti nella memoria del giovane Niccolò, così come Wouter Wippert, Barry Markus e Jonathan Cantwell, gli avversari di cui ha avuto ragione Bonny. Se lo ricorderanno, questo giovane plurivittorioso.
Aveva iniziato anche a pensare in grande, Bonifazio: dopo la vittoria di Dongfang aveva preso la maglia gialla, direttamente passatagli da Palini. Tenerla era davvero difficile, con una tappa impegnativa come quella di Wuzhishan. Lì puntualmente Antomarchi ha piazzato il colpo al cuore, per Bonifazio; colpo decisivo in ottica classifica finale, ma il giovanissimo Lampre-Merida non è affatto andato alla deriva. Lungo quei 199 km e sulle tre salite di prima categoria, Bonny è stato ottimamente scortato dalla squadra: Matteo Bono ed il corridore di casa Xu Gang a scandire il ritmo nelle prime due ascese, per limitare al minimo sindacale gli attacchi.
Manuele Mori, con tutta la sua esperienza, a guidare Bonifacio sull'ultima asperità: lì sono scattati Antomarchi e Zeits, il colpo per il giovane Lampre poteva essere duro. Invece Bonifazio ha stretto i denti, scollinando con un minuto di ritardo e perdendo 39" al traguardo. Classifica finale compromessa, podio ancora scalabile (con una vittoria il giorno dopo, Bonifazio passerà dal 3° al 2° posto). L'epilogo non ha riservato ancor più piacevoli sorprese al giovane Lampre-Merida, che porta a casa la piazza d'onore e la maglia verde della classifica a punti.
Antomarchi, come detto, vince due tappe e la generale, Bonifazio a 22", Zeits a 25", con un altro blu-fucsia-verde, Manuele Mori, che chiude nei dieci (è 7° a 1'13" da Antomarchi). Palini, Bonifazio e Antomarchi, ma pure Moreno Hofland, in questo Tour of Hainan: lo scorso anno si aggiudicò tre tappe e la generale, in una corsa monopolizzata dagli olandesi e dagli uomini Belkin (su nove tappe, tre centri di Hofland, sei di Bos, la generale e la graduatoria a punti al primo; Mateusz Taciak, miglior scalatore di allora, polacco della CCC Polsat, fu l'intruso), stavolta solo il criterium inaugurale a Chengmai per lui.
Oltre ai quattro centri italiani ed ai due francesi targati Antomarchi, sorride anche il Kazakistan con Arman Kamyshev, il più veloce di tutti a Yueliangwan. Com'era iniziato, ovvero con un trionfo olandese, così s'è concluso il nono Tour of Hainan: certo, Moreno Hofland è un nome ben più noto rispetto a quello di Wouter Wippert. Quest'ultimo è un classe '90, corre per la Drapac ed è un vero e proprio rapace, al di fuori dell'Europa.
Otto vittorie nel 2014, tutte tra Oceania ed Asia: due tappe tra fine gennaio ed inizio febbraio al New Zealand Cycle Classic, quindi un centro al Tour de Taiwan, un altro al Tour of Japan, altri due al Tour de Kumano, sempre sul suolo nipponico. Le ultime due vittorie di Wippert arrivano dal Tour of China II ed appunto oggi, da Hainan. Andato in fuga con Adrian Kuriek, Taras Voropayev e Burr Ho, l'olandese della Drapac ha saputo resistere al ritorno del plotone, esultando sul traguardo di Chengmai davanti a Kuriek, Voropayev, Hariff Salleh, Burr Ho e Roberto Ferrari, altro Lampre ed oggi primo degli italiani (6°).
Il Tour of Hainan è una buonissima base per un'espansione futura in Asia: mantenendo il formato attuale, inserendo magari un paio di arrivi in salita (sulla scia di quanto attuato dal Tour de Langkawi o, meglio ancora, dal Tour Down Under, prova d'esordio del World Tour), entrando nella massima serie entro pochi anni e spostando l'appuntamento un paio di settimane prima, questa corsa può davvero diventare il teatro delle ultime sfide per assegnare il titolo del World Tour, rimpiazzando così l'imbarazzante Tour of Beijing.