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Mondiale in linea WE 2014: Ferrand-Prévot la predestinata - Iride a Pauline, Vos non al top. Bronzini cade, poi è 4a | Cicloweb

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Mondiale in linea WE 2014: Ferrand-Prévot la predestinata - Iride a Pauline, Vos non al top. Bronzini cade, poi è 4a

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Pauline Ferrand-Prévot tra Lisa Brennauer ed Emma Johansson © Bettiniphoto

Ponferrada, ultimo giro, ultimi chilometri. Marianne Vos è in testa alla corsa che da due anni a questa parte vince, domina. Non è però da sola. Con lei una compagnia poco affidabile: la nostra Elisa Longo Borghini, la britannica Lizzie Armitstead e la svedese Emma Johansson. In una situazione normale, con una Vos normale (cioè fenomenale), le quattro arriverebbero al traguardo e probabilmente la fuoriclasse olandese si regalerebbe il quarto oro iridato della carriera.

Ma non è la Marianne Vos che conosciamo. Sta bene, non benissimo. Sull'ultimo strappetto, quello del Mirador, le è andata via Emma Johansson, e lei, dando di spalle, ha chiuso pure sulla svedese, di fatto dando vita al quartetto di cui sopra. Dov'è il problema per questa Vos a mezzo servizio, che nelle ultime gare s'è ritirata per recuperare meglio in vista del Mondiale (quasi un inedito), che nella cronosquadre s'è staccata dopo 25 km («Avevo le gambe vuote», ed è un altro mezzo inedito)?

Il problema è che ha già dovuto chiudere su un tentativo da finisseur di Elisa Longo Borghini ai -2, che la Johansson la puoi battere come no. E c'è Lizzie Armitstead: era nella fuga giusta anche a Londra, Giochi Olimpici, sempre con Marianne Vos ed Olga Zabelinskaya. Fu argento, ma oggi è letteralmente in odore di iride. Marianne Vos lo sa bene, e all'ultimo chilometro, quando vede il gruppo dietro rinvenire, si rialza.

La imita Longo Borghini, e fa bene, visto lo spunto veloce che non si ritrova; anche Armitstead e Johansson si rialzano, sentendosi evidentemente battute in un arrivo a quattro con la Vos. In generale sì, con questa Vos i dubbi ci stanno tutti, l'occasione persa per le due sembra bella grossa.

E allora, sentendo la gamba, osservando la compagnia e con il gruppo in recupero, Marianne Vos si fa due domande. Ok, non sono al 100%, invece Emma e Lizzie mi paiono ben messe. Vado a fondo, così magari mi battono pure, o mi rialzo anch'io? Facciamo così: mi rialzo, faccio la volata, anche se la stanchezza, a forza di inseguire a destra e a manca, la sto accusando, e vediamo cosa succede. Tanto, anche se non la spunto io, c'è sempre Pauline, chi lo sa.

Naturalmente non sapremo mai cos'è passato per la testa della fuoriclasse olandese negli ultimi chilometri, ma quella volata, di sicuro, è stata strana. Vos che all'ultima curva allarga ben bene un gomito per mettersi davanti, proprio con Pauline - stiamo parlando della francese Ferrand-Prévot, fresca Campionessa del Mondo - in scia. E quando Rossella Ratto parte ai 250 metri, pensando (ed errando) di anticipare tutte e favorire Giorgia Bronzini, è la Vos che lancia la sua volata, temendo appunto la stoccata della piacentina. E invece alla ruota di Vos c'è Ferrand-Prévot.

La francese passa l'iridata in carica senza problemi. Vos non l'ostacola, la guarda andare a vincere ma non si fa troppi problemi. Forze, oggi, non ce n'erano più, chiuderà decima (peggior piazzamento del 2014, peggior piazzamento in un Mondiale, inclusi quelli da Junior).

Vince Pauline Ferrand-Prévot, autrice di una stagione mostruosa: Freccia Vallone, Campionessa Nazionale a crono ed in linea, Emakumeen Bira, secondo posto al Giro Rosa, correndo da gregaria per la Vos, terza piazza a Plouay. Citando solo i risultati su strada, visto che la giovane classe '92 si diletta in MTB e nel Ciclocross. È Campionessa di Francia di entrambe le specialità, ha vinto un titolo europeo in MTB oltre a diverse prove di Coppa del Mondo, più Modiali sparsi nel passato recente. Una predestinata, non a caso il dopo Vos sembra tutto suo, anche se pure il durante le dà ragione.

Un'iride che è il simbolo più lampante della stagione della francesina per tutti terreni, sottovalutata su un percorso come quello iberico, mai davvero in vista durante la gara. E però la volata è sua, ancora non ci crede. Corsa noiosa, la rompe una caduta al secondo giro: ci sono in mezzo tante atlete, anche Vos e Bronzini, che rientrano dopo mezzo giro sul gruppo. Alla quarta tornata la slovena Spela Kern attacca sulla salita di Confederación, ma verrà ripresa esattamente un giro dopo.

Al penultimo giro prova l'allungo la statunitense Alison Powers, già vittima della caduta. Attacca e deve far preoccupare, perché il motore è notevole e l'Olanda, dopo il capitombolo di massa, ancora più decimata (già da domenica ha perso le infortunate Van der Breggen e Van Vleuten). Ai -30 la pioggia si abbatte sulla corsa, sul Confederación va via Rachel Neylan, Australia. Il Mirador vede invece l'attacco di Rossella Ratto; ne vien fuori un gruppetto con Armitstead, Vos, Longo Borghini, Häusler, Johansson, Olds, Brennauer, Ferrand-Prévot, Cromwell, Kuchinskaya, Moolman, Van Dijk.

Al suono della campana il plotone è nuovamente compatto, ma allunga ancora la Ratto, seguita da Chantal Blaak (Olanda), Rachel Neylan (Australia), Katarzyna Niewiadoma (Polonia) e Claudia Häusler (Germania). Sull'ultima salita di Confederación, ripreso il quintetto, attacca la tedesca Trixi Worrack, ma è la Francia (!) di Pauline Ferrand-Prévot a chiudere. Altri attacchi ma ai -10, con la Worrack sempre pimpante, il gruppo la riprende. Anxi, è Marianne Vos a raggiungere la tedesca, portandosi dietro la migliori.

Sull'ultimo Mirador la selezione c'è eccome: Lizzie Armitstead (Gran Bretagna), Marianne Vos (Olanda), Emma Johansson (Svezia) e la nostra Elisa Longo Broghini vanno via. Il gruppo dietro, con le varie Olds - mai pervenuta - e le altre azzurre, da Bronzini a Guderzo e Ratto non è lontano, ma per le medaglie sembra tagliato fuori. Il problema è che davanti, l'Italia corre per il quarto posto, un altro dopo quello di Edoardo Affini stamane, tra gli Juniores: Elisa Longo Borghini infatti non è più veloce né di Vos, né di Johansson o di Armitstead.

Deve inventarsi qualcosa, e lo fa, l'ornavassese: allunga ai -2, quando ormai siamo a Ponferrada. Chiude sulla pericolosa azzurra Marianne Vos, con Johansson ed Armitstead che sfruttano il lavoro e si riportano davanti. La britannica abbozza un allungo, ma la Vos le è a ruota. Siamo a tutta, e le quattro si rialzano: Elisa ne ha ben donde, per lei è meglio che il gruppo con Giorgia Bronzini rientri. Armitstead e Johansson, con Vos, potrebbero giocarsi il podio, in uno sprint ristretto. E se la fuoriclasse olandese può permettersi, vista la condizione (e gli sforzi per chiudere sugli attachi), di attendere la volata, Lizzie ed Emma non si capisce perché aspettino Godot.

Godot arriva all'ultima curva di questo Mondiale: non sarà una volata allargatissima, però sempre volata è. La nostra carta è Giorgia Bronzini, e lei si spende per prendere la scia di Marianne Vos. Rossella Ratto però scombina tutto: ai 250 metri parte al centro, nel tentativo si aprire un varco alla piacentina. Morale: Giorgia rimane chiusa, la Vos lancia la volata, Pauline Ferrand-Prévot, che si trova alla ruota dell'olandese, mette la marcia in più. Marianne Vos potrebbe benissimo chiudere di mestiere, ma evidentemente sente che non ha la gamba dei giorni migliori.

Tiene la sua scia, quasi distratta, comportandosi come un'apripista qualsiasi. Giorgia Bronzini passa addirittura alla sua sinistra, buttandosi sul traguardo, sfiorando le transenne. Troppo tardi, son finite anche le medaglie. Perché Pauline Ferrand-Prévot ha esultato timidamente - «Sono io? Sta succendend a me?» - pottando a casa un'altra maglia iridata. Emma Johansson era convinta di ripetere l'argento di dodici mesi fa, ma l'insidia arriva da dietro e si chiama Lisa Brennauer. È proprio la stessa tedesca che ha vinto la cronometro, nessuna omonimia: sprinta più veloce di tutte nel finale, la frega l'anticipo della Ferrand-Prévot. Avrebbe colto una tripletta d'oro da sogno (cronosquadre, cronometro e gara in linea).

Giorgia Bronzini fa di tutto, ma è quarta. Considerando la caduta e lo svolgimento della corsa, può andar bene come dare amarezza. Il quinto posto è dell'australiana Tiffany Cromwell, con la statunitense Shelley Olds, mai vista oggi, solo sesta, e Lizzie Armitstead, quella che ha preferito rialzarsi ai -2, settima. Seguono Linda Villumsen dalla Nuova Zelanda (ma è nata in Danimarca), l'ucraina Hanna Solovey e Marianne Vos.

Che cade dal trono divenuto da poche ore dell'incredula Ferrand-Prévot ma cade in piedi: in fondo l'iride rimane in casa Rabo Liv per un altro anno. Una squadra che ha dominato per quasi tutta la stagione, decisamente la più forte del gruppo, perde l'iride di Marianne Vos, si ritrova con quella di Pauline Ferrand-Prévot, la prima francese iridata dopo Jeannie Longo (1995). Sì, il dopo Vos è davvero iniziato.

Francesco Sulas

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