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Vuelta a España 2014: È Ancares un gran Contador - Alberto duella con Froome, poi vince da cannibale. La roja è sua | Cicloweb

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Vuelta a España 2014: È Ancares un gran Contador - Alberto duella con Froome, poi vince da cannibale. La roja è sua

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Sul Puerto de Ancares la spunta Alberto Contador © Bettiniphoto

Campione. No, stronzetto. Alla prossima frullata non lo tiene più. No, se ne andrà lui. Che salita, che spettacolo! Ma se Contador è partito ai 500 metri e Froome ha tirato 10 km. Salita controversa, quella di Puerto de Ancares, la si può vedere da un migliaio di angolazioni, con tante sfumature, tutte contenenti qualche cosa di corretto, qualche cosa no. I protagonisti, si sarà capito, sono Chris Froome ed Alberto Contador. Il primo doveva correre all'attacco, e l'ha fatto fino alla fine, quando il serbatoio è rimasto vuoto.

Il secondo era preoccupato di tener testa al britannico: non che pensasse di partire battuto, ma con un atleta come Chris, pazzo in senso buono, diciamo imprevedibile, meglio drizzare le antenne. Ora, il Puerto de Ancares è una salita bella tosta, 12.7 km all'8.7%, punte al 14%, tratti senza poter respirare. Alberto sta a ruota di Chris lungo tutta l'ascesa, e perché le velocità sviluppate dall'anglo-kenyano sono tremende, e perché l'interesse ad attaccare non l'aveva per nulla, il portatore di maglia roja.

Ci si poteva aspettare che Contador, dopo tanti sforzi vani da parte di Froome, lasciasse all'avversario almeno la vittoria di tappa, come accadde sul Tourmalet, al Tour 2010, quando lasciò vincere un Andy Schleck non capace di staccarlo, poi gli strinse la mano. Con Froome c'è la lealtà, ci mancherebbe, però è diverso. È come se Contador, trovatosi davanti un atleta fenomenale, venendo schiaffeggiato al Tour 2013, senza poter replicare all'ultima Grande Boucle, avesse voluto dimostrare non soltanto di essere all'altezza del kenyano bianco, ma di poterlo anche staccare, volendo.

L'ha fatto a la Farrapona, s'è ripetuto oggi, sempre partendo all'interno dell'ultimo chilometro. Uno scattino che t'ammazza, specie se lo si subisce dopo 10 km buoni di frullate, accelerazioni, fuorigiri a volontà. Tu, Chris Froome, ti danni l'anima per vincerla davvero, questa Vuelta, e Contador non solo non ti si stacca dal culo, ma ti scatta in faccia. E hai voglia a cercare di limare il distacco un po' qui, un po' là, tra attacchi di Fabio Aru e traguardi volanti... Semplicemente se Contador sta come oggi, è difficilissimo da battere.

La cavalleria? Forse Froome preferisce così, dare una pacca sulla spalla all'avversario leale e più forte. Forse è meglio chiuderla qui che con una stretta di mano sul traguardo, quella che sa tanto di: «Ok, sei stato bravo, ma t'ho lasciato vincere». Siamo sempre nel campo delle ipotesi, ma i fatti questi sono: Froome stamane, alla partenza di San Estevo de Ribas, deve recuperare 1'19". Strada facendo, al traguardo volante di Murias, lima il distacco a 1'17". Alberto Contador lascia fare, già qualche domanda uno se la porrebbe.

Poi la salita, i soliti cinque - Froome, Contador, Valverde, Purito Rodríguez ed Aru - davanti a tutti di un'era geologica. Le frullate, l'ascesa con Contador sempre a ruota, il colpo del Pistolero all'ultimo chilometro. Vuelta al madrileno, sesto GT conquistato in carriera (la strada parla di otto, ma il Tour 2010 ed il Giro 2011 gli sono stati revocati) ed una forza mentale paurosa. Mai - ed è un "mai" che non ammette eccezioni - Alberto Contador ha preso la maglia di leader in un GT per poi lasciarla. Vorrà dir poco, vorrà dire tutto, è un dato di fatto che dipinge alla perfezione il fuoriclasse di Pinto ed il suo modo di interpretare le grandi corse a tappe.

Alla Vuelta, dove ha primeggiato tre volte (2008, 2012 e, a meno di clamorosi accadimenti domani, 2014), ha sempre preso la roja - o amarillo, fa lo stesso - dopo il giorno di riposo. Se l'è tatuata sulla pelle, lasciandola solamente a corsa conclusa, per rimetterla in palio. Non è andata diversamente oggi, a quel Contador attaccato con i denti alla maglia di primo della classe. Chris Froome, d'altro canto, va elogiato. Ci ha provato in tutti i modi a scalzare il Pistolero da quel trono.

È partito con una forma non ottima - per usare un eufemismo - è cresciuto giorno dopo giorno, ha perso terreno qui e là, ma nella terza settimana è stato il più incisivo. Frullate a volontà, il solo Contador, con Aru, a tenergli la ruota. Ci credeva, stamane: la Vuelta era ribaltabile, anche beneficiando della crono conclusiva di domani, a Santiago de Compostela. Niente, è andata male, ma essere il primo degli sconfitti da questo cinico, pragmatico, per nulla signore Contador, è un mezzo successo.

Ultimo tappone della Vuelta 2014, 185.7 km da San Estevo de Ribas de Sil al Puerto de Ancares. Prima dell'ascesa finale si scalano Alto de Vilaesteva, Alto de O Lago ed il temibile Alto de Folgueiras de Aigas. Terreno che non dà tregua, sempre su e giù. Non prendono il via Pozzato (era previsto), Cataldo (avrebbe voluto dare una mano a Froome, ma la caduta di ieri ha lasciato il segno) e Serry. La fuga stenta a partire ma dopo una trentina di chilometri vanno via Jérôme Coppel (Cofidis), Przemyslaw Niemiec (Lampre-Merida) e Maxime Méderel (Europcar), a cui presto si unirà Wouter Poels (Omega Pharma-Quick Step).

Il quartetto non convince il gruppo, tanto che per un po' li tengono lì, a 55". Poi il via libera, i fuggitivi arriveranno ad avere un vantaggio massimo di 10'55" dopo 89 km. Sulla prima salita di giornata, l'Alto de Vilaesteva, Warren Barguil, astro nascente del ciclismo francese, palesa i suoi malanni e perde terreno. Poels anticipa Méderel e Coppel, con Niemiec quarto ed il gruppo a 5'07". Si scende e si risale, stavolta verso l'Alto de O Lago: Niemiec precede Coppel, Poels e Méderel, gruppo a 5'50".

Si scala ancora l'Alto de Restelo, poi 11 km di discesa fino all'attacco dell'impegnativo Alto de Folgueiras de Aigas. Sono 9.7 km al 6.7% di pendenza media, la Sky è in testa al gruppo da un pezzo. Sulla penultima salita della Vuelta inizia il forcing dei britannici. Selezione da dietro, portami via, si staccano in tanti. Davanti restano Niemiec, Coppel e Méderel, gruppo a 1'45". Méderel tenta lo scatto della disperazione, Coppel e Niemiec non rispondono, poi il Lampre si riporta sull'Europcar ed anche Coppel è lì.

Al valico Niemiec precede Méderel e Coppel, il plotone s'è avvicinato, ora dista appena 1'29". Tutta discesa prima della salita finale? Macché! Si scende e poi si risale, lì Niemiec prende il largo. Coppel riprende il Lampre, il gruppo è a 47", mancano 16 km al traguardo, la Sky guida le operazioni d'inseguimento. I due battistrada attaccano il Puerto de Ancares con soli 35": pochi per una scalata esigente come questa. Si tratta di 12.7 km con una pendenza media dell'8.7%. Subito punte all'11%, poi si sta sempre sull'8% abbondante, con alcuni tratti al 14%, altri per rifiatare, ma davvero pochi.

L'ambiente è selvaggio, la lotta sarà senza quartiere. C'è un traguardo volante, attenzione: Niemiec, che s'è liberato poco prima di Coppel, passa per primo, ma dietro è Froome il secondo. Al kenyano bianco 2" d'abbuono, adesso Contador, che segue gli Sky e basta, dista solamente (sì, solamente...) 1'17". Niemiec, esaurita la fatica, rientra nel plotone: su questi 10 km ci si gioca la Vuelta. Restano davanti Deignan, la cui andatura esagerata farà staccare Nieve, poi Froome, Aru, Purito Rodríguez, Valverde, Jesús Hernández, Contador, Barguil e Giampaolo Caruso.

Ai -7.8 Purito Rodríguez va via da solo, Froome, Contador, Valverde ed Aru dietro. Dietro c'è il vuoto. Purito resta in testa per un po', anche se la distanza dei suoi attacchi è ben altra. Ogni tanto vale la pena osare, bravo! Alle sue spalle si è già scatenata la tempesta: Froome ha dato due accelerate delle sue, la prima innocua per Contador, Valverde ed Aru, la seconda, ai -6, fa fuori prima lo scalatore di Villacidro, poi il murciano, che cede di schianto. Risalirà del suo passo, senza esagerare, recuperando benissimo.

Purito è ora nel mirino dei due più forti di questa Vuelta, lo riprendono ai -5.5. Il catalano della Katusha prova con tutte le sue forze a tenere il passo ma all'ennesima frullata di Froome deve alzare bandiera bianca. Mancano 4200 metri al traguardo di Puerto de Ancares, Valverde risale di prepotenza, raggiunge e supera Rodríguez in un punto in cui la salita dà tregua. Fabio Aru pure è in rimonta, e si porta su un Purito che pare davvero cotto. Tra la coppia di testa e Valverde ci sono 12", Aru e Rodríguez sono a 24".

Davanti Froome, approfittando dell'ultimo tratto con pendenze da capogiro, spara le ultime cartucce, frulla finché ne ha. Contador, proprio come a La Farrapona, sta a ruota, danzando su quei pedali, quasi sempre in piedi, ma non cede di un millimetro. Fino a che, purtroppo per Froome, il fuoriclasse di Pinto decide: andiamo! Giusto o sbagliato, comunque la si pensi, il Pistolero ha fatto sfogare Froome, l'ha di fatto consumato nei muscoli e nei nervi, gli ha dato la mazzata finale nell'ultimo chilometro, scattandogli in faccia, negandogli la vittoria di tappa. Perché con quello lì non si sa mai, ma anche per farlo capire, gridarlo ai quattro venti, che Alberto Contador non è solo un lontano ricordo.

Vince tappa e di fatto Vuelta, rifilando 16" a Froome, 57" a Valverde, 1'18" a Rodríguez, 1'21" ad Aru, 2'51" a Barguil, 2'55" a Giampaolo Caruso, 2'58" a Samuel Sánchez, 3'15" a Daniel Navarro, 3'20" a Damiano Caruso. La classifica adesso è praticamente impossibile da ribaltare, con la sola crono di Santiago de Compostela, soli 9.7 km, da disputare. Al comando sempre lui, Alberto Contador, che non dà distacchi abissali, però non molla un secondo. Ora Froome è a 1'37", Valverde a 2'35", Purito Rodríguez a 3'57", Aru a 4'46". Nettamente più lontani, come da una settimana a questa parte, tutti gli altri. Il sesto, Samuel Sánchez, ha un distacco di 10'07", Daniel Martin è a 10'24", Warren Barguil è a 12'13", Daniel Navarro è a 13'09" e Damiano Caruso è a 13'15".

Poteva lasciare la vittoria a Froome? Probabilmente sì, o almeno tirare qualche metro (se non altro provarci). Ormai non conta più tutto questo, si a Alberto che Chris lo sanno. Contador è tornato Contador, voleva dimostrarlo, di non essere inferiore a Froome. Promosso a pieni voti.

Francesco Sulas

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