GP de Québec 2014: Inesorabilmente Gerrans - Simon era il favorito, ha vinto su Tom Dumoulin. Ottavo Gasparotto
- Grand Prix Cycliste de Québec 2014
- FDJ.fr 2014
- Lotto Belisol Team 2014
- Orica - GreenEDGE 2014
- Team Katusha 2014
- Alexander Kristoff
- Arthur Vichot
- Bauke Mollema
- Brent Bookwalter
- Daryl Impey
- David Tanner
- Davide Formolo
- Dennis Van Winden
- Enrico Gasparotto
- Francesco Gavazzi
- Gianni Meersman
- Greg Van Avermaet
- Jan Bakelants
- Jan Polanc
- Jelle Vanendert
- Jens Keukeleire
- Jonathan Hivert
- Jürgen Roelandts
- Kévin Réza
- Marco Marcato
- Matteo Trentin
- Michael Woods
- Moreno Moser
- Nicki Sørensen
- Rafael Valls Ferri
- Ramunas Navardauskas
- Rui Alberto Faria da Costa
- Sep Vanmarcke
- Simon Gerrans
- Steele Von Hoff
- Sébastien Minard
- Tejay Van Garderen
- Tim Wellens
- Tom Dumoulin
- Tony Gallopin
- Valerio Agnoli
- Yoann Offredo
- Yukiya Arashiro
- Uomini
Se nell'analisi dei favoriti del GP di Québec, ieri, definivamo Simon Gerrans "spauracchio", non era per una banale bisogno di iperboli, ma perché effettivamente il futuro Campione del Mondo australiano vestiva, su un percorso del genere, i panni di principale pretendente alla vittoria. Ruolo peraltro già onorato due anni fa, al tempo della sua prima vittoria sulla rampa d'arrivo della bella corsa canadese (prima di un dittico che si concluderà domenica col GP di Montréal).
Che poi mentre negavamo il bisogno di iperboli, ne abbiamo sparata una proprio grossa, rientra nella normale simpatia che ci contraddistingue. Ci serve però a ricordare che in effetti il comodino volante venuto dagli antipodi è proprio uno degli uomini più attendibili tra quelli che avanzano (apertamente o tra sé e sé) speranze iridate: chi vorrà vincere il Mondiale dovrà passare su Gerrans, poco ma sicuro. La vittoria québécoise ci aiuta a rifocalizzare il personaggio con cui abbiamo a che fare: uno che quando vinceva tappe nei GT rientrava nel normale avvicendarsi di carneadi da fuga; che quando conquistò la Sanremo venne indicato da qualcuno come un vincitore poco blasonato e quindi poco degno; che quando s'è portato la Liegi, anche quei qualcuno dissero "Ah, però, questo Gerrans!".
A 34 anni è probabilmente allo scollinamento di una carriera sbocciata tardi ma bene: sarà più così in palla e convinto dei propri mezzi, trovandosi al contempo un percorso mondiale che gli sorride molto? Iniziamo a entrare nell'ordine delle idee che alle strisce giallo-verdi che contraddistinguono la sua maglia di campione nazionale australiano possano aggiungersi tra un paio di settimane anche quelle rosso-nere-azzurre, a formare i colori dell'iride ciclistica. Nel frattempo, possiamo pure raccontare nel dettaglio quello che è successo oggi al GP di Québec.
Nel quartetto di fuggitivi della prima ora abbiamo avuto la sorpresa di ritrovare Moreno Moser, corridore che nel corso degli ultimi due anni si è trasformato fisicamente in un punto interrogativo. Col trentino, Jan Polanc, Dennis Van Winden e Yukiya Arashiro. Partiti al km 14 senza nutrire grandi speranze di arrivare al traguardo, i quattro hanno comunque messo insieme la bella cifra di 10'42" di vantaggio massimo (toccato al km 45), e hanno resistito fino a 60 km dalla fine (totalizzando 126 km in avanscoperta).
Naturalmente la corsa vera è iniziata dopo che i fuggitivi del mattino sono stati raggiunti. Nella nona e terz'ultima tornata (11 in totale, circuito di 18.1 km) è stato Yoann Offredo a forzare sulla Côte de La Potasse, causando una certa selezione; e in questa situazione abbastanza fluida poco dopo, all'inizio del decimo giro (34 km dalla fine), si è messo in movimento un interessante contrattacco, formato da Rafael Valls, Sébastien Minard, Nicki Sørensen, Brent Bookwalter, Jonathan Hivert, Steele Von Hoff, Ramunas Navardauskas, Kévin Réza, Jens Keukeleire, Michael Woods (atleta della selezione di casa) e pure un italiano, Valerio Agnoli.
Gli 11 hanno avuto da gestire circa mezzo minuto di margine sul gruppo tirato da Lotto e FDJ; ai -23 proprio Gerrans ha avuto un problema meccanico, rimanendo attardato rispetto ai migliori. Poco dopo, sulla Côte de la Montagne, un nuovo contropiede orchestrato dai Lotto ha lanciato 4 uomini all'inseguimento dei battistrada, e in breve questi 4 (ovvero Tim Wellens, Jurgen Roelandts, Jan Bakelants e Matteo Trentin) si sono riportati sugli 11. È toccato alla Katusha, stavolta, incaricarsi del lavoro di ricucitura. Gerrans, cambiata la bici, rientrava intanto sugli avversari proprio all'ultimo passaggio dal traguardo, a 18 km dalla conclusione.
Il lavoro della Katusha è stato premiato e a 7 dalla fine i fuggitivi sono stati ripresi; ancora Keukeleire ha tentato la sortita sulla Côte de la Montagne (ai -4), ma è stato chiuso da Rui Costa, e allora ci ha provato in contropiede David Tanner, e poi con maggior convinzione Jelle Vanendert: partito ai 2800 metri, quest'ultimo è rimasto da solo per un po', prima di subire il ritorno di Tejay Van Garderen e Gianni Meersman.
Ma l'ultimo rettilineo, tutto leggermente all'insù, è spesso impietoso per chi si trova al comando di questa corsa: e anche stavolta l'impeto di chi inseguiva e si lanciava già nella volata ha avuto la meglio sulla resistenza di chi era davanti. Ai 500 metri, mentre il terzetto veniva risucchiato, Tom Dumoulin, grande rivelazione di questo scorcio di stagione, è partito convinto e deciso a fare il vuoto con un anticipo notevolissimo. E la sua ambizione sarebbe pure stata premiata, se lo spauracchio di cui sopra non si fosse prodotto a sua volta in una prodigiosa rimonta, andando a riprenderlo a 50 metri dalla linea d'arrivo e bruciandolo senza pietà con le ultime tre pedalate.
Gerrans primo su Dumoulin, ovvero il vecchio resiste nonostante il nuovo si affacci sulla scena con una certa irruenza. Completa il podio Navardauskas, a cui la gamba scappa proprio, e poi a seguire e fino al decimo posto troviamo Daryl Impey, Greg Van Avermaet, Gianni Meersman, Sep Vanmarcke, Enrico Gasparotto, Tony Gallopin e Bauke Mollema. Il primo dei nostri (il citato Gasparotto) è ottavo, poi si sono infilati in top 20 Francesco Gavazzi (12esimo), Davide Formolo (14esimo e convocato da Cassani nella preselezione azzurra mentre era in gara...) e Marco Marcato (17esimo). Sfortuna (o imperizia) per Arthur Vichot, secondo un anno fa e caduto malamente oggi nella volata (pare ci abbia rimesso una clavicola). Sotto le attese Alexander Kristoff, solo 21esimo ad onta del gran lavoro fatto per lui dalla Katusha. Ma magari domenica a Montréal il norvegese saprà fare di meglio.