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Campionato del Mondo 2014: Tutti gli azzurrabili di Davide Cassani - Ecco i 16 nomi: chi volerà a Ponferrada? | Cicloweb

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Campionato del Mondo 2014: Tutti gli azzurrabili di Davide Cassani - Ecco i 16 nomi: chi volerà a Ponferrada?

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Davide Cassani © BettiniphotoLa Nazionale di Davide Cassani si svela, senza troppe sorprese - tranne una, postuma - con il pensiero ed il cuore ad Alfredo Martini (proprio sul cuore compare la dedica a colui che dal 1975 al 1997 guidò la formazione azzurra). Una preselezione di 16 uomini, i più bravi e fortunati prenderanno il volo per la Spagna, per Ponferrada, dove il 28 settembre ci si giocherà la maglia iridata. Saranno solamente undici uomini, nove i titolari.

È un Davide Cassani determinato, sa quel che vuole e quel che può. Il materiale che ha per le mani lo conosce bene. Avrebbe puntato molto su Diego Ulissi, un incidente di percorso all'antidoping l'ha costretto a rigirare la Nazionale come un calzino. Non che manchi d'inventiva, Cassani, e così ecco gli azzurrabili, ovvero coloro che la speranza di finirci, a Ponferrada, la nutrono.

Una nazionale molto azzurra - e non potrebbe essere altrimenti, si dirà - ma non solo per il colore che contraddistingue l'Italia. È un azzurro che sa di turchese, quello che troviamo sulla tavolozza di Davide Cassani. Ben quattro infatti i corridori targati Astana: c'è naturalmente Vincenzo Nibali, che a dispetto di un percorso che non gli sorride troppo, può sempre inventarsi qualcosa.

Con il vincitore del Tour de France, quarto in quel di Firenze nella prova in linea, il fido Alessandro Vanotti, Enrico Gasparotto, tiene sulle salite spagnole da 30 km/h e va bene in volata. Infine Fabio Aru. È uno scalatore puro, è vero, ma come fai a lasciar fuori uno così, con quella forma un po' così che hanno loro che cercano una maglia azzurra? Non si può, e allora Aru è già lì, bruciando tappe su tappe (qualcuna, come ha dimostrato, la vince anche), con il bagaglio fatto di categorie inferiori e ciclocross, tutto fa.

Non solo Astana in quest'Italia azzurra, turchese ed anche verde. Nel senso che i giovani sono tanti (24 anni l'età media della preselezione) e su di loro Cassani fa grande affidamento, ma anche nel senso cromatico, puro e semplice. Damiano Caruso sta facendo una Vuelta da sogno, da decimo posto, e può giocare diversi ruoli. Una fuga potrebbe andar bene, anche se per questo ruolo c'è sicuramente davanti al ragusano un compagno di squadra (sia ad oggi, in Cannondale, che nel futuro immediato, alla BMC): parliamo di Alessandro De Marchi, una tappa alla Vuelta, giusto per gradire, ed il numero rosso di più combattivo al Tour de France. Se va via da lontano, può dare molte preoccupazioni. Poi magari non arriva, ma intanto lavoreranno altre Nazioni.

Altra coppia verde, tant'è che giunge da quel Green Team chiamato Bardiani-CSF, è quella formata da Sonny Colbrelli ed Edoardo Zardini. Stanno correndo il Tour of Britain, Colbrelli con due piazzamenti nei dieci e tanta buona volontà, mentre Zardini s'è concesso il lusso di battere Kwiatkowski e Roche a The Tumble, arrivo in salita. Due faticatori con licenza di pungere. Tra chi farà fatica, citato un Caruso - Damiano - il CT ha voluto dar spazio al contraddittorio, convocando pure Giampaolo: in realtà il siciliano della Katusha sta facendo benissimo alla Vuelta, sa mettersi a disposizione dei capitani ed ha pure una sparata più che discreta.

A lavorare anche Manuel Quinziato, bolzanino della BMC con un gran passo, e Daniele Bennati, che è veloce e se potesse Contador lo naturalizzerebbe spagnolo (in una Spagna senza Valverde e Purito Rodríguez, chiaro. Ma questa è un'altra storia e selezione). Insomma, se Contador vuole sempre il Benna al suo fianco, un motivo ci sarà pure. Premiati anche gli sforzi di Giovanni Visconti, in gara in Gran Bretagna, praticamente certo di essere a Ponferrada. Ha dimostrato di sapersi mettere a disposizione per la causa azzurra, non si capisce perché dovrebbe tradire.

La gioventù di Giacomo Nizzolo, la sua resistenza sulle salite non troppo impegnative e la punta di velocità in volata fanno del milanese della Trek un corridore più che affidabile per Ponferrada. O meglio: farebbero, visto che Cassani ha fatto intendere che il suo posto è tutt'altro che sicuro. Sarebbe comunque tutta esperienza, per il giovane Giacomo che totalmente inesperto non lo è.

Con Vincenzo Nibali, rappresentante del movimento ciclistico italiano, la punta di diamante della Nazionale sarà Matteo Trentin. Cresciuto all'ombra di Boonen ed altri belgi da Nord, nell'Omega Pharma-Quick Step, il corridore di Borgo Valsugana ha dimostrato che la vittoria se la sa prendere, di tanto in tanto. Una vittoria al Tour de Suisse ed una al Tour de France (la seconda in due stagioni) nel 2014, in mezzo tanto sano gregariato. Lavorando per gli altri s'impara (soprattutto a diventare un buon capitano), Trentin lavora eccome.

Ultimo e più discusso di tutti, è sicuramente quel blu-fucsia-verde che risponde al nome di Filippo Pozzato. Scelta coraggiosa, impopolare, rischiosa, quella di Cassani. Ad oggi il Pozz è fuori, lo dice lo stesso CT. Ha una settimana, il Trittico Lombardo, per dimostrare di voler essere quell'uomo squadra, un misto di esperienza e classe cristallina che però viene distillata. Pozzato - che appena sentito l'odor d'azzurro ha fatto 3° alla Vuelta - ha pochi giorni per provare al neo CT che vuol vestirsi d'azzurro. Alla Vuelta finora aveva dimostrato pochissimo, tirando mezza volata a Ferrari un paio di giorni fa. Se Cassani l'ha voluto è perché in fondo ci crede.

Tutto da dimostrare, mentre chi il primo degli esclusi, sempre a detta di Cassani, è Damiano Cunego. Il corridore di Cerro Veronese ha dato prova di voler essere al Mondiale, andando in fuga alla Vuelta. Lì Cassani l'ha visto un po' troppo affaticato, porta chiusa sul più bello, così come Enrico Battaglin non ha mai dato i segnali che il CT s'aspettava. Porta invece sbattuta in faccia, metaforicamente, a Gianluca Brambilla, che ha la gamba, la freschezza, la condizione ma non ha sicuramente dato un buon esempio, sulle strade della Vuelta, direzione La Farrapona. Quella scazzottata con Ivan Rovny, sicuramente una grande ingenuità, gli costa caro.

A proposito di azioni e reazioni, nella preselezione, stamane, era stato incluso anche Matteo Rabottini. Il corridore della Neri Sottoli-Alé di Luca Scinto ed Angelo Citracca, che al Giro 2012 vinse maglia blu di miglior scalatore e tappa a Pian dei Resinelli veniva presentato così da Cassani: «Chi lo sta vedendo in allenamento mi ha detto che è in uno stato di forma strepitoso». Poco dopo le 17 l'UCI notificherà al corridore una positività all'EPO risalente al 7 agosto scorso. La FCI annuncia che Rabottini è fuori dalla Nazionale, Cassani al posto dell'abruzzese chiama Davide Formolo, scalatorino alla prima stagione da pro' ed un bel futuro davanti.

Nelle crono nessun dubbio, per il buon Davide: Dario Cataldo, Campione d'Italia a crono nel 2013, ed Adriano Malori, tricolore in questa stagione. Proprio il parmense della Movistar, approfittando dell'assenza di un colosso come Fabian Cancellara, tutto concentrato sulla prova in linea, potrà cercare di stupire, il 24 settembre. Fare meglio di Tony Martin sarà proprio dura, salire sul podio già lo è meno, e Malori sa come si fa.

Una Nazionale senza troppe pretese («uno come Degenkolb non l'abbiamo, e neppure uno come Tony Martin da mettere a tirare», afferma il CT), giovani affamati, icone e portatori sani di saggezza, in questo gruppo azzurro senza grandi favoriti, per un percorso non troppo difficile come quello di Ponferrada. Ma tanti buoni corridori e qualche campione (o campioncino), spesso mandano gambe all'aria le corazzate. O comunque, un po' di paura la fanno.

Francesco Sulas

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