Vuelta a España 2014: John Degenkolb come una moto - Arriva il quarto centro del tedesco a La Coruña
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- Belkin Pro Cycling Team 2014
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- FDJ.fr 2014
- Lampre - Merida 2014
- MTN Qhubeka 2014
- Movistar Team 2014
- Orica - GreenEDGE 2014
- Team Giant - Shimano 2014
- Team Sky 2014
- Tinkoff - Saxo 2014
- Trek Factory Team 2014
- Alberto Contador Velasco
- Alejandro Valverde Belmonte
- Bob Jungels
- Christian Knees
- Christopher Froome
- Damiano Caruso
- Daniel Teklehaymanot
- Danilo Wyss
- Elia Favilli
- Fabian Cancellara
- Fabio Aru
- Geoffrey Soupe
- Guillaume Levarlet
- Haimar Zubeldia Agirre
- Jasper Stuyven
- Joaquim Rodríguez Oliver
- Johan Le Bon
- John Degenkolb
- Koldo Fernández de Larrea
- Lluís Guillermo Mas Bonet
- Michael Matthews
- Rigoberto Urán Urán
- Robert Gesink
- Roberto Ferrari
- Rohan Dennis
- Samuel Sánchez González
- Tanel Kangert
- Vicente Reynés Mimó
- Uomini
Niente da fare, quando parte lui. Negli sprint della Vuelta a España John Degenkolb è praticamente incontenibile. Solo in quest'edizione sono già quattro le vittorie ottenute dal tedesco della Giant-Shimano, ad una sola lunghezza dal records personale stabilito nel 2012 (allora fece una bella cinquina). Impressione, soprattutto pensando che tra un paio di settimane sarà impegnato, lui come tanti altri, su un percorso iridato che gli fa l'occhiolino. Impossibile non metterlo tra i favoritissimi.
Anche oggi a La Coruña ha lasciato partire presto quasi tutti, poi ha recuperato. Nemmeno pian piano, come verrebbe da dire, visto che Degenkolb, negli sprint, sembra voler spaccare la sua Giant, vista la potenza che sprigiona. Determinato, forte e vincente, questa la prospettiva del John Degenkolb attuale. Chi lo segue rimane scottato, solitamente. Oggi è stato il turno di Michael Matthews, non una mezza calzetta: per vincere devo seguire Degenkolb, s'è detto Bling. Una parola... Ha provato di tutto, per restare alla ruota del tedesco, perfino un colpo di reni, ma niente da fare, si deve accontentare della piazza d'onore.
Ieri l'ultimo giorno di riposo, oggi si riprende con la solita routine: 190.7 km da Ortigueira a La Coruña. Non prendono il via quattro corridori: Tanel Kangert, Christian Knees, Rigoberto Urán e Haimar Zubeldia. La punta dell'Omega Pharma-Quick Step, sofferente due giorni fa, pativa per una forma d'asma. Andare avanti era impossibile, peccato. Poco più di 10 km di corsa e se ne vanno Daniel Teklehaimanot (MTN Qhubeka), Bob Jungels (Trek), Elia Favilli (Lampre-Merida), Rohan Dennis (BMC) e Lluís Más Bonet (Caja Rural-Seguros RGA).
La tappa è mossa; non impossibile, ma se si trova una giusta allenaza è pensabile arrivare, per la fuga. Dietro lo sanno bene e si mettono a tirare, tenendo il quintetto a 3', non di più. Más Bonet è il primo a cedere, Teklehaimanot non brilla ed ai -9 si deve rialzare. Restano davanti Favilli, Dennis e Jungels, il gruppo tirato dalla Giant-Shimano è a meno di un minuto. Proprio dal plotone escono ai -8.5 Guillaume Levarlet e Johan Le Bon. Tentano di riportarsi sui fuggitivi ma chi li lascia andare, 'sti due francesini belli freschi.
E allora il treno Giant arriva a vedere il terzetto di testa quando mancano 2.1 km al traguardo. Jungels, specialista delle fughe da lontano (inn questo modo ha vinto il GP Nobili Rubinetterie, nel 2013, e non solo), si rialza subito. Non fa così Rohan Dennis, che corre in BMC proprio da questa Vuelta, dopo aver vestito la casacca della Garmin-Sharp per il resto della stagione. Dennis scatta, gli va dietro Favilli, che già su uno strappo ai -12 aveva tentato un allungo. Favilli e Dennis tengono a distanza il gruppo, quasi sembra che ce la facciano.
Poi però iniziano a guardarsi: tira tu, tiro io, ed il plotone li riassorbe. Siamo a meno di 1 km dall'arrivo. La volata vede Filippo Pozzato, che oggi compie 33 anni, provare a lanciare Roberto Ferrari. Danio Wyss passa in testa, ma quando Degenkolb lancia il suo sprint tutti possono solamente guardare e pensare: come lo batteremo a Ponferrada? Piazza d'onore per Michael Matthews, mentre al terzo posto troviamo un Fabian Cancellara che ha rinunciato alla prova iridata a crono per concentrarsi sulla strada. A seguire il giovane Jasper Stuyven, il sempre bravo Roberto Ferrari, quindi Koldo Fernández, Geoffrey Soupe, Danilo Wyss, un costante Damiano Caruso e Vicente Reynés.
La classifica generale non cambia: Alberto Contador guida sempre con 1'36" su Alejandro Valverde e 1'39" su Chris Froome. A 2'29" Purito Rodríguez, a 3'38" Fabio Aru, a 6'17" Daniel Martin, a 6'43" Robert Gesink, a 6'55" Samuel Sánchez, a 8'37" Warren Barguil ed a 9'10" Damiano Caruso.
Domani altro arrivo in salita nella diciottesima tappa, 157 km da A Estrada al Monte Castrove, salita da scalare per due volte nel finale di tappa (al km 133.1 e nelle battute finali, al km 156.3). Alberto Contador può attaccare così come attendere che si muova Froome, che deve recuperare 1'39" al madrileno, è in buona forma ed ha la crono finale di Santiago de Compostela dalla sua, per quanto corta. Aspettiamoci un altro duello tra il kenyano bianco e la maglia roja, giorno dopo giorno sempre più roja. Per tutto il resto c'è questo Degenkolb da paura.