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GP de Plouay WE 2014: Lucinda le ribalta, dominio Rabo Liv - Vittoria in solitaria per la Brand, gregaria perfetta

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Chantal Blaak esulta nell'Open de Suède Vårgårda © Andre Weening

Da un'olandese che di si chiama Lucinda Brand, ti aspetteresti giusto fuochi d'artificio, o proprio un vero incendio, visto che nei Paesi Bassi questo significa il cognome della classe '89 in forza - nemmeno dovremmo precisarlo - alla Rabo Liv. E invece Lucinda è una gregaria, ma di quelle formidabili. Di quelle che Marianne Vos si prende, si tiene buone ed a cui qualche volta dà il via libera.

Era già accaduto al Giro Rosa, a Jesi, nella terza tappa: Marianne aveva disputato una volata col freno a mano tirato per favorire appunto la Brand, ma il ritorno di Shelley Olds sulla sinistra aveva costretto la Vos ad un colpo di reni velocissimo, da manuale, da far studiare nelle scuole per la velocità di reazione. Lucinda Brand allora esultava, ma il gradino del podio occupato era il terzo, peccato.

Terza fu anche a Grosotto, e siamo ancora in Italia, ancora al Giro, anno di grazia 2011: si scala il Mortirolo, ci si butta in Valtellina. Lucinda non è un drago sulle salite, tanto che scollina staccata rispetto a Vos e Pooley. In discesa però è una delle migliori, e nella picchiata tecnica del Mortirolo recupera posizioni su posizioni. Quel Giro lo concluderà al 15° posto, nel 2013 vincerà il Campionato Nazionale, al suo primo anno in Rabo.

Sa lavorare, Lucinda, ma oggi a Plouay, ultima tappa della Coppa del Mondo, si è presa la sua vittoria, la terza del 2014 (s'è aggiudicata in aprile una tappa all'Energiewacht Tour e la classifica finale della corsa olandese). È rientrata sulle prime, le solite che si giocano quasi tutte le vittorie in gare medio-dure, quando mancavano 9.1 km alla fine. È rientrata con Tiffany Cromwell ed Alena Amialiusik, ma a differenza loro ha tirato dritto, Lucinda.

Nel gruppetto immediatamente alle sue spalle ben tre Rabo girls (Marianne Vos, Anna Van der Breggen e l'enfant du pays Pauline Ferrand-Prévot), le altre tutte isolate. Inseguire la Bradn era pressoché impossibile, anche perché la ragazza non si arrendeva per niente. Prima prendeva una ventina di secondi, e già si faceva dura per le altre. Poi, con 40" di vantaggio, la vittoria era praticamente in tasca, con tutto il tempo di esultare, in tutta la sua incredulità, di ringraziare la squadra, per Lucinda.

Prima vittoria in una gara di Coppa del Mondo per lei. Una Coppa rinnovata, con classifiche collaterali (giovani, sprinter e scalatrici) ed una prova inserita, lo Sparkassen Giro, a Bochum. Nove prove, nove vincitrici differenti: Armitstead, che si porta a casa anche la graduatoria generale, Johansson, Van Dijk, Ferrand-Prévot, Wild, Vos, Specialized-Lululemon, Blaak e Brand. Tre su nove corrono nella Rabo Liv, cinque sono olandesi e la domanda sorge spontanea: a Ponferrada chi potrà battere le arancioni?

Se il quesito è bello, la risposta non scherza: fino ad ora, tra Rabo Liv ed altre olandesi sparse tra Specialized-Lululemon (Blaak, che ha fatto una gran gara in Svezia, a Vårgårda), Boels-Dolmans (l'iridata a crono Ellen Van Dijk, che in primavera s'è conquistata il Fiandre) e Giant-Shimano (Wild al Chongming Island Tour), è un piccolo grande dominio. Meno male che a salvare la Coppa dalla mutazione in un campionato nazionale ci hanno pensato sì la Specialized-Lululemon, vincitrice della cronosquadre di Vårgårda, ma anche Emma Johansson, che finalmente s'è imposta a Cittiglio, e soprattutto Lizzie Armitstead.

La britannica ha sgomberato il campo da equivoci sin da subito: macché velocista, sono una da classiche. Subito la vittoria alla Ronde van Drenthe, 11 volte a podio in 13 gare tra marzo ed aprile, giusto per capire la forma con cui la ragazza di Otley ha iniziato la stagione. In Coppa, dopo la vittoria nel Drenthe, ha fatto seconda a Cittiglio, Fiandre e Freccia Vallone. Corsa per il trofeo già chiusa sul Muro di Huy, in pratica. Mancava una bella vittoria, perché nella seconda parte di stagione aveva colto solo una tappa al Thüringen Rundfahrt e la corsa in linea ai Giochi del Commonwealth (era un obiettivo, quindi quel "solo" va preso con le pinze). Poteva arrivare a Plouay, la Rabo è stata più forte, troppo, come ammetterà la britannica a fine gara.

La gara, già: 121.5 km in totale, con un circuito di 26.9 chilometri da ripetere 4 volte ed un giro finale di 13.9 chilometri, il tutto cosparso di strappi e côtes per una delle gare più impegnative della challenge UCI. Assegnate già la classifica generale (Lizzie Armitstead), quella a punti (Iris Slappendel) e quella di miglior giovane (a Elena Cecchini), mancava solamente la miglior scalatrice. Al primo sprint Alena Amialiusik dimostra subito che merita quella maglia, regolando Moolman ed Häusler. Al secondo sprint la bielorussa dell'Astana-BePink farà sfogare le altre, con Jessie Daams, Elena Berlato e Carlee Taylor, tutte lontane in classifica, a punti.

A 40 km dal termine allungano Pauline Ferrand-Prévot, Marianne Vos, ed Anna Van der Breggen (Rabo Liv), Elizabeth Armitstead (Boels Dolmans), Tiffany Cromwell (Specialized-Lululemon), Emma Johansson e Valentina Scandolara (Orica-AIS), Rossella Ratto (Estado de México-Faren), Elisa Longo Borghini (Hitec Products) e Claudia Häusler (Giant-Shimano).

Il gruppo è a soli 15", così si fanno sotto anche Tatiana Guderzo ed Elena Berlato (Alé-Cipollini-Galassia), Evelyn Stevens (Specialized-Lululemon), Lucinda Brand ed Iris Slappendel (Rabo Liv), Jessie Daams e Megan Guarnier (Boels Dolmans), Alena Amialiusik (Astana-BePink) ed Audrey Cordon (Hitec Products). A 34 dalla fine attaccano Johansson, Brand e Cromwell, con la Guarnier in un primo moento con loro, poi staccata. Il terzetto procede spedito per alcuni chilometri ma basta un'accelerazione di Anna Van der Breggen dal primo gruppo inseguitore per mettere tutte in fila.

Le tre davanti sono riprese in poche pedalate, mancano 28 km all'arrivo. La Van der Breggen prosegue nel suo forcing, rimangono in nove: Anna Van der Breggen, Pauline Ferrand-Prévot, Marianne Vos, Lucinda Brand, Elisa Longo Borghini, Emma Johansson, Rossella Ratto, Alena Amialiusik, Tiffany Cromwell e Lizzie Armitstead. Scavano un bel solco con il primo gruppo inseguitore, poi fuoriescono ancora Brand e Cromwell quando mancano 19 chilometri.

Scatti e controscatti, si aprono voragini, non buchi, Elisa Longo Borghini dimostra che la forma è più che buona, chiudendone uno qui, un altro là. Ma la realtà è che le Rabo Liv (Vos, Van der Breggen, Ferrand-Prévot e Brand) stanno già facendo i calcoli in vista del traguardo. Ai -12 allungano Longo Borghini e Van der Breggen, riprese. I continui allunghi fanno sì che si formi un gruppo davanti: ne fanno parte Vos, Van der Breggen, Johansson, Ferrand-Prévot, Longo Borghini, Armitstead e successivamente anche la Ratto rientrerà.

Sulla Côte de Ty-Marec Marianne Vos fa un gran forcing, le altre resistono. Ai -9.1, sulle sette che comandano, rientrano Tiffany Cromwell, Alena Amialiusik e Lucinda Brand. Quest'ultima è l'unica che prosegue nell'azione, mentre le altre stanno a guardare. in gruppo le tre Rabo (Vos, Ferrand-Prévot e Van der Breggen) isolano di fatto le altre, saltando i cambi, rallentando l'andatura, non permettendo a nessuna di uscire. Coprono a meraviglia le spalle di Lucinda, che esulta, taglia il traguardo da sola e non ci crede, che stia per vincere la sua prima Coppa del Mondo.

Il primo gruppo arriva a 56" dalla Brand, con Marianne Vos che lancia una volata lunghissima e di una potenza smisurata. Le regola tutte, chiaro, mentre al terzo posto si piazza Pauline Ferrand-Prévot. Tripletta Rabo Liv, meno male che c'è Rossella Ratto, quarta, altrimenti ai piedi del podio sarebbe finita un'altra atleta della formazione olandese, l'ottima Anna Van der Breggen (siamo onesti: una prova di Coppa l'avrebbe meritata anche lei, oltre a Vos, Ferrand-Prévot e Brand, invece ha solo sfiorato la Ronde Van Drenthe, sbattendo contro una Armitstead in stato di grazia).

Sesta piazza per Emma Johansson, seguita da un'altra italiana, l'ornavassese della Hitec Elisa Longo Borghini, reduce dal trionfo al Trophée d'Or. Armitstead chiude la sua splendida Coppa del Mondo con un ottavo posto amarognolo, Amialiusik e Cromwell completano al top ten. A 2'57" un altro gruppetto, regolato da Audrey Cordon, francese dell'Hitec. Valentina Scandolara è 14a, Tatiana Guderzo scalda i motori in vista di Ponferrada ed è 19a.

La classifica finale di Coppa vede, come detto, Lizzie Armitstead, che con 515 punti succede a Marianne Vos e precede Emma Johansson, ferma (si fa per dire) a 390 punti. Vos che, pur essendo tornata solamente alla Freccia Vallone, saltando quattro prove su nove nella challenge ed avendo corso per sé solo nello Sparkassen Giro (vinto), si piazza terza nella graduatoria finale, con 370 punti. Elisa Longo Borghini è ottava a 255 punti, Giorgia Bronzini, oggi assente, decima a 225. Tra le squadre, ovviamente, la Rabo Liv è la prima davanti alla Boels Dolmans di Lizzie Armitstead ed alla Specialized-Lululemon.

La miglior scalatrice di Coppa è Alena Amialiusik, che con 18 punti precede Ashleigh Moolman e Vera Koedooder. Nella classifica a punti Iris Slappendel si porta via la "sua" maglia (è l'ideatrice dei motivi delle nuove maglie delle leader) con 22 punti, mentre la nostra Ana Stricker segue a 16 punti e l'australiana Rebecca Wiasak a 12. Tra le giovani vittoria, già festeggiata a Vårgårda, per Elena Cecchini, che con 30 punti precede Pauline Ferrand-Prévot e Thalita De Jong (ma Ratto, Zorzi e Trevisi sono subito dietro).

I prossimi appuntamenti del calendario femminile saranno fissati tra Francia e Olanda: lunedì inizierà al di là delle Alpi il Tour de l'Ardèche, mentre martedì prenderà il via il Boels Holland Ladies Tour. In queste ultime gare prima della gara in linea di Ponferrada, in programma sabato 27 settembre, la domanda a cui cercherà di rispondere buona parte del gruppo sarà sempre quella: olandesi, come vi battiamo?

Francesco Sulas

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