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Eneco Tour 2014: Bouhanni a tutta. Stybar, che botta! - Il ceco cade di faccia e si ritira. Nizzolo terzo di tappa

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Nacer Bouhanni, vincitore ad Ardooie all'Eneco Tour © BettiniphotoDopo le prime tappe olandesi, l'Eneco Tour si è affacciato oggi in Belgio. Il paesaggio è quello delle Fiandre Occidentali, dal sapore di classica primaverile, ma siamo in pieno agosto, il caldo estivo non ha niente a che vedere con il tepore della mezza stagione. Si parte dal mare a Koksijde per finire nell'entroterra ad Ardooie. Il tanto temuto vento sembra aver deciso di restarsene tranquillo a guardare la corsa. In questa cornice a farla da padrone è stato qualcuno che le classiche non le ha corse, ma che oggi, tenace e caparbio come ha dimostrato di essere in più di un'occasione, non si sarebbe mai fatto sfuggire l'opportunità di mettere il suo sigillo su uno sprint seppur ristretto (a causa di una caduta poco prima del traguardo).

Ha tagliato la linea d'arrivo indicando la propria faccia Nacer Bohuanni, quasi a voler dire "guardatela bene, stampatevela bene in mente, perché ho intenzione di farvela vedere spesso". Il 24enne francese della FDJ ha bruciato allo sprint Luka Mezgec e Giacomo Nizzolo, vincendo con quasi una bicicletta tra lui e il secondo. E magari la sua faccia l'ha mostrata al general manager della sua squadra, Marc Madiot, quello che si è macchiato della colpa di aver preferito, per il Tour de France, un certo biondino che risponde al nome di Arnaud Démare. Un affronto che Nacer non ha apprezzato ma che ha dovuto accettare suo malgrado. L'ex pugile di Épinal ha già deciso di dire addio alla FDJ a fine stagione. Ha firmato il suo passaggio nelle fila della Cofidis, una squadra in cui non avrà nessuna concorrenza per le volate, dove nessun biondino si metterà tra lui e la Grande Boucle.

Con quella di oggi, Nacer mette l'ottava X nella raccolta delle sue vittorie stagionali, comprese le tre vittorie al Giro d'Italia, che hanno contribuito a farlo partecipare alla cerimonia di premiazione a Trieste per ricevere la maglia rossa di vincitore della classifica a punti. Senza contare i quindici piazzamenti in top 10. Insomma un'annata di tutto rispetto che non è ancora finita. La Vuelta si avvicina e lui ha tutte le intenzioni di essere tra i protagonisti, proprio come nella tappa di oggi.

Una tappa che, all'apparenza, poteva sembrare piuttosto tranquilla, che è stata animata dopo soli 10 km di corsa da due temerari, Kenneth Van Bilsen e Frederik Veuchelen, che hanno deciso di rompere gli indugi e di partire da lontano. Il gruppo gli ha concesso spazio e dopo una trentina di km dall'inizio della fuga (km 37 circa) il loro vantaggio aveva raggiunto i 4'. A questo punto, però, le strade dei due fuggitivi si sono divise. Van Bilsen ha confermato quanto si sospettava, e cioè che fosse uscito in fuga solo per transitare primo ad un traguardo volante speciale (senza abbuoni, ma da cui scaturisce una classifica che il ragazzo sta al momento guidando) e per poi rialzarsi; detto fatto, dopo il TV Van Bilsen si è rialzato, al km 43, lasciando Veuchelen tutto solo alla ricerca di un'impresa se non impossibile, piuttosto disperata.

Al km 90 il suo vantaggio massimo è arrivato a 6'20" ma il gruppo, guidato dalla Belkin del leader Lars Boom, non ha più aspettato. Con la collaborazione di BMC e FDJ, che avevano tutto l'interesse ad arrivare alla volata finale, il plotone ha iniziato a rosicchiare secondi al belga della Wanty che è stato ripreso ai -25 km al traguardo insieme a Patrick Gretsch, che nel frattempo aveva tentato una breve sortita e lo aveva raggiunto. Col gruppo compatto a meno di 20 km dalla fine della tappa, sono partiti alcuni tentativi di attacco prima da parte di Silvan Dillier poi di Gediminas Bagdonas e Bauke Mollema.

Riassorbiti loro immediatamente dal gruppo, è stata la volta di Daniel Oss. Il trentino della BMC, fuoriuscito dal plotone ai -15 km al traguardo, è riuscito a racimolare un vantaggio massimo di 28" prima di essere ripreso ai -6 km. Le squadre dei velocisti, in primis Omega Pharma e FDJ, hanno preso in mano le redini della corsa (quanto ad André Greipel, uno dei possibili protagonisti della volata, si era ritirato al km 53 per problemi fisici). Negli ultimi tre km anche la Giant-Shimano è risalita per prendere parte allo sprint finale. Sprint che sembrava doversi svolgere regolarmente fino ai 500 metri, quando una caduta ha cambiato le carte in tavola.

Davide Appollonio è stato urtato dalla ruota di Reinardt Janse Van Rensburg, che è capitombolato per terra mentre la sua bicicletta andava a travolgere Alexey Tsatevich della Katusha. Quest'ultimo ha trascinato giù con sé Tom Boonen e Maxi Richeze. Marco Marcato, che nel frattempo era riuscito a evitare i malcapitati, si è visto arrivare sulla spalla, come un fulmine, la bici di Zdenek Stybar, il quale, per evitare di essere coinvolto nella caduta, aveva cercato di stringersi verso le transenne. Scelta fatale. Perché, prendendo in pieno il piede d'appoggio di una di queste, la sua bicicletta è volata in aria portandosi dietro lui in una capriola degna del miglior trapezista.

Il campione ceco, vincitore della seconda tappa ad Heusden, è stato portato via in ambulanza con il volto insanguinato (per lui si parla di una commozione cerebrale, un labbro lacerato e alcuni denti lasciati sull'asfalto, ma fortunatamente i primi esami escludono fratture alla mascella; passerà comunque la notte in ospedale). Fine dei giochi per lui. Dall'altro lato della strada, il campione nazionale russo Alexander Porsev è stato protagonista di una capriola quasi fotocopia che, però, fortunatamente per lui, ha avuto un epilogo differente, visto che, anche se dolorante, è riuscito comunque a tagliare il traguardo.

Mentre la caduta rallentava tutto il gruppo, una quindicina di fortunati, scampati al disastro, si sono giocati la volata, che come abbiamo già detto, ha visto Bouhanni tagliare per primo il traguardo, seguito da Mezgec e Nizzolo a completare il podio di giornata. Alle spalle del trio si sono piazzati nell'ordine Michael Van Staeyen, Jens Debusschere, Andrea Guardini (che non è riuscito a replicare l'ottima prestazione della prima tappa), Tyler Farrar e Yohann Gène.

La classifica generale resta invariata e vede Lars Boom sempre in maglia di leader, seguito a soli 4" da Tom Dumoulin e Manuel Quinziato, poi a 7" l'ucraino dell'Astana Andriy Grivko, a 9" lo sfortunato Stybar (che però, pur classificato essendo caduto nei 3 km finali, e avendo la sua bici col trasponder tagliato il traguardo portata a mano da un altro corridore, domani non riprenderà il via) e a 14" il gallese Geraint Thomas. Ma già domani i giochi potranno essere ribaltati. Sì, perché domani la strada si fa dura. 162 km, diciannove i gpm da affrontare sui classici muri, di cui dieci negli ultimi 50 km (alcuni ripetuti due volte), la partenza e l'arrivo sono a Geraardsbergen, ai piedi del sacro Muur. Niente può essere detto, tutto è da scrivere, ma di sicuro sarà uno spettacolo da seguire con gli occhi incollati allo schermo.

Marilù Calsolaro

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